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Coronavirus. L'appello dei sindaci: "Aretini abbiate senso civico, così combattiamo il contagio"

La provincia di Arezzo, secondo quanto stabilito nel decreto entrato in vigore questa notte 8 marzo, non è tra le 14 dichiarate "zona rossa"

Senso civico nella lotta al Coronavirus. L'appello che in queste ore viene rivolto a tutta la popolazione è proprio questo. A ribadire la necessità di adottare comportamenti di precauzione sono soprattutto gli operatori sanitari, in prima linea nell'emergenza che l'Italia e la provincia di Arezzo stanno affrontando, e i sindaci. Ciascun primo cittadino, in seguito alla divulgazione del secondo decreto del presidente del consiglio del ministri, torna a ribadire l'importanza di attrezzarsi affinché "ciascuno faccia la sua parte". Dai grandi centri del Valdarno fino alle piccolissime comunità del Casentino e della Valtiberina. Tutti hanno tenuto a sottolineare come "l'emergenza sia reale, critica e vada fronteggia con sacrificio e senso civico".

Ragioni che hanno spinto gli amministratori locali ad intervenire anche per rivolgersi agli aretini che non si trovano attualmente nel proprio comune di residenza. In questo senso, sono proprio i sindaci a chiedere loro di "rimanere dove si trovano a patto che non sia strettamente necessario". Chi invece non potesse fare altrimenti "è obbligato a segnalarlo al dipartimento di prevenzione dell’azienda sanitaria competente nonché al proprio medico di medicina generale. Si consiglia inoltre di valutare la possibilità di sottoporsi ad una "quarantena volontaria" presso il proprio domicilio".

La provincia di Arezzo, secondo quanto stabilito nel decreto entrato in vigore questa notte 8 marzo, non è tra le 14 dichiarate "zona rossa". Ma, nonostante questo restano attive le disposizioni ministeriali volte al contenimento del virus per le quali viene raccomandata la massima attenzione da parte di ogni singolo residente del territorio.

Scuole, sport e negozi: le disposizioni ministeriali

Ecco cosa prevede il secondo decreto del presidente del consiglio dei ministri divulgato quest'oggi, 8 marzo.

Scuola - Fino al 15 marzo 2020, sospensione dei servizi educativi dell’infanzia e delle attività didattiche nelle scuole di ogni ordine e grado e delle Università, ferma la possibilità di svolgimento di attività formative a distanza.
Sport - Fino al 3 aprile 2020, sospensione degli eventi e delle competizioni sportive di ogni ordine e disciplina, in luoghi pubblici o privati.
Resta consentito lo svolgimento di eventi e competizioni agonistiche, nonché delle sedute di allenamento, all’interno di impianti sportivi utilizzati a porte chiuse, purché vengano garantiti i dovuti controlli medici. Resta consentito lo svolgimento di attività fisica sportiva di base e delle attività motorie in genere all’interno di strutture sportive, palestre, piscine, centri sportivi di ogni tipo a condizione che possa essere garantita la distanza di un metro tra le persone. Resta ferma in ogni caso la possibilità di ogni Federazione sportiva e dei presidenti delle Associazioni di adottare ulteriori misure restrittive.
Eventi - Fino al 3 aprile 2020, sospensione di manifestazioni, eventi, spettacoli di qualsiasi natura, inclusi quelli svolti nei cinema e nei teatri, sia in luoghi pubblici che privati.
Luoghi di culto e cerimonie - Sono sospese tutte le cerimonie civili e religiose ivi comprese quelle funebri
Cultura - Musei e luoghi di cultura sono sospese le aperture.
Attività commerciali - Sono sospese le attività di pub, scuole di ballo, sale giochi, sale scommesse e sale bingo, discoteche e locali assimilati, con sanzione della sospensione dell’attività in caso di violazione. Apertura di tutte le attività commerciali, compresi i mercati settimanali, bar e ristoranti a condizione che vengano adottate dai gestori misure organizzative tali da consentire l'accesso con modalità in grado di evitare assembramenti di persone; gli utenti e visitatori devono sempre poter rispettare la prescrizione di almeno di un metro di distanza tra loro.
Rsa e strutture sanitarie - Limitazione dell’accesso dei visitatori alle aree di degenza da parte delle direzioni sanitarie ospedaliere. Rigorosa limitazione dell’accesso dei visitatori agli ospiti nelle residenze sanitarie assistenziali per non autosufficienti.

