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Giornata della memoria, il messaggio dell'Istituto del Nastro Azzurro

"Il 27 gennaio ha un preciso scopo: ricordare affinché non accada più"

Messaggio dell’Istituto del Nastro Azzurro di Montevarchi in occasione della GIORNATA DELLA MEMORIA 2022.

"La Giornata della Memoria è stata istituita per ricordare a tutti che la tolleranza, l’accettazione del “diverso”, la comprensione e l’apertura verso gli altri devono essere le costanti della nostra vita di relazione. L’affermazione all’inizio del secolo scorso di regimi totalitari in Europa, espressione diretta e continuazione della violenza impositiva che insensatamente si scatenò senza motivazioni reali con la Prima Guerra Mondiale, che fu il frutto della degenerazione del nazionalismo esasperato.

Regimi che fecero del terrore verso i propri cittadini e, con la Seconda Guerra mondiale, verso i nemici, una delle costanti della loro politica. Furono bandite tolleranza, comprensione e apertura verso le idee e le istanze degli altri e soprattutto vi fu un rifiuto esasperato del “diverso”. Chi non si allineava ai propri principi, chi veniva messo d’autorità nella categoria “diverso” per ragioni etniche, razziali, religiose e politiche veniva emarginato, prima e poi perseguitato.

Con lo scoppio della guerra si fece un ulteriore passo: veniva eliminato fisicamente. Un vertice di violenza collettiva che portò popoli a commettere orrori e stragi contro sé stesso, che ricordano le stragi del passato (come la Guerra dei Trent’anni in Europa combattuta con base il terrore, che fece oltre 3 milioni di morti) stragi, con il corollario di crudeltà, efferatezza che superano abbondantemente ogni immaginazione.

La Giornata della Memoria ha questo preciso scopo: ricordare affinchè non più accada. Machiavelli a ragione sostiene che “passano li tempi ma l’homini sono sempre gli stessi”. Quindi simili crudeltà, efferatezze, stragi e tragedie possono riaccadere in un futuro e, dati i tempi, anche non troppo lontano. Per evitare che tutto ciò accada ai nostri figlie e nipoti, occorre un impegno diuturno affinché non si ricreino le condizioni in cui si trovarono certi popoli all’inizio del secolo scorso.

La Giornata della Memoria, oltre a rivendicare questo impegno delle persone di buona volontà, serve anche a ricordare le vittime di questa follia collettiva che ridusse il pianeta in un cumulo di rovine come lo era nel 1945. Il “diverso” è facile crearlo. Abbiamo sotto gli occhi tante derive che oggi portano a vedere in “questo” o “quello” un “diverso” che deve essere emarginato, prima, imprigionato poi, e quindi eliminato fisicamente. Il processo è sempre lo stesso ed oggi vediamo che è ben avviato: prima il “diverso” deve essere “marcato” con un segno distintivo, poi si assisterà al fiorire dei campi di concentramento per la “sicurezza di tutti” ed infine il passo finale della sua eliminazione.

Un processo che va fermato e la Giornata della Memoria serve a questo. Una presa di coscienza collettiva per impedire nuovi orrori. Bloccare questo meccanismo perverso è dovere di tutti per evitare nuove vittime, anche perché quelle che si ricordano sono già abbastanza. Ebrei, frutto della giudeofobia che da secoli alligna nelle nostre collettività che è assurto ad Olocausto, a genocidio sistematico insieme ad altri popoli come quello armeno in cui l’obiettivo finale è quello di cancellare questi popoli dalla faccia della terra.

Ma anche “diversi” sono nella lista. I diversamente abili (programma tedesco T4), i Rom, che volgarmente vengono chiamati “zingari” e già nel nome vi è una condanna, gli omosessuali, gli oppositori politici, i propri corregionali che non si allineano integralmente, e tutti coloro che “de facto” vengono definiti diversi".

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