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Ricoverati in bolla Covid dopo il vaccino: ecco perché. La Asl: "Nessun dubbio sulla validità del farmaco"

Il vaccino anti Covid protegge all’88% dall’infezione, al 94% dal ricovero in ospedale, al 97% dal ricovero in terapia intensiva e al 96% da un esito fatale della malattia

Guardia ancora alta e massima attenzione a tutte le norme anti contagio perché, se è vero che il vaccino limita le possibilità di contrarre l'infezione in maniera feroce, è altrettanto riscontrato che ancora non è stata raggiunta una soglia sufficiente di immunizzati. Dalla Asl Toscana sud est non ci sono dubbi. La battaglia contro il Covid potrà essere vinta soltanto a suon di cautele e comportamenti oculati. All'indomani degli ultimi aumenti di nuovi casi nel territorio provinciale, Danilo Tacconi, direttore di malattie infettive dell'ospedale San Donato, respinge l'idea che "la singola persona vaccinata sia una sorta di supereroe libero da problemi e, soprattutto, da doveri verso la comunità in cui vive". Al contrario. I doveri permangono e le premure non sono mai troppe. "Negli ultimi 9 giorni - specifica Tacconi - nella provincia di Arezzo, abbiamo avuto 50 nuovi casi di media al giorno. Abbiamo pazienti in degenza Covid il cui numero non arriva a due cifre e 2 pazienti in terapia intensiva. La sintesi è che le precauzioni non possono essere abbandonate né alla prima né alla seconda dose di vaccino, soprattutto avendo a che fare con le varianti e con un’immunità della popolazione ancora non sufficiente tale da ridurre in modo significativo la circolazione del virus".

A destare particolare attenzione sono i ricoveri, in degenza Covid, che si registrano tra coloro che hanno effettuato il vaccino. Una casistica che, come facilmente comprensibile, suscita reazioni e perplessità tra la popolazione non ancora vaccinata. "Come ha evidenziato l'Istituto superiore di sanità, siamo di fronte ad un paradosso - commenta Elena De Sanctis, responsabile dell'igiene pubblica della zona aretina. Sono stati raggiunti livelli elevati di copertura e in questa fase il numero assoluto delle infezioni, ospedalizzazioni e decessi diventa simile per vaccinati e non vaccinati. Ma se leggiamo l'incidenza e cioè il rapporto tra il numero dei casi e la popolazione, scopriamo che quella dei vaccinati è dieci volte più bassa di quella dei non vaccinati. La sintesi è che il vaccino funziona. Ovviamente la sua copertura non può essere al 100%".

"È la storia dei vaccini a confermarlo - aggiunge Tacconi - Ci sono i limiti dettati dal vaccino stesso e la reazione, singola e diversa l'una dall'altra, delle diverse persone".

Vaccinati tra i ricoveri in bolla Covid: perché?

Il vaccino anti Covid protegge all’88% dall’infezione, al 94% dal ricovero in ospedale, al 97% dal ricovero in terapia intensiva e al 96% da un esito fatale della malattia. I vaccinati possono divenire positivi ma in genere hanno forme con nessuno o pochi sintomi. A ricordarlo, sulla base dei dati forniti dall'Istituto Superiore di Sanità, è la stessa De Sanctis che in merito ai ricoveri Covid di cittadini con ciclo vaccinale completato specifica come "il motivo del loro ricovero è una patologia diversa dal Covid. Quando si raggiunge una copertura molta alta la maggior parte dei casi può essere quella di soggetti vaccinati ma questo perché  popolazione dei vaccinati è più numerosa di quella che non lo è".

"Dobbiamo distinguere - aggiunge poi Tacconi - le differenze tra i pazienti in degenza Covid. Tra quelli vaccinati con ciclo completo, in numero assoluto decisamente più basso rispetto ai non vaccinati, il motivo della degenza ospedaliera è spesso indipendente dal Covid. Presentano altre patologie ma la presenza dell’infezione da Sars-Cov2 ne determina la degenza in bolla Covid. Un contagiato, seppur vaccinato, che ha contratto una polmonite batterica o ha una frattura di femore si ricovera in bolla perché devono essere garantiti percorsi di isolamento senza venir meno ai trattamenti specifici del paziente. I numeri dei vaccinati ricoverati non può essere quindi utilizzato per mettere in discussione l'assoluta validità e necessità della vaccinazione".

Obiettivo immunità di gregge

Dunque il vaccino protegge ma allora come contrastare l'incremento dei nuovi casi? "Intensificare la vaccinazione per raggiungere l'immunità di gregge e cioè fino al punto in cui almeno all'80% della popolazione ha completato il ciclo vaccinale - specificano Tacconi e De Sanctis - e mantenere l'uso delle mascherine e delle norme di prudenza".

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