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Venerdì, 26 Aprile 2024
Il dibattito

Multiutility Toscana, Morini risponde a Ghinelli: "Rischio colonizzazione? I colossi sono già dentro Nuove Acque"

Il presidente del Comitato Acqua Pubblica che da anni si batte per il rispetto del referendum del 2011 risponde per le rime al sindaco Ghinelli e chiede un'inversione di rotta verso una società totalmente pubblica, locale e non regionale per i servizi essenziali

"Rischio di essere colonizzati dai colossi dell'energia, dell'acqua e dei rifiuti? Ma lo siamo già e il sindaco Ghinelli lo sa bene."

Così Gianfranco Morini presidente del Comitato Acque Pubblica risponde all'intervista che il primo cittadino di Arezzo ha rilasciato sull'intricato tema della multiutility della Toscana, quella grande società su cui stanno in primis lavorando i sindaco di Firenze, Prato ed Empoli per riunire sotto un'unica governance il settore dell'energia, dei rifiuti e del sistema idrico. Arezzo in questo momento è alla finestra, dopo che il progetto di Ghinelli di partire da Estra per la sua costruzione si è fermato. 

"Ci tengo a dire che a chi come noi del comitato ci battiamo da oltre un decennio perché il servizio idrico torni ad una gestione totalmente pubblica, in capo al comune o a un insieme di comuni consorziati in azienda speciale, ente di diritto pubblico, ci conforta sapere che anche i sindaci di centrodestra del comprensorio aretino, sentiti da Ghinelli, si sono mostrati scettici sul modello proposto dai comuni di Firenze, Prato ed Empoli riguardo la costituzione di una multiutility toscana che ambisce ad accaparrarsi le gestioni del servizio idrico, dei rifiuti, dell’elettricità e del gas  dell’intera regione."

Morini spiega perché non ci sia rischio di colonizzazione per Arezzo.

"Bisogna mettere in chiaro che nel breve periodo, per gli aretini, cioè per il servizio idrico di Arezzo e provincia, non c’è alle viste nessun rischio di essere “colonizzati” da grandi gruppi industriali come Acea, Hera, A2a, Iren, come dice Ghinelli e questo perché l’affidamento del servizio in concessione a Nuove Acque andrà a scadenza a fine 2027 (se non addirittura a fine 2029) ovvero tra cinque o addirittura tra sette anni. Peraltro fa un po sorridere sentir dire dal sindaco che c'è l’esigenza di creare una grande azienda multiservizi regionale perchè altrimenti finiremo sotto le grinfie di un grande gruppo industriale come Acea. Ma se è proprio ad Acea e Suez (l’una compartecipe dell’altra e viceversa) che tre anni fa Ghinelli e gli altri sindaci, senza che ve ne fosse bisogno, assicurarono altri 10 anni di lauti profitti concedendo a Nuove Acque la proroga della concessione fino al 2027 e oltre. Ghinelli sembra voglia dare ad intendere di non sapere che la governance di Nuove Acque è già nelle mani di Acea-Suez visto che l’intero management è di loro nomina. Lo sa, lo sa..."

Il punto che per Morini sta alla base di tutto è la ripubblicizzazione del servizio idrico, così come sancito dalla vittoria del referendum di 11 anni fa.

"Cosa ha a che vedere la gestione dell’acqua, quella di un monopolio naturale, capitale pubblico, bene demaniale inalienabile, bene comune funzionale all’esercizio dei diritti fondamentali delle persone, con la gestione di servizi quali quelli energetici, dell’elettrico e del gas, assoggettabili alle leggi del mercato e della concorrenza? O piuttosto con il servizio di raccolta e di smaltimento dei rifiuti? Nulla. In realtà per taluni sindaci, come quelli di Firenze, Prato e di Empoli, l’acqua, il gas, piuttosto che l’energia elettrica e i rifiuti hanno un importante elemento in comune: sono merci appetibili per il mercato e quindi utili per fare profitto. Dobbiamo essere noi del Comitato per l’Acqua Pubblica a ricordare al sindaco che i referendum del 2011 sancirono la volontà dei cittadini di sottrarre l’acqua e gli altri servizi pubblici essenziali dal mercato e dal profitto?"

La conclusione per Morini è una sola, servizi pubblici essenziali gestiti da amministratori locali competenti:

"E' inaccettabile che dopo 11 anni ancora ci siano dei sindaci che si impegnano a voler creare una holding multiutility toscana puntando alla quotazione in borsa facendo guadagnare soldi facili agli investitori privati, i quali peraltro determineranno il management e le scelte di politica aziendale. Siamo testardamente convinti che efficienza, efficacia ed economicità nei servizi pubblici essenziali siano conseguibili attraverso gestioni totalmente pubbliche con l’impegno di amministratori locali onesti e capaci."

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