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Ampliamento San Zeno, le reazioni: "Non c'è niente da festeggiare", "un regalo a Firenze". Ma c'è chi applaude

Durissime note di Patto Civico e Partito Comunista. "Una bussola da seguire a livello regionale", dice Confservizi Cispel Toscana

L'ufficialità dell'ampliamento dell'impianto di San Zeno fa discutere. E il giorno dopo l'annuncio da parte del presidente di Aisa Impianti Giacomo Cherici e del sindaco di Arezzo Alessandro Ghinelli fioccano le reazioni politiche.

Daniele Farsetti (Patto Civico): "Fatto negativo"

Daniele Farsetti, candidato di Patto Civico per Arezzo, ritiene che l’approvazione del raddoppio dell’inceneritore di San Zeno, da parte della Giunta regionale toscana, contenuta nel più ampio progetto presentato da Aisa Impianti, sia un evento "assolutamente negativo per l’ambiente, la salute e le tasche dei cittadini aretini".

"Tra il semplice ammodernamento (revamping) dell’impianto attuale ed il raddoppio previsto - dice Farsetti - vanno computati almeno 10 milioni di euro di maggior costo che, nonostante ciò che è stato affermato dai proponenti, andranno a gravare sugli utenti in quanto gli unici fruitori del servizio. Riteniamo non condivisibile festeggiare, come fatto ieri dal sindaco Ghinelli, il raddoppio di un impianto, che per legge è classificato come “industria insalubre di I classe”, non necessario perché il fabbisogno su cui si basa la richiesta redatta, in definitiva dal Comune di Arezzo proprietario di Aisa Impianti, è su di una proiezione che non tiene conto delle azioni di rafforzamento della raccolta differenziata che comunque sono obiettivo, almeno dichiarato, dell’azienda. E’ evidente che questa potenza non può essere pensata al servizio del nostro territorio. Una sottolineatura necessaria è la triste constatazione dell’inefficacia del Partito Democratico aretino, del suo candidato Ralli, nonostante i buoni propositi di facciata, vista la maggioranza del suo stesso partito che governa in Regione, quantomeno di ottenere un rinvio, a questo punto di poche settimane, alla nuova consiliatura per l’avanzamento dell’iter approvativo.  A questo punto l’unico modo concreto di fermare questo progetto diviene votare una forza politica come Patto Civico per Arezzo che, fin da subito, si impegna a presentare un progetto industriale alternativo che non preveda aumenti di potenza e raddoppio dei fabbisogni di incenerimento basato, bensì, sul miglioramento della raccolta domiciliare e sull’efficientamento del riciclo e del riuso. Se si verificasse questa condizione sarebbero necessarie nuove assunzioni ben oltre le 40 unità indicate ieri da Ghinelli”.

Partito Comunista

Attacco di Fausto Tenti del Partito Comunista che sostiene come l'ampliamento rischi di "permettere all'Area Metropolitana fiorentina di non rendersi autosufficiente dal punto di vista impiantistico e proseguire imperterrita a servirsi dei poli di Podere Rota a Terranuova Bracciolini e di San Zeno ad Arezzo".

