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Mancano le pietre nel lastricato del centro storico e arrivano le toppe d'asfalto. Il caso di via Aliotti e Santa Maria in Gradi

Le segnalazioni sono rimaste inascoltate dopo che lavori ai sottoservizi sono stati ricoperti con una striscia di bitume

Alcuni mesi fa parlammo di vicolo del Fanale, quel brevissimo tratto di strada che mette in collegamento via Garibaldi e via delle Fosse, che con i suoi quaranta metri di asfalto e alcuni piccoli esempi di trascuratezza rappresenta un pugno in un occhio per il visitatore e il cittadino che passeggiano in quella parte di centro storico lastricata.

Spostandoci di poche decine di metri, però, l’approssimazione non cambia. Basterà infatti percorrere un’altra breve strada, via Aliotti, compresa tra piazza Santa Maria Maddalena e piazza Santa Maria in Gradi, per trovarsi di fronte a una “striscia” di bitume gettata di fronte all’entrata dello storico Asilo Infantile Aliotti dopo recenti lavori ai sottoservizi.

Buche e toppe via Aliotti e Santa Maria in Gradi

Da oltre un mese – come è stato segnalato da chi abita nella zona – quella bruttura è alla vista di tutti e nessuno si è ancora impegnato a riposizionare il vecchio materiale lapideo o a sostituirlo. 

Va detto che il cattivo vezzo di rattoppare con l’asfalto le pietre mancanti del centro storico di Arezzo non nasce adesso. Percorrendo le vie principali, i vicoli e le piazze di esempi ne potremmo fare a bizzeffe. La stessa piazza Santa Maria in Gradi è “ricca” di rattoppi di questo tipo, come se sostituire una pietra rovinata dal tempo o dai lavori pubblici fosse un problema insormontabile.

L’area di cui parliamo, anche se fuori dalle classiche rotte turistiche, avrebbe un potenziale enorme da valorizzare, perché è adatta al viaggiatore in cerca di angoli inediti, quartieri silenziosi dove si respirano le atmosfere del passato, opere d’arte ancora da scoprire.

Piazza Santa Maria Maddalena è un fulcro intorno alla quale si dipanano vie suggestive che conducono ad alcuni dei luoghi più affascinati di Arezzo. Via XX Settembre porta alla Casa Museo di Giorgio Vasari, via Chiassaia da un lato va verso la basilica di San Domenico e dall’altro si infila nel cuore del quartiere di San Lorentino, la già citata via Aliotti porta alla chiesa di Santa Maria in Gradi, il “tempio camaldolese” in città per eccellenza, in questo periodo chiusa per la caduta di un pezzo di cornicione della facciata. 

Se prendiamo via Santa Maria Maddalena, infine, ci immergiamo in via delle Paniere e via delle Fosse, un tempo il “quartiere a luci rosse” e oggi angolo tra i più poetici.  

Tutto questo basterebbe a capire che, con pochi accorgimenti, i tanti turisti che negli ultimi anni stanno scoprendo Arezzo avrebbero a disposizione un pezzo di centro storico meno incline alle masse ma curato, accogliente e dalle continue sorprese.

È poi paradossale che si impieghi il catrame per rattoppare le pietre della città antica, quando quotidianamente tanti cittadini si lamentano delle buche che caratterizzano le strade asfaltate delle periferie e delle frazioni, dove invece sarebbe fondamentale usare quel bitume.

Nei prossimi mesi Arezzo beneficerà di importanti fondi grazie al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Parte delle risorse del PNRR potrebbero essere destinate a sistemare finalmente l’illuminazione e il selciato di alcuni vicoli dove da troppo tempo manca la manutenzione, oppure a pavimentarne di nuovi, togliendo l’asfalto da vie e marciapiedi del centro. 

Anche da queste scelte che portano ad abbattere l’incuria e a potenziare il decoro urbano passa la strada – in questo caso lastricata – per candidare la città a capitale italiana della cultura o per proporre, come periodicamente si torna a dire, il suo inserimento nel patrimonio Unesco.

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