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Cronaca

Covid, Toscana tra le regioni a rischio zona arancione

La decisione verrà presa giovedì 20 gennaio. Intanto i contagi iniziano a calare

Rischio zona arancione per la Toscana. Da lundì prossimo, se i contagi non freneranno ancora, potrebbero scattare nuove misure restrittive. Ma la Toscana non è l'unica regione a correre questo rischio: anche Piemonte, Marche, Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Abruzzo, Lazio, Emilia-Romagna, Lombardia, Sicilia, Liguria, Calabria e provincia di Trento hanno dati che possono far immaginare la zona arancione.  Decisivi saranno i dati di giovedì 20 gennaio.

Intanto i contagi iniziano a calare: questa mattina il presidente della Regione Eugenio Giani ha comunicato sui supi canali social  che i nuovi casi registrati in Toscana sono 5.626 su 31.774 test di cui 15.970 tamponi molecolari e 15.804 test rapidi. Il tasso dei nuovi positivi è 17,71% (67,9% sulle prime diagnosi).

Cosa cambia in zona arancione

Si va in zona gialla con incidenza oltre i 50 casi ogni centomila abitanti, 15 per cento di posti letto occupati da pazienti Covid nei reparti ordinari, e 10 per cento di posti letto occupati nelle terapie intensive Covid. Per la zona arancione, incidenza superiore ai 150 casi ogni centomila abitanti, 30 per cento di posti letto occupati nei reparti ordinari e 20 per cento nelle terapie intensive. Per la zona rossa, incidenza sempre superiore ai 150 casi ogni centomila abitanti, 40 per cento di posti letto occupati nei reparti ordinari e 30 per cento nelle terapie intensive.

La differenza tra zona gialla e bianca non c'è più, come spiega Today. E' in zona arancione e zona rossa che le cose cambiano sul serio. Nella zona bianca, gialla e arancione sono quasi completamente identiche le regole per i vaccinati. In zona bianca e gialla chi non ha un Super Green Pass ha le stesse limitazioni. In zona arancione rispetto alla zona gialla qualcosina cambiava fino a ieri: serviva il Super Green Pass per comprare lo skipass, per i negozi nei centri commerciali nei festivi e prefestivi (eccetto alimentari, edicole, librerie, farmacie e tabacchi), per cenare al ristorante (anche in albergo) anche all'aperto, per le piscine all'aperto, per gli spogliatoi delle palestre, per fare sport di contatto al chiuso e all'aperto, per tutte le feste nei locali dopo cerimonie, per accedere a centri culturali, centri sociali e ricreativi all'aperto. Ma il nuovo decreto-legge del 29 dicembre dal 10 gennaio applica anche alla zona bianca e gialla l’obbligo di certificato "super" per queste attività, tranne in due specifici casi: l’accesso ai negozi presenti nei centri commerciali nei giorni festivi e prefestivi (esclusi alimentari, edicole, librerie, farmacie e tabacchi) e l'accesso agli spogliatoi.

Per moltissime altre attività serve il Super Green Pass in zona bianca, gialla, arancione: non ci sono differenze vere col sistema a colori.

In zona arancione però gli spostamenti dal proprio comune con oltre 5mila abitanti con mezzo proprio verso altri comuni o fuori dai confini di Regione/PA richiedono green pass semplice, oppure motivi di lavoro, necessità, salute, o per servizi non sospesi ma non disponibili nel proprio comune. Invece non vi è alcun limite di spostamento in zona gialla. La differenza principale rimasta in piedi tra zona bianca-gialla e quella arancione è dunque la regola degli spostamenti al di fuori del proprio comune per i non vaccinati (che possono comunque uscire dal comune, per lavoro, per il vasto e mai chiarito fino in fondo campionario di "necessità", e motivi di salute). La zona arancione è comunque foriera di restrizioni vere per centinaia di migliaia di persone in ogni regione, e i presidenti si stanno muovendo per evitare lo scenario.

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