Il ruolo dei primi cittadini

I sindaci si impegnano a diffondere le seguenti misure igieniche:

  • Lavarsi spesso le mani. Si raccomanda di mettere a disposizione in tutti i locali pubblici, palestre, supermercati, farmacie e altri luoghi di aggregazione, soluzioni idroalcoliche per il lavaggio delle mani;
  • Evitare il contatto ravvicinato con persone che soffrono di infezioni respiratorie acute;
  • Evitare abbracci e strette di mano;
  • Mantenimento, nei contatti sociali, di una distanza interpersonale di almeno un metro;
  • Igiene respiratoria (starnutire e/o tossire in un fazzoletto evitando il contatto delle mani con le secrezioni respiratorie);
  • Evitare l’uso promiscuo di bottiglie e bicchieri, in particolare durante l’attività sportiva;
  • Non toccarsi occhi, naso e bocca con le mani;
  • Coprirsi bocca e naso se si starnutisce o tossisce;
  • Non prendere farmaci antivirali e antibiotici, a meno che siano prescritti dal medico;
  • Pulire le superfici con disinfettanti a base di cloro o alcol;
  • Uusare la mascherina solo se si sospetta di essere malati o se si presta assistenza a persone malate.

Gli appelli sui social

Di seguito riportiamo i messaggi di queste ultime ore divulgati dai sindaci di alcuni dei principali comuni dell'Aretino.

Qui Arezzo

Cari concittadini,
come in tutti i momenti più importanti della mia vita affido alla parola scritta il mio pensiero. E questo è un momento importante, per me per voi, per l’Italia, purtroppo per il mondo intero. Siamo stretti da un’emergenza sanitaria di proporzioni mondiali. Il virus che sta viaggiando con la velocità della luce tra una persona e l’altra mi impone, ci impone una riflessione. Non voglio annoiarvi con le raccomandazioni igieniche che ormai sapete a memoria. Non voglio opprimervi ricordandovi la gravità e severità di questa emergenza sanitaria. Voglio, vorrei, farvi riflettere su un punto, che in questo momento mi pare essenziale condividere, tutti insieme. Si tratta di questa “attitudine al contagio” che il Covid-19 ha più di ogni altro virus ad oggi conosciuto. Tutte le raccomandazioni che sono state fatte dal Governo, dalla Regione e che io stesso ho fino ad ora trasmesso nei miei messaggi del pomeriggio alle 18.30, hanno avuto lo scopo e la finalità di proteggere noi stessi dal virus, immaginando di essere sani e di stare in mezzo ad un mondo, ad una collettività potenzialmente infetta. Tutto giusto, tutto sacrosanto, tutto ripetibile fino alla nausea. Ma proviamo a ribaltare il concetto: e se fossimo noi, se fossi io contagiato e dovessi vivere in un mondo di persone sane, farei le stesse cose? Certamente si, ma con più attenzione, con più cura e con maggiore senso di responsabilità, senza pensare più a me stesso, ma alla salute degli altri. La mia salute riguarda me soltanto, ma, se fossi contagiato senza saperlo, avrei maggior cura di non trasmettere il virus ad altri, che siano mia moglie, i miei figli o i miei amici ... e tutti i miei simili. Anche se non si vuole essere altruisti, facciamolo per ragionamento. Usiamo il cervello, ce l’abbiamo tutti, usiamo il cuore spesso scordiamo di averlo: è questo il momento di ricordarcene. Per questo le immagini della stazione di Milano invasa da una moltitudine di “fuggiaschi” che ho visto stanotte mi hanno sconcertato e mi hanno dato l’ispirazione per scrivervi questo pensiero. Abbiamo tutti quanti perso la testa? Non siamo più in grado di prendere decisioni assennate per noi e per i nostri simili ? Per alcuni sembra di sì. Dunque riflettiamo. A che serve mettersi in salvo rischiando di contagiare altri? Non pensiamo che se il contagio si espande anche al di fuori di noi delle nostre case, delle nostre coscienze il virus avrà vinto? Dobbiamo vincere noi. E possiamo farlo ritornando a praticare quei principi e quelle sensibilità che ci pervengono per via cromosomica: non saremmo qui senza la forza, l’intelligenza, il coraggio l’orgoglio dei nostri padri. Insieme ce la possiamo fare.

Alessandro Ghinelli

Qui Casentino

Il messaggio del sindaco di Poppi, Carlo Toni

La situazione sull'emergenza sanitaria coronavirus COVID-19 alle ore 23 di sabato 7 marzo 2020 nel Comune di Poppi
dopo una settimana intensa e complessa è la seguente: in leggero miglioramento l'evoluzione del quadro clinico dei due cittadini ricoverati presso le strutture specialistiche dell'ospedale di Arezzo. Emessa da parte del sindaco (in qualità di autorità sanitaria) ordinanza di sorveglianza sanitaria attiva (quarantena) su proposta del servizio di prevenzione della A.S.L Sud/Est., provvedimento da eseguirsi presso la loro residenza per i 6 componenti di una famiglia del Comune di Poppi (che ad ora stanno benissimo e ne siamo tutti contenti) che era venuta in contatto con persona che ha successivamente manifestato i sintomi dell'infezione, quest'ultima risultata positiva al tampone e ricoverata all'ospedale di Arezzo, dimessa dopo due giorni. Ora si trova attualmente in sorveglianza sanitaria attiva (quarantena) presso la propria abitazione in quanto non manifesta più la sintomatologia, che - ricordo - essere tosse, raffreddore, febbre, difficoltà respiratorie. E questo ci fa ben sperare.

