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Gucci-gol, la classe di Castiglia, lo strapotere di Polvani. L'Arezzo scorge il traguardo

L'ottava vittoria consecutiva, conquistata contro il Grosseto, ha avvicinato gli amaranto all'obiettivo, con mister Indiani e il presidente Manzo che hanno festeggiato cantando a squarciagola. La capolista se ne va

Il traguardo è sempre più vicino, il vento soffia alle spalle, gli episodi girano bene, la squadra è uno schiacciasassi che non smarrisce mai la bussola. Nemmeno quando va sotto (è successo ieri ed era successo con il Montespaccato prima della sosta), nemmeno dentro uno stadio vuoto, nemmeno contro avversari che dovrebbero avere la bava alla bocca.

La realtà dell'ultimo periodo ci dice che l'Arezzo ha più qualità, più ricambi degli altri (e questo si sapeva dall'inizio) e ha anche più fame. Si spiegano così le 8 vittorie consecutive (4 in casa, 4 in trasferta, 17 gol segnati, 3 subìti) che hanno scavato un solco sulla concorrenza e portato l'obiettivo finale a un tiro di schioppo.

Il calcio è bello e spietato, è il regno dell'imponderabile ma ha le sue leggi non scritte. E se fai le cose per bene, i risultati arrivano. L'anno scorso a Poggibonsi i tifosi amaranto erano dentro lo stadio ma ne vollero uscire in anticipo, delusi dalla prestazione della squadra, che perse 4-0. Quest'anno, per colpa delle porte chiuse, erano fuori ma avrebbero voluto entrare a cantare. Il bandierone era lo stesso con la scritta ALO'. Dodici mesi fa suonava quasi stonato, oggi è simbolo di vittoria.

Dal punto di vista tecnico, la vittoria in rimonta contro un Grosseto sempre più invischiato nella zona playout, ha confermato i pregi di una squadra che ha saputo reinventarsi dopo la sconfitta di Terranuova. Quel giorno (era il 29 gennaio) sembravano evaporate certezze e speranze, con la Pianese a +5 in classifica e un campionato all'apparenza buttato via. Non è stato così. La Pianese (impegnata nel pomeriggio a Livorno) è scivolata a -10, l'Arezzo vince sempre e la promozione in C si scorge all'orizzonte.

Ieri, dopo il primo tempo chiuso in svantaggio, c'è voluta la testa sgombra per rovesciare il risultato. E poi sono servite l'abilità di Gucci dentro l'area, con un movimento da bomber di razza; la straripante fisicità di Polvani, capace di annullare il gigante Gomes; il fosforo di Foglia in mezzo al campo; la classe di Castiglia nel trasformare il rigore del 2-1; la verve di Pattarello, subentrato dalla panchina e subito incisivo con le sue accelerate.

Alla fine hanno festeggiato tutti. Perfino Indiani si è lasciato andare, cantando "la capolista se ne va" come fosse un curvaiolo, mentre il presidente Manzo ha applaudito insieme ai tifosi assiepati fuori dallo stadio. Non è ancora finita ma da ieri è cominciato il conto alla rovescia. E giovedì si torna in campo con l'Ostiamare. 

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