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Martedì, 30 Aprile 2024
Giostra Saracino

Carboni: "Sant'Andrea sta bene e vuole vincere. Io ancora rettore? Decido più avanti"

E' alla guida dei biancoverdi dal 2007 e progetta un anno ambizioso: "Con Martino Gianni non si va a cavallo per passeggiare. Vedovini a Porta del Foro? Solo un avversario. La Giostra sta bene ma serve più attenzione dai vertici della politica"

Porta Sant'Andrea ha riacceso i motori dopo un periodo di flessione. La vittoria del giugno 2023, unita all'onda emotiva del ritorno di Martino Gianni in veste di allenatore, ha fibrillato un quartiere che stava vivendo difficoltà impreviste e inedite rispetto al recente passato. Il rettore Maurizio Carboni adesso ha l'obiettivo di tenere i biancoverdi sulla breccia, puntando a riconquistare la vetta dell'albo d'oro che è soltanto una lancia più su (dove si trovano Porta Crucifera e Porta Santo Spirito).

È passato l'inverno, è arrivata primavera. Porta Sant'Andrea come sta?

Benissimo, è un quartiere vivo, positivo, si respira aria buona. Vedo fervore e partecipazione in tutte le iniziative che vengono organizzate, c'è smania di essere protagonisti. In queste condizioni si vive nel modo giusto.

Merito di chi o di cosa?

Merito del lavoro che abbiamo fatto nel corso degli anni, andando in profondità e cercando di promuovere quell'inclusione che sta dando i frutti sperati. Lo spirito di aggregazione che vedo dentro il quartiere, e che accomuna tutte le fasce di età, è un premio per ognuno di noi. Poi è chiaro che le vittorie in piazza danno linfa.

A gennaio avete annunciato l'ampliamento delle scuderie. Le strutture portano anche punti sul cartellone, e quindi successi, oppure no?

L'acquisto dei terreni ha rappresentato la chiusura di un cerchio aperto vent'anni fa. Scuderie come la nostra favoriscono la socialità, cementano il gruppo, consentono di lavorare meglio. Alla fine limano quei millimetri contro il buratto che nella Giostra di oggi sono determinanti. Piazza Grande è unica e non replicabile ma a Peneto ci alleniamo con percorrenze, pendenze e distanze che sono identiche a quelle della gara. Questo aiuta.

Un anno fa il ritorno di Martino Gianni. È stato veramente un fattore di svolta per voi?

Assolutamente. È una persona piacevolissima, con lui le ore sembrano minuti. Sa stare in squadra e sa starci da leader. Tra noi c'è dialogo totale, in questo anno trascorso insieme non c'è mai stato bisogno di battere i pugni sul tavolo. Sono contento che sia tornato a casa: vedo nei suoi occhi, nel suo impegno la volontà forte di riportare Sant'Andrea al top. E non chissà quando, subito. Martino non è uno da passeggiate a cavallo.

Da quale giostratore si aspetta un salto di qualità?

Da tutti mi aspetto una cosa: evitare di ripetere gli errori di settembre, sia in prova generale che in Giostra. Un inciampo può capitare, a patto che non succeda di nuovo. I ragazzi si allenano tanto e bene, non possono svilire le loro capacità in quel modo.

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Il 2024 sarà una battaglia. È d'accordo?

Come sempre. Tutti i giostratori sono sul pezzo per dodici mesi. Quando c'è la competizione, combattere diventa la normalità.

Che effetto le farà vedere una bandiera biancoverde come Enrico Vedovini con i colori di Porta del Foro addosso?

Io da sempre guardo e commento solo i miei. Gli altri sono tutti avversari.

Le mancherà il suo ex collega Ezio Gori, che ha detto addio a Porta Santo Spirito? Avete vissuto fianco a fianco per una vita.

Sì, mi mancherà. Con Ezio abbiamo anche litigato una volta, perché in fondo siamo ragazzi che se la prendono per delle bischerate. Poi però chiarimmo in fretta e tutto rientrò, com'è giusto che sia tra persone intelligenti. Con lui ho instaurato una frequentazione personale, basata sulla stima reciproca, che non ho avuto con altri colleghi. Ha dato tanto alla Giostra e al suo quartiere, sono sicuro che a giugno sarà in piazza.

Il rettore Carboni, membro della Consulta di Giostra, cosa pensa della salute della manifestazione?

Il Saracino sta bene ma ha bisogno di un assessorato con deleghe specifiche. O comunque di un'attenzione politica più marcata e continua, cosa che negli ultimi anni non c'è stata. Paolo Bertini è un consigliere comunale che sta facendo anche troppo e lo ringrazio. Ma una manifestazione del genere non può essere trascurata dai vertici dell'amministrazione.

Questo è l'ultimo anno di mandato per lei. E dopo cosa succederà: ha già deciso se restare in sella oppure farsi da parte?

No, intendo dedicarmi anima e corpo al 2024 e ottenere il massimo per Sant'Andrea. In passato avevo annunciato di mollare e poi ho dovuto fare marcia indietro. È un errore che non intendo commettere un'altra volta. Sono rettore dal 2007, un po' di stanchezza c'è ma prima voglio ponderare bene con le persone che mi sono state vicine nell'ultimo periodo. Poi farò le mie scelte.

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