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Un anno da cialtroni. Tra cassonetti straripanti e divani che spuntano in mezzo ai boschi: la mappa del degrado

Ordinaria inciviltà che troppo spesso trova facile spiegazione nel "così fan tutti".

Sapete quanto costa ripulire il solo territorio di Arezzo dall'immondizia e dai rifiuti che distrattamente (o meno) vengono abbandonati?
Circa 200mila euro all'anno.

Denaro che esce direttamente dalle tasche dei cittadini e finisce proprio nell'immondizia.
Soldi buttati nel vero senso della parola visto che, con un po' di buona volontà e senso civico, potrebbero essere facilmenti risparmiati e investiti per altre attività. Invece no. Vengono spesi per raccogliere bidet che svettano tra i cespugli nei boschetti, materassi che giaciono di fianco ai cassonetti, cucine economiche parcheggiate dietro al tribunale.

La cifra, di per sé poco incisiva nel trattamento del ciclo dei rifiuti, è allo stesso tempo sostanziosa visto e considerato che è attribuibile soltano al territorio comunale di Arezzo.

Nei mesi passati in città, su iniziativa della consigliera Meri Cornacchini, si è formato l'ormai celeberrimo gruppo social "Contro i cialtroni". Una mega chat collettiva dove centinaia di utenti segnalano prontamente episodi di ordinario degrado urbano.
Una sorta di crocevia virtuale che dallo scorso 22 novembre ha trovato supporto in Arezzo Clean, l'applicazione che consente a tutti di segnalare in tempo reale rifiuti abbandonati, disservizi e cassonetti accerchiati da spazzatura e scarti di ogni genere.
Insomma, una mappa del degrado che in meno di due mesi di vita ha già collezionato centinaia di segnalazioni e messaggi.

L'obiettivo è quello non solo di intervenire laddove necessario ma anche di sensibilizzare la popolazione.
Sfortunatamente, così come è riscontrabile in comuni limitrofi al capoluogo, neppure l'istituzione di ispettori ambientali e la presenza delle foto trappole è riuscita scoraggiare i cittadini dal commettere abbandoni sconsiderati lungo strade di campagna o centri periferici.
Gomme, sanitari e vecchi arredi spuntano come funghi.

Ordinaria inciviltà che troppo spesso trova facile spiegazione nel "così fan tutti".

Nuove frontiere del degrado Lancio dell'immondizia dal finestrino dell'auto

Ma non è tutto.
A complicare ultieriormente le cose poi, soprattutto nel 2018, ci si è messo anche il gestore. Sei Toscana, come ampiamente noto, dal mese di agosto ha avviato una razionalizzazione della forza lavoro ed ha appaltato a realtà esterne il servizio di ritiro dei rifiuti. Dalla fine dell'estate fino a poco prima dell'arrivo del periodo natalizio non sono mancati episodi al limite del sopportabile dove gli utenti del porta a porta che hanno dovuto convivere con cumuli di immondizia davanti al cancello di casa e animali selvatici pronti a fare man bassa di scarti alimentari.
Un disastro.
Senza considerare che, in alcune zona dell'Aretino, la situazione ancora stenta a migliorare. Sono soprattutto le aree di campagna, i piccoli nuclei urbani, le frazioni a risentire di più di un servizio a rilento che non sempre riesce ad essere 

L'appello di Ghinelli "Sindaci fate i conti e chiediamo i danni a Sei Toscana"

Le immagini degli abbandoni (Foto tratte dal gruppo Contro i cialtroni)

Rifiuti abbandonati e cassonetti pieni: il 2018 di Arezzo

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