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Elezioni Provincia. L'analisi di Ruscelli: "Centrodestra nervoso. Chiassai troppo politica, Polcri da valutare"

Il segretario provinciale del Pd, all'indomani dei termini per la presentazione delle candidature, analizza quanto accaduto in queste ultime settimane nel panorama politico locale

“Le responsabilità di questa situazione? Solo di Chiassai e Fratelli d’Italia”. Ne è convinto il segretario provinciale del Partito Democratico Francesco Ruscelli che, all’indomani della scadenza relativa alle candidature per la presidenza della Provincia di Arezzo, riflette sugli ultimi accadimenti che hanno, per così dire, movimentato la scena politica locale.

Polcri vs Chiassai: gli “ami-nemici”

In lizza ci sono il sindaco di Anghiari e la prima cittadina, nonché presidente in carica della Provincia, di Montevarchi. Alessandro Polcri contro Silvia Chiassai Martini. Un civico formatosi tra le fila di Forza Italia e una sindaca che, sebbene non iscritta ad alcun partito, è considerata la tra le punte di diamante di FdI Arezzo. Il primo a sostegno della propria candidatura ha raccolto circa 130 firme tra cui, sembra, ci sarebbero pure quelle di consiglieri e amministratori di centrosinistra. La seconda invece, al suo attivo conta 170 sostenitori e l’appoggio incondizionato di FdI, Lega, Forza Italia. Candidati del centrosinistra? Non pervenuti.

“Il problema - spiega Ruscelli - è che la presidente ha trasformato la Provincia in un ente personale e non al servizio dei territori. Perché dico questo? È sufficiente pensare che se avesse scelto una data differente dal 18 dicembre (giorno in cui si svolgeranno le elezioni ndr) anticipando di qualche settimana l’appuntamento elettorale, ci sarebbero stati ben 26 primi cittadini candidabili. 16 del centrosinistra e gli altri di capoluoghi amministrati da civici o centrodestra. Il fatto che lei abbia optato per questo giorno ci spinge a pensare che volesse ridurre il più possibile la rosa degli avversari”.

Pertichini e Tavarnesi indisponibili: ecco le ragioni

Occorre ancora una volta ricordare che la carica di presidente della Provincia, dopo la riforma Delrio, è affidabile solo ed esclusivamente ad un primo cittadino con aumento 18 mesi di governo davanti a sé. Caratteristica che, nel contesto aretino attuale, hanno soltanto 10 amministratori di cui due soltanto del centrosinistra. “Roberto Pertichini e Andrea Tavarnesi - spiega Ruscelli - abbiamo chiesto a entrambi di affrontare la corsa elettorale ma hanno declinato. Il primo è sindaco di Montemignaio, capoluogo di meno di mille anime dove chi veste la fascia tricolore deve occuparsi di tutto e dunque, non ha voluto gravarsi del peso che comporterebbe amministrare l’ente Provincia. Il secondo è sindaco di Civitella in Valdichiana. Indipendente e senza alcuna tessera di partito, si trova al suo primo mandato e, è facile comprendere, oberato dall’organizzazione della macchina amministrativa”. Quindi, secondo Ruscelli, a causa di una scelta del tutto personale effettuata dalla presidente gli aspiranti avversari sono stati letteralmente decimati. “Questo dato - aggiunge - impone anche una seria riflessione sulla legge che regolamenta le Province. È evidente che non è né efficace né funzionale. C’è bisogno di riportarle ad essere enti di primi livello dove presidenti e consiglieri vengono eletti direttamente dai cittadini”.

FdI, i “mal di pancia” nel centrodestra e la trasversalità di Polcri

“In tutto questo - continua Ruscelli - non dimentichiamoci delle importanti responsabilità di FdI. Hanno voluto imporre la candidatura di Chiassai preferendo una figura politica ad una più istituzionale creando forte malcontento”. Atteggiamento che, secondo il segretario provinciale Pd, avrebbe avuto come conseguenza quella di “creare una spaccatura all’interno della loro area politica” dove entrambi concorrono per lo stesso ruolo e dove nessuno dei due pare intenzionato a mandarle a dire all’altro. “E questa - ribadisce Ruscelli - è responsabilità diretta di FdI che si è imposta, forte del risultato politico nazionale, in maniera del tutto arbitraria. Polcri, dal canto suo, ha raccolto firme anche da parte di amministratori di centrosinistra. Per quello che mi riguarda, credo che alcune questioni programmatiche dai poste meritino anche una certa attenzione. Sono convinto che gli amministratori locali sapranno valutare al meglio entrambi gli aspiranti e dare appoggio a colui o colei che meglio riuscirà a rappresentare i territori. Vedremo. Di una cosa sono certo: è necessario abbassare i toni. Vedo troppo nervosismo e veleni. Le reazioni che sino ad oggi si sono registrate son state troppo scomposte per un’elezione di secondo livello. È necessario davvero un cambio di registro anche perché, se le cose stanno così, la colpa non è da ricercare in nessun altro posto se non in casa propria”.

L’accesso agli atti e l’appello: “Trasparenza e correttezza”

“Auspico trasparenza totale”. Una considerazione, quest’ultima di Ruscelli, che appare più un appello. “Quest’oggi - ha specificato il coordinatore provinciale dem - Valentina Vaccari, consigliera provinciale di centrosinistra, ha richiesto di fare accesso agli atti per visionare le firme a sostegno delle candidature. Al momento tale richiesta non è stata esaudita per motivazioni, a quanto pare, di carattere tecnico. Confido nella professionalità e correttezza istituzionale del segretario provinciale, che è anche segretario generale del Comune di Montervarchi, affinché le operazioni di verifica delle elezioni provinciali si svolgano nella trasparenza più totale”.

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