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Arezzo Casa, l'affondo dei sindaci di centro sinistra: "Il presidente mistifica la realtà dei fatti e Bardelli difende l’indifendibile"

"Roggi continua a parlare di Arezzo Casa come se fosse la sua azienda, come se si trattasse dei suoi dipendenti"

"Roggi continua a parlare di Arezzo Casa come se fosse la sua azienda, come se si trattasse dei suoi dipendenti, come se egli avesse avuto il merito di fondare questa impresa che invece non gli appartiene per nulla essendo una società pubblica dove lui riveste un ruolo esclusivamente politico, senza nessuna competenza tecnica e di recente senza neppure più una maggioranza che lo sostenga". Così con una nota, i sindaci del centro sinistra intervengono sulle vicende di Arezzo Casa. 

"Era già stato ammonito Roggi affinché evitasse di parlare di Arezzo Casa come della “Sua” azienda e dei “suoi” collaboratori, non essendo così nei fatti e nel diritto. Ma nulla, Roggi continua, e in risposta alle nostre osservazioni dopo l’assemblea di LODE dello scorso 29 marzo che lo ha visto sfiduciato dalla sua stessa maggioranza  a proposito del canone concessorio,  ha dichiarato “su quel canone dovevo mettere un punto fermo”. Lui doveva mettere un punto fermo?

Il presidente dimentica che lui ha un ruolo pubblico e non deve personalizzare nulla proprio perché non è alla guida della “sua” azienda ma di una società pubblica partecipata dai Comuni del Lode di Arezzo. Quindi si attenga a dare seguito alle scelte politiche che derivano dal confronto fra tutti i vari soci di Arezzo Casa nelle sedi istituzionali ed eviti di agire in autonomia perché non può farlo.

La prova di questo Roggi l’ha avuta proprio il 29 marzo scorso, quando ha tentato di forzare la mano ai sindaci sul canone concessorio che Arezzo Casa paga a tutti i Comuni aretini, giustificando tale “suo” intervento nel presupposto, che quei soldi gli sarebbero serviti a fare la manutenzione delle case popolari che stanno rapidamente invecchiando a danno dei cittadini che le abitano. Ebbene Roggi ha incassato una sonora sconfitta politica ed è stato messo all’angolo, in castigo. Non poteva essere diversamente. D’altra parte la legge regionale toscana sulle case popolari all’art. 3 comma 3 lettera a) parla chiaro e non vieta l’erogazione del canone di concessione delle case ERP ai Comuni da parte di Arezzo Casa. Su questo punto ci siamo tutti ampiamente documentati. L’unico a non averlo capito forse è solo il Presidente Roggi e da quello che leggiamo il consigliere Bardelli, voce fuori coro anche rispetto alla maggioranza che guida il Comune di Arezzo. Infatti anche dal centro destra nessuno è andato dietro alle sue proposte diciamo un po’ naif.

Peraltro il Roggi ha sostenuto che quei soldi che avrebbe ottenuto dai Comuni della Provincia di Arezzo, attraverso il mancato pagamento del canone di concessione, li avrebbe utilizzati per fare manutenzione alle case popolari, quindi ci domandiamo e gli domandiamo come hanno fatto coloro i quali lo hanno preceduto nell’incarico a manutenere le case dei nostri cittadini, quando la società ha sempre pagato il canone che lui vorrebbe abolire?

Ci rendiamo conto che le travi del tetto delle case popolari di Arezzo in via Libia hanno ceduto proprio sotto il suo mandato con un evento di una gravità inaudita purtroppo verificatosi a luglio del 2020. Il presidente Roggi è mai andato a visitare i palazzi di via Funghini? Qualcuno gli ha detto che quando piove chi abita quelle case ha gli appartamenti invasi dall’acqua e dalla muffa? Ma Roggi cosa ha fatto in concreto in questi anni di suo mandato alla guida di Arezzo Casa? A parte apparire sulla stampa e lamentarsi della mancanza di personale e di risorse che ha fatto? Ha aperto delle nuove linee di credito per Arezzo Casa? Quali manutenzioni ha fatto in provincia di Arezzo? Quali cantieri ha concluso? Queste sono le domande che ci facciamo, e che purtroppo sono destinate a restare senza risposta.

 Il Presidente Roggi dovrebbe seguire più da vicino la manutenzione delle case popolari ma non a chiacchiere. Vogliamo vedere attorno ai palazzi gru, muratori, imbianchini, idraulici, elettricisti. Dove sono? Il resto sono parole al vento di un politico di provincia. Sulla carenza di manutenzione delle case popolari sono recentemente intervenuti dal Comune di Arezzo anche i consiglieri di PD, Movimento 5 Stelle, quelli di Scelgo Arezzo, quelli di Arezzo 2020. Cosa è stato fatto in questo tempo? Il contratto di servizio parla chiaro: Arezzo Casa è obbligata a fare la manutenzione alle case popolari e a mantenerle efficienti per i cittadini.      

Se Roggi resta convinto che il canone concessorio non debba essere pagato da Arezzo Casa ai Comuni, impugni il contratto. Ci faccia causa. Eppure di avvocati ne ha tanti attorno a sé. Continuamente ci ricorda che ha fatto esposti alla Procura della Repubblica per questo e quello.

Presidente Roggi lo sa che il contratto di servizio del LODE aretino con Arezzo Casa è stato preso a modello dalla Regione Toscana e da ANCI per arrivare a dare uno schema tipo di contratto di servizio a tutti i Comuni e soggetti gestori toscani per uniformare a livello regionale i rapporti fra i soggetti titolari delle funzioni di gestione delle case popolari? Segno evidente che il nostro contratto di servizio proprio male non deve essere.

Il Presidente Roggi dopo l’ultima batosta politica che ha incassato con il voto contrario di tutti i Comuni della provincia di Arezzo (tranne l’astensione di Castiglion Fibocchi) dovrebbe capire che è ora di staccare la spina. Dovrebbe capirlo per senso di responsabilità politica, per buon senso e per dignità. Il centro destra dei Comuni aretini si è smarcato di fatto dal Roggi con questo voto contrario alla sua istanza di soppressione dal canone concessorio. Presidente dia retta, torni a fare il suo lavoro. Lasci perdere Arezzo Casa. I cittadini e i Comuni aretini ma anche i dipendenti di Arezzo Casa hanno bisogno di un Presidente in grado di dare seguito all’azione amministrativa e di risolvere i problemi che ci si pongono di fronte ogni giorno, a cominciare da quelli delle persone che abitano le case popolari e che sono soggetti più fragili. La demagogia, la politica personalistica non ci servono e con il Covid a maggior ragione".

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