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Incidenti stradali Indicatore / Località Indicatore

Corsia invasa, morti moglie e marito: il conducente della Porsche sconterà 2 anni e mezzo

L'incidente lo scorso 9 maggio a Indicatore. Ieri la sentenza di condanna a 3 anni per il 44enne che però rinuncerà all'Appello: la legge Cartabia gli accorda una riduzione di sei mesi

A distanza di quasi 10 mesi dal terribile incidente stradale in cui morirono marito e moglie, Francesco Diana e Giovanna (Gianna) Mori, arriva la sentenza per il 44enne che si trovava alla guida della Porsche Carrera che, invadendo la carreggiata opposta, si scontrò con la loro Skoda Fabia lungo la provinciale 21 ad Indicatore. Francesco, 56 anni, morì subito a seguito del violento impatto, la moglie Gianna, 50 anni, a distanza di poche ore, unico sopravvissuto il figlio, oggi 26enne, che i due coniugi stavano riportando a casa, a Le Ville di Terranuova Bracciolini. Una tragedia che colpì profondamente tutta la comunità aretina.

Incidente stradale a Indicatore: le immagini dei soccorsi

La condanna a 3 anni, che si riduce a 2 mezzo

Ieri, al termine dell'udienza preliminare in tribunale ad Arezzo, l'uomo alla guida, S.M di Arezzo, è stato condannato a 3 anni che scenderanno a 2 anni e 6 mesi per la rinuncia al ricorso in Appello (misura prevista dalla Legge Cartabia), come spiega il legale dell'uomo Luca Fanfani. La Porsche Carrera non era di proprietà dell'imputato, ma di un cliente che gliel'aveva affidata, portandola al suo distributore per pulirla. L'auto, appena lavata, era stata poi presa dal 44enne per un giro fino alla vicina rotatoria e ritorno al distributore. Durante il breve tragitto, la Porsche, diretta verso Arezzo, perse aderenza sulla strada, invadendo la corsia opposta. Una ruota si staccò e andò a devastare l'abitacolo della Skoda che procedeva in direzione Valdarno. Sotto accusa, nel corso delle indagini, finì la velocità della Porsche. Sul sinistro venne effettuata anche una perizia dalla Procura di Arezzo. Di sicuro l'uomo alla guida era lucido, gli esami tossicologici diedero infatti esito negativo. Fu imputato per doppio omicidio stradale.

Velocità o distrazione?

L'iter processuale si è concluso ieri, con la sentenza del rito abbreviato del giudice Claudio Lara, che ha ridotto di un quarto la richiesta del pm: l'accusa aveva infatti in prima battuta negato il patteggiamento a 3 anni e chiesto poi 4 anni sostenendo che l'auto sbandò per la folle velocità, 130 km/h in un punto in cui il limite è 50 km/h. La difesa ha sostenuto in aula invece che l'invasione di corsia fosse dettata da una fatale distrazione, non dalla velocità. Per capire l'orientamento del giudice nell'attribuire la condanna occorrerà attendere le motivazioni della sentenza.

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