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Bardelli plaude all'ingresso dei privati nella gestione dei beni culturali di Arezzo

Il consigliere di maggioranza Roberto Bardelli interviene sulla nascita della fondazione cultura, attaccata nei giorni scorsi da Francesco Romizi. È una vera e propria rivoluzione. La nascita di una fondazione che gestirà le politiche culturali...

Il consigliere di maggioranza Roberto Bardelli interviene sulla nascita della fondazione cultura, attaccata nei giorni scorsi da Francesco Romizi.

È una vera e propria rivoluzione. La nascita di una fondazione che gestirà le politiche culturali del Comune di Arezzo è senza dubbio un modo nuovo e diverso di creare e gestire il “sistema cultura” che può portare nuova linfa e vitalità, superando di fatto la concezione dirigista e organica che spesso e volentieri è asservita al potente di turno anche per altri scopi. Già il nome del soggetto, che richiama Guido Monaco, dà finalmente risalto a un grande personaggio aretino famoso in tutto il mondo, ma sempre bistrattato e spesso dimenticato nella stessa città.

La fondazione rimarrà a tutti gli effetti pubblica, visto che di sei consiglieri tre saranno di nomina comunale tra cui il presidente, il cui voto varrà doppio in caso di parità nelle decisioni. Ma è l’ingresso dei privati a costituire la vera novità. Perché per la prima volta non sarà il Comune da solo a gestire e prendere decisioni su tutto quello che è cultura. Personaggi esterni saranno chiamati alla fattiva partecipazione e alle scelte che incideranno sulla realtà cittadina, aprendo di fatto ad attori fino ad oggi rimasti esclusi da scelte importanti. E questo sarà di grande beneficio e con risvolti positivi per il tessuto culturale diffuso.

Siamo chiamati a una nuova e importante sfida: che la rifondazione culturale, cosa ben diversa da certe rifondazioni anelate da altri, abbia inizio.

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