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Sabato, 27 Aprile 2024
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Sanità in Toscana, allarme dei sindacati. ''Turni massacranti per il personale in servizio. Subito nuove assunzioni"

L'emergenza covid resta una spada di Damocle per tutte le Asl. Giuliattini (Cisl): "Grave la miopia politica, ma più grave sarebbe l'irresponsabilità". Pacini e D'Onofrio (Cgil): "Vietato indebolire il servizio sanitario regionale"

I sindacati toscani sono in allarme. L'emergenza covid resta una spada di Damocle pendente e ci sono molti punti dolenti che riguardano l'organizzazione del personale sanitario, dai turni massacranti per chi è in servizio fino al ritardo delle cure per i pazienti e allo spettro del blocco delle assunzioni.

La CISL FP Toscana, per esempio, ha espresso una forte preoccupazione per le conseguenze che potrebbe avere sul personale in servizio (e regolarmente vaccinato) la sospensione del personale non vaccinato. 

Mauro Giuliattini, reggente della segreteria regionale ha spiegato: “Ad oggi non abbiamo un quadro chiaro dei numeri e dei profili coinvolti, ma soprattutto non sappiamo come la Regione e le Aziende intendano sostituire il personale interessato dal provvedimento, visto il blocco delle assunzioni a cui si sta assistendo in tutta la Toscana. La sospensione del personale non può certo essere compensata dal personale che rimane al lavoro, già gravato dalle assenze per le mancate assunzioni”.

La CISL chiede quindi alla Regione di procedere con assunzioni veloci dalle graduatorie in essere, sia a tempo determinato che indeterminato, così da ripristinare dotazioni organiche necessarie alla salute dei cittadini e assicurare condizioni di lavoro sicure e dignitose. Le criticità stanno venendo a galla in tutte le Aziende sanitarie, secondo la CISL, soprattutto dopo aver verificato che i numeri dati dalla Regione sulle assunzioni di infermieri non corrispondevano alla realtà con circa 1500 unità in meno.

“La miopia politica è grave ma più grave sarebbe la irresponsabilità. I lavoratori e i cittadini – ha aggiunto Giuliattini – hanno diritto a risposte chiare e veloci, prima che la situazione precipiti”.

Ripartiamo insieme CISL 26.06.2021-2

Anche la CGIL FP Toscana ha sottolineato che sarebbe paradossale e miope indebolire in questo momento il servizio sanitario regionale con il blocco delle assunzioni. Occorrerebbe invece creare le condizioni affinché le strutture tornino ad operare nella loro piena ordinaria funzione, magari con un piano reale di smaltimento delle liste di attesa nelle strutture pubbliche. Per farlo, secondo CGIL, ènecessario considerare il Sars-Cov-2 non più come un evento occasionale ma come un fattore endemico, adeguando la dotazione di personale delle Strutture sanitarie a tale necessità. In caso contrario, l’assistenza ai pazienti Covid andrebbe a drenare personale dalle altre linee assistenziali con ovvie ripercussioni, come abbiamo visto, sul ritardo delle cure e sul correlato tasso di mortalità.

Bruno Pacini (segretario generale Fp Cgil Toscana) e Pasquale D’Onofrio (segretario  Fp Cgil Medici e Dirigenza Ssn Toscana) hanno puntato il dito contro "il cumulo di richieste di prestazioni sanitarie (visite specialistiche, esami diagnostici, interventi chirurgici) che, a causa dell’emergenza Covid-19, hanno determinato un inaccettabile allungamento dei tempi di attesa. Si stima che nel corso del 2020 i ritardi di cura hanno determinato un incremento di 25 mila decessi per altre patologie durante l’emergenza Covid. Va considerata inoltre la carenza di professionisti in alcuni settori. A causa di errori di programmazione dell’offerta formativa, mancano in Toscana oltre 250 medici dell’emergenza e inoltre anestesisti, cardiologi, ginecologi, ortopedici, chirurghi, radiologi, pediatri, MMG. Una situazione di carenza che si aggraverà nei prossimi 5 anni in tutto il territorio nazionale determinando una competizione tra regioni su tali profili".

La conclusione è chiara: rinunciare ai concorsi e allo scorrimento delle graduatorie a tempo indeterminato significherebbe svuotare il sistema di professionalità indispensabili oggi e nei prossimi anni.

"La regione Toscana vanta da sempre una positiva tradizione di programmazione sanitaria che nasce dal confronto franco e costruttivo con le rappresentanze, tanto più proficuo quanto più incentrato su un’attenta analisi dei bisogni assistenziali, il censimento delle forze in campo e di quelle necessarie a indirizzare lo sviluppo della sanità pubblica. E’ forte il timore che molti di questi elementi di forza siano oggi messi in discussione".

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