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Sabato, 27 Aprile 2024
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Rossi funzionario del Pd di Pisa: "Mi autolicenzio". Fattori attacca: "In Regione la solita minestra"

Ha destato scalpore l'articolo pubblicato da Corriere Fiorentino che annunciava come il governatore toscano figura ancora come funzionario del Pd di Pisa, dipendente del partito e questo nonostante proprio lui sia stato alla guida della recente...

Ha destato scalpore l'articolo pubblicato da Corriere Fiorentino che annunciava come il governatore toscano figura ancora come funzionario del Pd di Pisa, dipendente del partito e questo nonostante proprio lui sia stato alla guida della recente scissione.

"Sono uscito dal Pd, non ci rientro e sto molto bene così", e "sto costituendo un gruppo Mdp in Consiglio regionale della Toscana", insieme al consigliere dei Democratici Serena Spinelli ha dichiarato il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, parlando oggi a margine della seduta del Consiglio regionale.

Rossi ha annunciato anche di 'autolicenziarsi' "dal ruolo di funzionario del Pd" e di essere in attesa che "l'Inps faccia resoconto per quanto riguarda i contributi" in modo da portare a termine tutte le pratiche.

C'è da capire cosa succederà in consiglio regionale e se la giunta guidata da Rossi riuscirà ad arrivare alla naturale scadenza di mandato. Su questo si erano pronunciati i consiglieri regionali aretini alcune settimane fa.
Intanto Tommaso Fattori, capogruppo di Sì Toscana a Sinistra in consiglio regionale, commenta la nascita del nuovo gruppo dei Democratici Progressisti in Consiglio regionale e la strana coalizione che governerà la Toscana:


“Credo che il palindromo PD-DP riveli la sostanza della cosa: due gemelli allo specchio. Non a caso qui in Regione viene servita la solita minestra. Non è uno scontro fra diverse visioni del mondo, ma un più prosaico scontro fra imprenditori politici”.


“Trovo paradossale che Rossi, diventato più renziano di Renzi dal momento in cui gli è stata assicurata la ricandidatura alla presidenza della Regione, adesso si scopra paladino di un’assai confusa ’rivoluzione socialista’. Oggi stesso ha rivendicato in aula il suo convinto sì alla riforma costituzionale di Renzi. Ed è lo stesso Rossi che si è schierato contro l’articolo 18 o che ha lodato il jobs act, vantandosi di aver voluto fare della Toscana il suo laboratorio di applicazione. E’ lo stesso Rossi che ha battezzato il Toscanellum, la legge elettorale toscana che è stata la madre dell’Italicum; così come è lo stesso Rossi che ha privatizzato le quote dell’aeroporto di Pisa per fare un piacere ad Eurnekian e dare il via al nuovo aeroporto di Firenze, per non dire delle aperture ai privati nella sanità e nei servizi pubblici. Cosa questo cursus honorum abbia a che vedere non dico con il socialismo ma almeno con una vaga idea di sinistra, resta un mistero”.

“Rossi sembra descriversi come un Bernie Sanders in salsa toscana ma la storia dei Sanders e dei Corbyn è un’altra, è quella di chi ha condotto per decenni una ferrea opposizione all’interno dei propri partiti all’establishment responsabile di privatizzazioni e controriforme che hanno tolto diritti e ulteriormente precarizzato il lavoro, proprio come il jobs act. I Sanders e i Corbyn hanno coerentemente portato avanti un programma alternativo, per una vita intera, ed è proprio la coerenza che serve ad una nuova sinistra. Senza coerenza, non c’è credibilità”.

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