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Romizi: “Io mai con Polcri e con la destra. E ora mi tolgo qualche sassolino dalla scarpa”

Sulla crisi della Provincia e il riposizionamento di Polcri nel centro destra, accettando di dimettersi per andare di nuovo al voto entro la fine dell'anno, provoca la prima reazione della sinistra per voce di Francesco Romizi

Prima reazione a sinistra sulla vicenda Polcri, la crisi nel governo della Provincia e il ritorno nel perimetro politico del centro destra da parte del presidente eletto tre mesi fa dai voti di Patto Civico, centro sinistra e delusi dell'amministrazione Chiassai. Francesco Romizi, consigliere comunale di Arezzo 2020 e quindi elettore dell'ente di secondo grado dice la sua, chiarendo che mai sarebbe stato al fianco del sindaco di Anghiari.

“La politica è diventata il luogo dei giri di valzer e quella italiana ne è particolarmente esperta. Basta guardare come comincia una legislatura nazionale e come finisce: resteremmo stupiti. E magari indignati. A causa dei passaggi di deputati e senatori, eletti ovviamente con una lista specifica, attraverso i vari e più disparati gruppi parlamentari. Una transumanza. Non possiamo dunque sorprenderci dello spettacolo offerto dal palcoscenico improvvisato a palazzo della Provincia. È molto coerente con la mia premessa."

"Io mai con Polcri e con la destra"

"Tuttavia posso rivendicare, con una punta di orgoglio, che io ho rifiutato di farmi scritturare, mentre qualcuno doveva pensarci prima. Da uomo di sinistra, non ho votato Polcri a suo tempo e mai mi accosterò anche solo con il pensiero all’eventualità di un accordo con qualsiasi espressione politica e personale proveniente dal centrodestra. Altri, anche a sinistra, o un tempo nel Pd, la pensano diversamente e in questo caso lo hanno dimostrato perorando la causa del sindaco di Anghiari. Adesso stanno tutti ricevendo il meritato contrappasso."

Il riferimento è sicuramente ai consiglieri comunali del Partito Democratico che hanno firmato per la sua candidatura e poi lo hanno votato, ma anche all'impegno profuso in quelle settimane da Patto Civico che ha come riferimenti Stella Scarnicci nel consiglio provinciale, e come protavoce Francesco Carbini e Marco Donati. Il progetto civico raccontato durante la candidatura appare del tutto tramontato. 

Un'ultima riflessione Romizi la fa sul nuovo corso del Pd legato ad Elly Schlein: "Nel momento in cui il Pd è finalmente guidato da una segreteria caratterizzata e in grado di rivendicare una chiara identità, è finito il momento di giochetti e operazioni del genere. Che sono di basso cabotaggio, causa dell’allontanamento dei nostri elettori e, dulcis in fundo, finiscono per riservare spiacevoli sorprese”.

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