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Alberoro, Savio Lalletti si ritira a quasi 40 anni. "Il gol a Chiusi la chiusura di un cerchio"

Il capitano lascia dopo la splendida salvezza in Promozione. "Spero di aver contribuito a trasmettere ai giovani lo spirito Alberoro"

Al centro della difesa e con la fascia di capitano al braccio, per l'ultima volta prima dell'addio all'Alberoro e al calcio giocato, alla veneranda età di quasi quarant'anni. Per Savio Lalletti, quella di domenica scorsa contro il Casentino Academy è stata la partita conclusiva di una carriera che l'ha visto calcare campi dal professionismo alla Prima Categoria, conquistare quattro campionati e ritagliarsi una figura di "bandiera" del club rossoblù, nel quale ha militato nelle ultime sette stagioni contribuendo prima a portarlo in Promozione (prima storica apparizione per l'Alberoro) poi a centrare la salvezza nell'annata appena andata in archivio.

"Ad agosto compirò 40 anni e credo che sia arrivato il momento di lasciare - confessa Lalletti nell'intervista rilasciata ad ArezzoNotizie - Il gol che ho segnato a Chiusi (terzultima giornata, 1-4), anche se non è stato quello veramente decisivo per la salvezza, ha rappresentato per me la chiusura di un cerchio in quanto il Chiusi è stata la mia prima vera squadra nei dilettanti. Sul punteggio di 2-1 per noi sono entrato dalla panchina e sono riuscito a segnare: al termine della partita abbiamo conquistato la matematica salvezza con due giornate di anticipo, da neopromossa e in un'annata difficile spostandoci continuamente anche per le partite casalinghe. Lasciare ora credo che sia il momento migliore sia per me che per la squadra, poi in futuro mi piacerebbe rientrare in altre vesti nel mondo del pallone, magari proprio da dove ho finito, ad Alberoro ".

Lalletti, dopo un'esperienza nel professionismo a Montevarchi ed una parentesi di tre mesi in Serie D alla Sansovino, ha vestito le maglie di Chiusi, Sinalunghese (otto anni), Baldaccio Bruni Anghiari, Sangiustinese, Battifolle e infine Alberoro. "Ho vissuto momenti spiacevoli come le due retrocessioni - prosegue l'ormai ex calciatore dell'Alberoro - ma anche grandi emozioni come i quattro campionati vinti e i numerosi piazzamenti playoff. Ci tengo a ringraziare tutte le società in cui ho giocato, ma in particolare l'Alberoro perché mi ha dato la possibilità di giocare fino a quest'età, scendendo in campo e divertendomi. Non so se in altre società ci sarei riuscito. Un grande grazie va, oltre che a mister Luca Giusti con cui abbiamo una centrato questa salvezza meritatissima, a mister Mirko Baroncini e al suo staff: con loro abbiamo raggiunto la Promozione ed è stato un traguardo storico".

L'addio del capitano è arrivato nel giorno in cui l'Alberoro ha chiuso i battenti di una stagione memorabile. Parola a Lalletti: "Arrivare al settimo posto è stata una grande soddisfazione, ottenuta perdipiù con una squadra molto giovane. Il vecchio capitano Giacomo Tiezzi ha dovuto abbandonare dopo quattro mesi per ragioni di vita, ma ha dato una grossa mano sia a me che alla società; lo stesso Simone Fabbriciani. Dei "vecchi" eravamo rimasti io e il portiere Nicola Benigni, per il resto tutti ragazzi sotto i 25 anni o giù di lì. Noi abbiamo provato a trasmettere lo spirito Alberoro: è bellissimo giocare con questa maglia, ma dobbiamo trasmettere l'attaccamento perché la società è piccola e non abbiamo un blasone riconosciuto come ad esempio la Sansovino, anche se una cosa ci tengo a dirla: ribadisco il grazie alla società dell'Alberoro, ma anche alla fantastica tifoseria e a tutto il gruppo ultras. Penso che la salvezza di quest'anno sia stata la vittoria di tutti".

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