“Necessario completare le reti irrigue del Sistema Occidentale di Montedoglio”. A richiederlo sono le organizzazioni agricole aretine che, con l’innalzamento delle temperature, tornano a sollecitare le istituzioni affinché si adoperino per realizzare le infrastrutture necessarie a soddisfare i bisogni irrigui del territorio.

“A fine maggio - spiegano Cia, Coldiretti e Confagricoltura Arezzo - risultavano invasati a Montedoglio oltre 100.000.000 metri cubi di risorsa. Gli agricoltori della Valdichiana aretina e senese insieme a quelli Valtiberina non la possono usare per le irrigazioni nelle proprie aziende. L’acqua resta stoccata nella diga nonostante potrebbe alimentare un sistema di laghetti collinari che potrebbe servire l’intero comprensorio. Un paradosso visto che tale invaso è nato proprio per soddisfare i bisogni irrigui di un territorio che, già 60 anni fa, manifestava la sua spiccata vocazione agricola”.

Insomma la frustrazione, per i coltivatori aretini, deriverebbe dal fatto che nonostante le vallate siano fortemente caratterizzare da produzioni agricoli non vi sia anche una rete che consenta loro di usufruire della risorsa idrica.

“Crisi climatica e bizzarrie meteorologiche - proseguono le associazioni - rendono indispensabile l’acqua in tutte le stagioni, calde e non visto che essa è utilizzata anche per fronteggiare le sempre più frequenti e ripetute gelate primaverili. Non è più possibile attendere la realizzazione delle reti a servizio delle imprese. L’acqua è una risorsa strategica per le produzioni agricole, soprattutto a fronte dei cambiamenti climatici che  costringono ad irrigare anche colture tradizionali, come la vite e l’olivo. La presenza di Montedoglio con la sua dotazione idrica rappresenta una concreta salvaguardia per il settore. L’agricoltura infatti necessita di certezze di approvvigionamento. Oggi più che mai è indispensabile una politica irrigua seria e strategica per riuscire a installare le tubazioni e a portare l’acqua nei campi”.