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Domenica, 28 Aprile 2024
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"Piazza della Badia, reprimere non è la soluzione". Futuro Aretino chiede un approccio diverso

Lettera aperta del vicepresidente Talanti: "Chi sbaglia non va giustificato, ma il disagio giovanile si affronta in altri modi. Arezzo ha smesso di investire nel proprio domani"

Lettera aperta di Andrea Talanti - vice presidente di Futuro Aretino. Sul tavolo c'è la questione di piazza della Badia, teatro settimanale di episodi di vandalismo che hanno suscitato la reazione del sindaco, le ire dei residenti e un botta e risposta con il neonato comitato dei commercianti.

"Dopo mesi e mesi di discussioni, ci troviamo nuovamente al punto di partenza. Ciò che accade ogni weekend in piazza della Badia non è un fenomeno isolato da bollare come centro della movida sfrenata e senza regole, ma il semplice sintomo di un disagio accumulato negli anni e che trova libero sfogo in forme pericolose e dannose.

Così, mentre si cerca di mettere un freno a situazioni ben poco simpatiche per i residenti, ci si dimentica di scavare nei perché di tale disagio: non è semplice mancanza di responsabilità, non è semplice micro delinquenza, è la dimenticanza più completa dei giovani di questa città. E ogni città che scorda il proprio futuro, lasciandolo in balia di una società che è piena di esempi sbagliati e cancerogeni, non è capace di proteggere il proprio patrimonio. Una generazione che sta affrontando una situazione talmente complessa da mettere in discussione certezze acquisite e punti di riferimento: l'educazione, i valori, sani e giusti.

Da troppo tempo Arezzo ha smesso di investire nel proprio futuro, da troppo tempo i giovani vengono solo colpevolizzati e mai ascoltati. Una città che con i locali chiusi non ha alcuna alternativa da offrire ai propri ragazzi, si trova - per forza di cose - a dover affrontare situazioni simili. L'alcol tira alcol, la droga tira droga. E tutto ciò porta a forme di delinquenza idiote e certamente evitabili.

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I miei coetanei così come i più giovani non devono essere giustificati: sarebbe il peggiore degli errori. Chi sbaglia, deve capire di aver sbagliato, che sia con una multa o una tirata d'orecchie. Ma non si può pensare di arrestare fenomeni sociali, nazionali, con la sola repressione: piazza della Badia è un singolo caso, ma Arezzo negli anni ha visto episodi simili snodarsi per tutto il suo centro storico.

Solo un'amministrazione sorda potrebbe rifiutarsi di vedere il problema sotto ottiche differenti, e spero che quella aretina non lo sia oltre: già troppo tempo è stato sprecato tra patti e controlli che, come vediamo, a ben poco sono serviti. Futuro Aretino si impegna da anni nella lotta a fenomeni come questi, eppure mai nessuno ha pensato di ascoltare una voce - scusatemi la poca modestia - autorevole in un campo di sua competenza: quella del disagio giovanile.

Arezzo ha bisogno di tanto, ma non di ulteriori polemiche: chi deve risolvere il problema ha dimostrato da tempo di aver perso il polso della situazione. Probabilmente, sarebbe il momento di cambiare approccio: per i gestori, per i residenti, per i cittadini. Ma anche per i ragazzi: non carnefici, ma vittime di sé stessi e di una città che da anni non fa più niente per proteggerli e crescerli nei solchi educatori della tradizione, del rispetto, del valore".

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