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Gallo ed Eliodori (Pd): "La città poco intelligente, quello che la destra non dice"

Dal gradimento in discesa del sindaco Ghinelli alla classifica sulla smart city, gli esponenti della segreteria Pd attaccano l'amministrazione

Filippo Gallo e Sofia Eliodori della segreteria comunale del Pd di Arezzo attaccano l'amministrazione Ghinelli in base ad alcune delle ultime classifiche uscite.

filippo-gallo-2"Le classifiche non sono una scienza, ma hanno il pregio di mettere la discussione a fuoco e riportare qualche dato oggettivo nel dibattito cittadino. La destra aretina, civica negli anni bisestili, ha il difetto di utilizzare quelle di proprio gusto e di tacere su quelle che invece la vedono in difficoltà. Non fanno eccezione le due classifiche uscite ieri."

Il riferimento è a quella del gradimento del sindaco Ghinelli rispetto al giorno dell'elezione e a quella che misura il grado di smart city raggiunto da Arezzo.

"La prima, sul gradimento dei sindaci, ci dice che il grande assente è in caduta (-3% percentuali di gradimento), la seconda che Arezzo non è definibile come “città intelligente” secondo il report Human Smart City Index elaborato ogni anno da Ey che, attraverso l’analisi di ben 456 indicatori, stabilisce quanto una città investa in risorse per riprogettare il proprio presente attraverso la digitalizzazione (che non è il click day ecco…), la sostenibilità ecologica, la resilienza del tessuto socio-economico."

"Ci interessa quest’ultima, perché la prima per noi è piuttosto scontata, il vento l’avevamo già capito da tempo, solo gli asserragliati a Palazzo Cavallo fanno finta di non capire. Nella classifica Smart City i parametri principali sono 3: inclusione sociale, transizione ecologica e la transizione digitale. Tre parametri moderni, tre parametri che distinguono una città al tramonto da una città che capisce quello che succede nel mondo e si preoccupa di dominare i fondamentali di questa globalizzazione. Tre indicatori che ci dicono come e quanto questa città nel presente e nel futuro diventi attrattiva per il lavoro ed i servizi avanzati, e si preoccupi di contrastare il processo di invecchiamento e spopolamento produttivo che già mostra il ghigno nella nostra comunità.

Dall’inizio della pandemia nel 2020 ad oggi Arezzo è scivolata in classifica di quasi venti posizioni passando dal 44esimo posto al 61esimo. Che cosa significa? Significa che questa città, per colpa di un’amministrazione assente e arroccata, rischia di perdere la sfida per costruire il proprio futuro. Nel momento in cui ce n’è più bisogno, nel momento in cui bisogna dimostrare di sapersi riprogettare attraverso i fondi Pnrr, nel momento in cui bisogna investire su Arezzo e sugli aretini.

Una destra moderna di governo affronterebbe questi temi come i più rilevanti. Ma noi abbiamo davanti un finto civismo più preoccupato di perpetuare lo status quo declinante che di rilanciare l’attività politica.

Una destra aretina che tra i sorrisi di facciata ed i mugugni di balcone, dovrà presto scegliere se seguire il suo sindaco nella palude amministrativa che ha creato o se sconfessare il suo operato e creare nuove condizioni di sviluppo sociale ed economico. Ad oggi, nessuno squillo di tromba segnala un passo nuovo, solo piccole e leggere scosse di potere decise nelle segrete stanze: un po' poco, per questa Destra aretina che promette e non mantiene. Le classifiche non mentono."

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