"Alludo a quanto sopra - dice Tenti - dato che non si capisce come si potrebbe altrimenti giustificare il raddoppio della potenzialità termovalorizzatrice dell'impianto di San Zeno (dalle 46.000 t/a di rifiuti attualmente autorizzate a 76.000 t/a) alla luce del fatto che nel sub-ambito della provincia di Arezzo sono state prodotte, a fine 2018, circa 197mila tonnellate di rifiuti urbani totali: ciò che affermo discende dalla visione sia del modello produzione rifiuti dell'ex Ato 7 (quello "vecchio", riguardante la provincia di Arezzo) simulato e approvato nel 2007, sia del modello di cui al Piano Straordinario Rifiuti dell'Ato Toscana Sud (quello attuale, comprendente anche Siena e Grosseto) simulato e approvato nel 2008 e messo a gara. Tanto nel primo caso, relativo solo al territorio aretino, quanto nel secondo (estrapolando esclusivamente il sub-ambito aretino), era stata prevista (visto il trend di crescita di quel periodo) una produzione totale di rifiuti urbani – per la nostra provincia – di circa 241mila tonnellate annue giusto a fine 2017: proprio questa proiezione giustificò, all'epoca, l'intenzione di prevedere il raddoppio dell'inceneritore di San Zeno. Ma oggi, con 44mila tonnellate annue di rifiuti in meno (le 241mila t previste/simulate – per il fine 2017 - nel 2007/2008 meno le 197.000 t reali di fine 2018) rispetto a quelle che, secondo i decisori dell'epoca, avrebbero giustificato il raddoppio di San Zeno: come si può onestamente e tecnicamente giustificare un raddoppio dell'impianto? Anche la stessa Regione Toscana, una delle più 'inceneritoriste' in Italia (dopo Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna) sentenzia nell'attuale Piano Rifiuti (Prb) che la percentuale di residui da incenerire possa arrivare al massimo ad un 20% sul totale. E da noi, conseguentamente, risulta ridondante anche l'attuale impianto (197.000 t/a x 20% = 39.400 t/a): ma voler bruciare circa il 39% dei rifiuti urbani totali prodotti nella nostra provincia – con la previsione di un termovalorizzatore da 76.000 t/a. Ma la cosa che ritengo più vergognosa è l'aver del tutto disatteso i risultati epidemiologico/sanitari del progetto HIA21-LIFE10 ENV/IT/000331, che sono stati incentrati sull'area dove insiste l'attuale inceneritore di rifiuti urbani ed assimilati Aisa, dati che sentenziano: "Aumento della mortalità per cause naturali, in considerazione del fatto che nel caso in studio è emerso un eccesso di rischio per i maschi"; "La mortalità per cause cardiovascolari, in particolare per malattie ischemiche, emersa in eccesso statisticamente significativo per gli uomini..."; "La mortalità per malattie respiratorie acute, che ha mostrato un eccesso significativo per le donne"; "La mortalità per leucemie, risultata in eccesso per i due generi...". "Gli indicatori suggeriti sono basati su quanto emerso dallo studio di HIA21, che è stato centrato sulle emissioni dell’impianto di San Zeno con aggiustamento per le altre emissioni principali dell’area. Come ciliegina sulla torta, segnaliamo come appare il riassunto finale del Progetto HIA21 nella prestigiosa rivista "Epidemiliologia e prevenzione", rivista dell'Associazione italiana di epidemiologia - 2016" a firma dei professionisti che hanno condotto principalmente tale progetto ad evidenza europea. 'Conclusioni - Lo studio di coorte residenziale ha riscontrato un aumento del rischio di mortalità e ricovero ospedaliero associato alle emissioni dell'inceneritore'". conclude Tenti.

Confservizi Cispel Toscana

"L’ampliamento dell’impianto di recupero integrale dei rifiuti urbani di Aisa Impianti a San Zeno, Arezzo, rappresenta la bussola da seguire a livello regionale per adeguare la Toscana a standard ben più elevati in tema di gestione dei rifiuti”. Dice invece Alfredo De Girolamo, presidente di Confservizi Cispel Toscana, commentando l’autorizzazione della Regione Toscana al progetto di riposizionamento dell’impianto di San Zeno. "Un potenziamento che si basa su quattro punti cardine: potenziamento del compostaggio che prevede di poter recuperare altre 35.000 tonnellate annue di frazione organica da raccolta differenziata oltre le attuali 23.000 tonnellate; realizzazione di un digestore anaerobico per l’estrazione di biometano dalle nuove 35.000 tonnellate annue di frazione organica da raccolta differenziata. In un anno verrà estratto un volume di biometano pari a circa 100mila rifornimenti di un’utilitaria; realizzazione di una “fabbrica di materia” per rendere recuperabili le frazioni secche da raccolta differenziata (carta vetro, plastica, lattine), paria a circa 35.000 tonnellate annue, attualmente trasportate in impianti extraprovinciali; efficientamento della linea di recupero energetico per poter produrre più energia e recuperare termicamente un massimo di 75.000 tonnellate annue di scarti provenienti dagli altri reparti del medesimo polo tecnologico (selezione, compostaggio, fabbrica di materia), a fronte delle attuali 45.000 tonnellate annue". Il progetto di potenziamento dell’impianto di recupero integrale dei rifiuti di Aisa Impianti - dice una nota - fornirà risposta all’intero fabbisogno di riciclaggio dell’area provinciale di Arezzo, e rappresenta un esempio da seguire su scala regionale, come spiega ancora De Girolamo: “La Toscana pur essendo un leader mondiale per il riciclaggio è ancora troppo fragile sul piano impiantistico: serve un piano regionale che affronti il deficit impiantistico almeno nel settore dei rifiuti urbani. Servono decisioni importanti per localizzare gli impianti necessari, facendo digestori anaerobici e piattaforme di riciclaggio, potenziando la capacità regionale di recupero energetico e facendo gli impianti per fanghi e pulper. Bisogna farlo presto, se vogliamo una Toscana sicura e più competitiva. In quest’ottica l’esempio che ci viene dato da Aisa Impianti e Regione Toscana è il migliore da seguire” conclude il presidente di Confservizi Cispel Toscana.

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