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Il Comune dà il via libera alle bodycam per la Municipale. I sindacati: "Bene, ma attiviamole subito"

L'amministrazione comunale aretina ha dato l'ok al regolamento per l'utilizzo dei dispositivi che saranno messi in dotazione alla polizia municipale. Ecco come e dove potranno essere usate

Ad indossarle saranno gli agenti in servizio esterno e la loro accensione sarà possibile solo per attività di polizia giudiziaria o per operazioni come, ad esempio, manifestazioni pubbliche dove avvengano tafferugli o gravi disordini. Bodycam pronte al debutto sulle divise degli agenti della polizia municipale di Arezzo.

Recentemente l’amministrazione comunale ha provveduto all’approvazione del regolamento con il quale viene disciplinato l’impiego e la gestione di videocamere indossabili. Nel documento vengono definiti aspetti riguardanti sicurezza, trasparenza, liceità di utilizzo, trattamento dei dati personali e conservazione delle immagini così come viene stabilita, nella delibera di giunta, la necessità di provvedere alla formazione degli agenti sull’utilizzo, impiego e custodia dei dispositivi.

I sindacati: “Quando saranno operative?”

“Auspichiamo che le bodycam entrino in funzione in tempi brevissimi. E diciamo questo anche in considerazione del fatto che tutti gli agenti della Municipale devono fare la formazione utile al loro utilizzo. Inoltre supponiamo che, visto il lasso di tempo trascorso dal loro acquista, che dovranno essere revisionate e per poi essere messe in strada. Ecco, ci chiediamo soprattutto entro quando saranno operative?”. Sono il segretario provinciale del Sulpl, Davide Frondaroli e Giacomo Bracchini, della rsu Sulpl, ad intervenire sulla questione del neo approvato regolamento. I due rappresentanti dei lavoratori, nonché agenti in forza al comando aretino, pongono da subito l’accento sul fatto che “queste otto bodycam sono state acquistate poco più di due anni fa. Per ragioni burocratiche e in assenza di disposizioni sul trattamento dei dati personali sono rimaste chiuse in un cassetto. Il regolamento approvato in questi giorni è un passo in avanti anche se, a nostro avviso, arriva un tardi rispetto agli appelli affinché entrassero a far parte dell’equipaggiamento. Oltre alla solidarietà vorremmo fatti, fatti concreti”.

“Bene le bodycam - proseguono Frondaroli e Bracchini - ma non dimentichiamoci che la Municipe ha bisogno anche di altri strumenti. I taser ancora non sono in dotazione, mancano anche le divise e il parco mezzi, sebbene in parte rinnovato, è sottoposto a un’usura tale da richiedere continua manutenzione. Da parte nostra abbiamo denunciato queste carenze e proposto soluzioni come quella di ricorrere a noleggi a lungo termine per le auto (pratica già ampiamente in uso in molte città italiane per i corpi di polizia), ma ad oggi nessuna risposta. Inoltre ribadiamo la necessità di avere tutele più ampie. Siamo sempre più coinvolti in servizi interforze ma noi, al contrario di polizia, Guardia di finanza e carabinieri, non abbiamo coperture assicurative e contrattuali come le loro. Sappiamo che questa è una questione nazionale ma chiediamo comunque al Comune di intervenire per quanto possibile. Insomma, occorre più attenzione per la Municipale, il comandante da solo non può fare molto di più se non ha alle sue spalle un’amministrazione che crede nel suo corpo di polizia e non si adopera per garantire formazione, equipaggi adeguarti e sicurezza”.

Aggressioni, minacce e insulti: i casi aretini

Un tema, quello dell'implementazione dei dispositivi di sicurezza in dotazione alla Municipale, non certo nuovo e riportato alla ribalta ad ogni episodio di aggressione subito dagli agenti. Soltanto in questi ultimi giorni il tribunale di Arezzo ha condannato un 20enne a 8 mesi di carcere (pena sospesa) per aver scagliato una bottiglia contro un agente in servizio in piazza della Badia. Un episodio limite ma non isolato. Nella storia recente del corpo si contano minacce a mano armata o brandendo siringhe, aggressioni verbali, fisiche, danneggiamenti, mezzi presi a sassate e ossa rotte come accaduto allo stesso Frondaroli, mandato al pronto soccorso con una frattura da un pusher. Un panorama non nuovo alla giunta che, come detto, il 10 maggio scorso ha approvato il regolamento che disciplina l’impiego e la gestione dei sistemi di ripresa audio/video.

“Sono convinto - ha dichiarato il sindaco di Arezzo, Alessandro Ghinelli, in seguito alla sentenza di condanna emessa dal tribunale per i fatti della Badia - che anche i nostri agenti della Polizia Locale debbano essere dotati di ogni strumento di tutela della loro sicurezza personale e sono pertanto favorevole alla dotazione delle bodycam, dispositivi in grado di diventare testimoni oculari di ogni tipo di aggressione".

Il regolamento sull’utilizzo delle bodycam

Sintetizzando il contenuti del regolamento sono due i casi in cui i dispositivi possono essere azionati: per attività di polizia giudiziaria e per operazioni di controllo dell’ordine e della sicurezza urbana (anche in maniera preventiva). In ogni occasione le registrazioni dovranno essere autorizzate dal responsabile di turno operativo (commissario o ispettore) presente sul posto. “Solo in casi di necessità ed urgenza - viene spiegato nel regolamento - ed in particolari situazioni di criticità, l’avvio della registrazione può essere autorizzata dal capopattuglia sul posto”. Nel caso in cui le telecamere vengano attivate “in situazioni di presunto pericolo poi non concretizzatosi, le registrazioni dovranno essere tempestivamente cancellate”. Le videoriprese saranno conservate per massimo 7 giorni dalla loro registrazione, allo scadere di questo tempo, salvo diverse indicazioni della magistratura, verranno cancellati i dati personali acquisiti.

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