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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Il matrimonio non s'ha da fare: Castiglion Fibocchi sceglie l'indipendenza. Altro caso nel Pisano

Neanche un divorzio, visto che il matrimonio non c'era stato. E dire che il banchetto di nozze l'avrebbero preparato Regione e Stato, mettendo da parte una dote di 2,5 milioni a testa da far cadere sul neo-unito territorio nell'arco di un decennio...

Neanche un divorzio, visto che il matrimonio non c'era stato. E dire che il banchetto di nozze l'avrebbero preparato Regione e Stato, mettendo da parte una dote di 2,5 milioni a testa da far cadere sul neo-unito territorio nell'arco di un decennio. Più altri benefit: lo star fuori dal patto di stabilità per 5 anni, corsie preferenziali per fondi europei. Ma Castiglion Fibocchi e Capolona non diventeranno un comune unico, come sancito dal referendum chiusosi ieri. Uno spoglio amaro per il fronte del sì, capeggiato dai sindaci di centro-sinistra di entrambi i municipi. Un trionfo per quello del no, attivo a Castiglion Fibocchi, che non voleva perdere l'indipendenza del proprio ente.

L'amarezza dei sindaci Montanaro e Ciolfi

Esulta il fronte del NO: "Indipendenza!"

I dati sull'affluenza

risultati-capolona

Un verdetto che ricade sulle spalle dei cittadini di Castiglion Fibocchi, accorsi massicciamente alle urne (71% l'affluenza) e con le idee chiare: il 64% di loro ha barrato il No. E si sa, senza la volontà di entrambi i contraenti, nessun matrimonio si può celebrare. A dire il vero uno spiraglio ci sarebbe stato: se il Sì avesse raggiunto il 66,66% del totale dei due comuni. Questo avrebbe richiesto un voto massiccio a Capolona (che non c'è stato, con affluenza ferma al 38%) e comunque compatto per la fusione. E invece il comune che collega Arezzo al Casentino ha detto Sì rimanendo poco sotto al 60%. Insomma, a Castiglion Fibocchi molto interesse per il tema ed elettori agguerriti - quasi 2 su 3 - per difendere la separazione degli enti. Capolona ha dimostrato maggior apatia.

risultati-Castiglion-Fibocchi

In Toscana, contemporaneamente, si sono svolti altri due referendum simili, nel Pisano e sulla montagna pistoiese. Un solo matrimonio celebrato, quello di Pistoia, tra San Marcello (sì all'84,5%) e Piteglio (Sì al 70%). E' naufragato, infatti, anche l'accorpamento tra i comuni pisani di Castellina Marittima e Riparbella: il No ha vinto in entrambi i comuni, ma anche in questo caso l'opposizione più ferma alla fusione - e la maggior partecipazione alla consultazione - è arrivata dal comune più piccolo, Riparbella (No a quota 72%). A Castellina il No si è fermato al 61,6%.

I precedenti.

Il primo dei diciassette referendum sulla fusione che ci sono già stati – spiegano dalla Regione Toscana – è stato quello del 6-7 maggio 2012 in Casentino, che ha coinvolto tredici diversi comuni ma bocciò il comune unico. Il 21-22 aprile 2013 di referendum ce ne sono stati ben quattro: negli otto comuni dell’Elba vinsero i “no”, mentre si sono fusi Figline e Incisa, Castelfranco e Piandiscò, Fabbriche di Vallico e Vergemoli. Il 16 giugno 2013 è stata la volta di Castel San Niccolò e Montemignaio, dove i cittadini hanno detto che la fusione non era da farsi. Altri nove referendum si sono svolti il 6-7 ottobre 2013. Nel pisano i cittadini di Peccioli e Capannoli bocciarono la fusione con Palaia, dove avevano prevalso i “sì”, mentre sono diventati un comune unico Lari-Casciana Terme e Lorenza-Crespina. Via libera anche al nuovo comune di Pratovecchio Stia e a quello di Scarperia e San Piero a Sieve nel Mugello, mentre un “no” è stato reg istrato per Suvereto e Campiglia e per la proposta di un comune unico di Villafranca e Bagnone. Saltata anche la fusione tra Aulla e Podenzana e Borgo a Mozzano e Pescaglia. Il penultimo referendum si è tenuto il 26-27 ottobre 2014, con la nascita dal nuovo comune di Sillano Giuncugnano. Poi c’è stato il 29-30 novembre 2015 quello dell’Abetone e Cutigliano, con il via libera alla fusione ricevuto a gennaio dal Consiglio regionale.

In copertina i simboli di Castiglion Fibocchi e Capolona

@MattiaCialini

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