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Veneri: “Quali vantaggi offre l’istituzione dei centri assistenza venatoria per i cacciatori toscani?”

Interrogazione del consigliere regionale di Fdi sull'istituzione dei Cav: "Vanno garantite trasparenza e massima partecipazione, scongiurando divisioni all’interno del mondo dell’associazionismo venatorio"

“Quali vantaggi offre l’istituzione dei Centri assistenza venatoria (Cav) per i cacciatori toscani? Comporterà aggravi economici per i cacciatori? Sono state informate tutte le associazioni venatorie dell’istituzione di questi Cav?”. Lo chiede un’interrogazione di Fratelli d’Italia, di cui il consigliere Gabriele Veneri è primo firmatario, sottoscritta anche dai consiglieri Vittorio Fantozzi, vicepresidente della Commissione sviluppo economico e rurale, e Alessandro Capecchi, vicepresidente della Commissione Ambiente e Territorio.

“Con l’interrogazione presentata chiediamo perché non si è ritenuto di far svolgere le attività dei Cav agli ATC, istituzioni regionali presenti in maniera capillare sul territorio ed in ogni provincia della Toscana, con personale adeguatamente formato? E anche perché tali attività non sono state destinate ai competenti uffici della direzione regionale? Con la delibera della Giunta regionale dello scorso 10 gennaio si è dato avvio al processo di selezione dei soggetti che costituiranno tali Cav, da individuare tra le associazioni venatorie e i centri di assistenza agricola (CAA), oltre a stanziare le risorse necessarie per il triennio 2022-2023-2024.

Tali centri di assistenza venatoria sono chiamati a svolgere attività quali il controllo degli appostamenti fissi per la caccia, l’evasione di pratiche burocratiche per l’iscrizione all’esame regionale per l’attività venatoria e la caccia di selezione, la promozione della cultura della sicurezza nell’attività venatoria, la gestione del portale per il rilascio degli anelli inamovibili per i richiami vivi per la caccia (questo solo per le associazioni venatorie).

I soggetti terzi devono possedere i seguenti requisiti: le associazioni venatorie devono essere riconosciute a livello nazionale, devo possedere un'organizzazione a livello regionale toscano, capacità di organizzare il servizio in almeno ogni comune capoluogo di Provincia della Toscana, garantire la presenza di una sede fisica accessibile al pubblico dove si effettua il servizio, personale dedicato alle attività mediante l’individuazione di un soggetto gestore per ogni sede, orario di apertura garantito almeno 15 ore settimanali distribuite su 3 giorni, avere comprovata esperienza nella gestione delle istanze nel settore faunistico-venatorio.

Limiti e requisiti di accesso estremamente penalizzanti per le associazioni venatorie più piccole e con meno iscritti, favorendo invece quelle più grandi e maggiormente strutturate. Si deve, al contrario, garantire la trasparenza e la massima partecipazione in questo procedimento, e scongiurare divisioni all’interno del mondo dell’associazionismo venatorio. Tutti i cacciatori contribuiscono alla difesa e al presidio del territorio e pagano le stesse tasse per l’esercizio della caccia” fanno notare i consiglieri di Fratelli d’Italia.

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