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Cronaca

La testimonianza dell'allevatore esasperato: "Qui un attacco ogni tre giorni"

Il caso in Valdarno emerge grazie a Cia Arezzo, che denuncia: "Gravi ripercussioni nel mondo agricolo e ora anche i residenti sono spaventati"

Le denunce di attacchi di predatori ad allevamenti e animali domestici in questo inizio di 2023 è decisamente in crescita in provincia di Arezzo. Così come gli avvistamenti, documentati da filmati e foto, di lupi o cani ibridi nei pressi delle abitazioni. Dal Valdarno alla Valdichiana, passando per le campagne di Arezzo, sono numerose le zone da cui provengono le segnalazioni. L'ultimo attacco, in ordine di tempo, è quello ai mufloni nel parco di Lignano, prima ancora un attacco a una pecora a Indicatore, un altro a Tegoleto, un ulteriore a Pieve al Toppo. Nei primissimi giorni di gennaio era stato il turno di Rigutino e Cozzano. Ieri sera si è riunito a Rigutino anche il neonato comitato "Emergenza lupo".

"Cento attacchi all'anno"

"I lupi ci attaccano 100 volte l'anno"

Oggi sul caso è intervenuta anche la Confederazione degli agricoltori Cia di Arezzo, facendo parlare un'azienda associata, che riferisce di un attacco ogni tre giorni, in media. Serena Stefani e Massimiliano Dindalini, presidente e direttore di Cia Arezzo dicono: “Adesso non è più una questione pesante e delicata per il mondo agricolo, che da anni segnala l’aumento esponenziale del predatore e lamenta danni  ingenti agli allevamenti. Dopo aver pensato che molti gridassero al lupo, ingigantendo il problema, ci siamo improvvisamente resi conto che il lupo c’è davvero ed è pericoloso per l’intera comunità. Un esempio per capire le dimensioni: l’azienda agricola Ascione, in Valdarno, che alleva ovini e produce formaggi, denuncia dagli 80 ai 100 attacchi l’anno, di media uno ogni tre giorni, con pesanti ripercussioni sui bilanci: anche quando non vanno a segno, infatti, le incursioni dei lupi causano stress e paura e gli animali rallentano la produzione di latte. Gli stessi cani, utilizzati per la difesa del gregge, cominciano a non essere più efficaci: hanno paura. Il mondo agricolo, che paga le maggiori  conseguenze di mancate decisioni e assenza di interventi adeguati, da solo non è riuscito ad ottenere la necessaria attenzione e soprattutto soluzioni efficaci. Adesso è la comunità ad avere paura e a chiedere di affrontare la questione lupo perché il problema non è più solo economico ma diventa sociale”, aggiungono Stefani e Dindalini che, proprio in questi giorni stanno raccogliendo le testimonianze degli allevatori. “Sono i cittadini a sollecitare decisioni che non sono più rinviabili. Richieste che la nostra organizzazione sosterrà con forza”.

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