Preme ricordare che la sorveglianza sanitaria attiva è azione di prevenzio, volta ad impedire ulteriori contatti e che la misura di restrizione non significa assolutamente che i destinatari del provvedimento siano al momento contagiati.

L'evoluzione del loro quadro sanitario può presentare due casi: se nei successivi 14 giorni non presentano sintomi, finisce la quarantena. Si ritorna alla normalità della vita quotidiana (quindi il contatto con il portatore non ha determinato la trasmissione del virus). Se nei successivi 14 giorni si presentano sintomi, viene effettuato il tampone per verificare la positività al virus, nel qual caso vengono applicati i protocolli che prevedono il trasferimento presso i centri ospedalieri specializzati.

Ricordo ancora a tutti di rispettare le norme comportamentali, un impegno concreto di tutti per il bene comune.

Qui Valdichiana

Il messaggio del sindaco di Foiano della Chiana, Francesco Sonnati

Cari concittadini,
abbiamo appena ricevuto la comunicazione ufficiale del riscontro di un secondo caso positivo al virus Covid19 all’interno del nostro territorio comunale, riconducibile al primo caso.
La persona è già in carico al servizio sanitario e sono in corso, da parte degli organi preposti, le procedure previste per l’isolamento delle persone che hanno avuto contatti diretti con i casi conclamati.
Adesso più che mai è il momento della responsabilità e del rispetto delle direttive impartite.

Si raccomanda, come previsto dall’ art. 3 lett. c del D.P.C.M. del 08.03.2020, di limitare gli spostamenti ai casi strettamente necessari.
Siamo in costante contatto con Asl, Prefettura e Servizio Sanitario Regionale per monitorare con la massima attenzione l’evoluzione della situazione.

In presenza di casi sospetti si consiglia di contattare il proprio medico o pediatra di base, mentre per informazioni è possibile contattare il numero telefonico di pubblica utilità istituito dal Ministero della Salute, 1500, attivo 24 ore su 24, od ai numeri già comunicati dal Servizio Sanitario Regionale.

Qui Valdarno

Il messaggio del sindaco di San Giovanni Valdarno, Valentina Vadi

Questa notte il Consiglio dei Ministri ha emanato un nuovo decreto per il contenimento ed il contrasto del virus Covid-19, molto più restrittivo rispetto a quello del 4 Marzo scorso.
Nella zona rossa, che comprende gran parte del Nord Italia, sono adottate misure di isolamento contenitivo di città e paesi.

Per il resto del territorio nazionale, compreso il nostro Comune, sono stabilite misure fortemente restrittive di numerosi ambiti del vivere quotidiano, privato e collettivo, che dovranno essere adottate e rispettate da tutti noi. Nell’articolo 3 lettera C del Decreto si legge:
“Si raccomanda di limitare, ove possibile, gli spostamenti delle persone fisiche, ai casi strettamente necessari”.
Questa la prima e più utile raccomandazione che mi sento di fare, sin da subito, a tutti voi: limitate gli spostamenti soltanto a quelli che sono strettamente necessari, evitando luoghi affollati o di assembramento.
E’ fatta espressa raccomandazione a tutte le persone anziane o affette da patologie croniche - che costituiscono i soggetti più deboli - di evitare di uscire dalla propria abitazione fuori dai casi di stretta necessità, e di evitare, comunque, i luoghi affollati (art. 3, lettera b).

Questo pomeriggio, nella sede del Comune, ho convocato il Centro Operativo Comunale (Coc), istituito e riunitosi già venerdì scorso, per approfondire, studiare ed adottare stringentemente le nuove misure indicate dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Al termine della riunione della Unità di Crisi del nostro Comune vi darò tutte le informazioni necessarie allo svolgimento della vostra vita quotidiana.

Chiedo a tutti i sangiovannesi di mantenere la calma e di affrontare questo momento difficile con senso di responsabilità, rispettando le indicazioni fornite dal Governo e dalla Amministrazione Comunale.
Ringrazio il personale medico dell’Ospedale del Valdarno, gli operatori sanitari, i medici di famiglia, la direzione di zona, il dipartimento dell’igiene pubblica, che da giorni e giorni stanno lavorando senza sosta per fronteggiare, con grande professionalità, la situazione.
Supereremo anche questo difficile passaggio se sapremo essere maturi, rispettosi delle restrizioni e delle regole, e uniti.

Qui Valtiberina

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