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Roggi assolto "perché il fatto non sussiste". La lettera sfogo contro chi voleva le sue dimissioni

Le accuse politiche ai sindaci che lo volevano far dimettere e i ringraziamenti alla Lega e a chi l'ha sostenuto

Il presidente di Arezzo Casa Lorenzo Roggi è stato assolto ieri con la sentenza di primo grado emessa dal tribunale. Già il procuratore Rossi aveva chiesto per lui l'archiviazione rispetto al reato ipotizzato di favoreggiamento nella vicenda legata alla presidenza della Multiservizi che aveva coinvolto anche il consigliere Roberto Bardelli e Luca Amendola. Oggi Roggi parla con una lunga lettera della quale riportiamo un ampio stralcio che riguarda prese di posizioni politiche aretine.

Roggi: "Assolto con formula piena perché il fatto non sussiste. E adesso?"

"Il 15 gennaio 2020 ho ricevuto un avviso di garanzia nell’ambito di quella che poi è diventata famosa come l’inchiesta “multiservizi “. Avevo da poco ricevuto l’incarico (27 agosto del 2019) dai sindaci della provincia a ricoprire il ruolo di presidente di Arezzo Casa Spa. Non ho mai parlato della vicenda giudiziaria, in alcun ambito e con nessun mezzo. Non intendo certo farlo adesso, ma una precisazione di natura politica è d’obbligo. Il 3 febbraio 2020, coordinati dall’allora sindaco di Civitella in Valdichiana Ginetta Menchetti, i sindaci di Bucine, Castelfranco Piandiscò, Cavriglia, Chitignano, Chiusi della Verna, Foiano della Chiana, Laterina Pergine, Loro Ciuffenna, Lucignano, Marciano della Chiana, Montemignaio, Monte San Savino, Poppi, Pratovecchio Stia, San Giovanni Valdarno, Talla e Terranuova Bracciolini, chiesero la convocazione di una assemblea straordinaria dei soci, con un solo punto all’ordine del giorno. Le mie dimissioni. Come specificato nel documento i suddetti mi ritenevano indegno a ricoprire quel ruolo, a prescindere dall’inchiesta. “Quanto sopra conferma i dubbi almeno di opportunità a ricoprire il ruolo di presidente che già in fase di nomina (e quindi prima dell’avviso di garanzia) alcuni soci avevano espresso" dichiaravno in quel frangente.

"Un presidente proveniente dagli ambienti della destra radicale era ovviamente inconcepibile, a priori. Si definì il mio Cda di allora totalmente privo di competenze, e l’avviso di garanzia, fu la dimostrazione che io fossi non solo incapace, ma anche delinquente. La sinistra in Toscana non era ancora stata in grado di elaborare il lutto da perdita di potere e poltrone, ancora vista come una cosa inaccettabile, e che col tempo è diventata prassi e consuetudine. L’assemblea dei soci, a luglio, respinse al mittente la richiesta e mi riconfermò la fiducia. Nel secondo mandato poi, il margine di riconferma è stato ancora più ampio, quasi il 65% del capitale sociale, contro il 27%. Un plebiscito. Il tentativo di rovesciare con un atto amministrativo l’esito del voto dei cittadini, in quel caso non funzionò. Potrei fare centinaia di esempi di politici costretti alle dimissioni perché indagati, sostituiti alle urne e poi assolti in un secondo momento. In questo caso al Pd andò male. I partiti del centro destra si compattarono e fecero quello che ci si aspettava. Furono garantisti. Il Partito Democratico, si sa, sul garantismo ha una visione tutta sua: sei dei nostri? Siamo garantisti. Non lo sei? Devi andare a casa. Ma questo non lo dico io. Lo dice la storia. Lo dicono i fatti. Nell’agosto del 2020, quando ad essere indagato, e ad aver ricevuto un avviso di garanzia fu l’allora presidente di Tiemme, Massimiliano Dindalini non mi risulta che nessuno dei sopracitati sindaci ne abbia chiesto le dimissioni. Strano. Quando nell’aprile del 2022 a finire sotto inchiesta (Podere Rota) fu il sindaco Chienni di Terranova Bracciolini, nessuno chiese la sua testa. La magistratura doveva lavorare in pace. I processi, in quei casi, si dovevano fare in tribunale, e non come nel “caso Roggi” in assemblea dei soci o in consiglio comunale. Il tribunale del popolo a garanzie variabili d'altronde sembra debba lavorare a tempo pieno solo per me. Le dimissioni, una seconda volta, le pretendevano perché avevo chiesto l’abolizione del canone concessorio che Arezzo Casa paga ingiustamente ai Comuni. L’assemblea mi votò contro. Dimissioni. Dimissioni, dimissioni! Un disco rotto.
Si vergognino, gli allora sindaci di  Bucine, Castelfranco Piandiscò, Cavriglia, Civitella in Val Di Chiana Chitignano, Chiusi della Verna, Foiano della Chiana, Laterina Pergine, Loro Ciuffenna, Lucignano, Marciano della Chiana, Montemignaio, Monte San Savino, Poppi, Pratovecchio Stia, San Giovanni Valdarno, Talla e Terranuova Bracciolini. Si vergognino per il loro giustizialismo a senso unico. Per il trattamento che mi hanno riservato, e per la battaglia ideologica fatta sul nulla, e mai sul merito. Perché su quello nessuno ha mai avuto niente da ridire. Ho amministrato, e lo continuerò a fare, Arezzo Casa in modo imparziale e corretto. A prescindere dalle appartenenze politiche dei sindaci. Sono sempre stato equilibrato e ho anteposto il bene degli aretini a qualsiasi cosa. Ma questo a loro non importa. Quello che conta è eliminare il nemico, con qualunque mezzo. "Il fascista Roggi non può amministrare" pensano loro. Punto. Si vergognino gli allora sindaci di Bucine, Castelfranco Piandiscò, Cavriglia, Civitella in Val Di Chiana Chitignano, Chiusi della Verna, Foiano della Chiana, Laterina Pergine, Loro Ciuffenna, Lucignano, Marciano della Chiana, Montemignaio, Monte San Savino, Poppi, Pratovecchio Stia, San Giovanni Valdarno, Talla e Terranuova Bracciolini, perché chiedendo le dimissioni di una persona in quel momento indagata, ma evidentemente innocente (così dice lo Stato, così dice il giudice, così dice la sentenza) hanno dato un pessimo esempio. La mentalità disgustosa e rivoltante che vuole chi sta dall’altra parte della barricata come il tuo nemico, è quella che negli anni settanta ha riempito le nostre strade di morti. Colpevole a prescindere. Perché si. Un modo di ragionare schifoso."

"La Costituzione Italiana, Art. 27 dice che omissi “ L'imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva “. E non “se ha la tessera del partito giusto in tasca “. Da chi ci amministra ci si aspetterebbe un solo peso ed una sola misura. Peccato. Sarà per la prossima volta. Si vergognino gli allora sindaci di  Bucine, Castelfranco Piandiscò, Cavriglia, Civitella in Val Di Chiana Chitignano, Chiusi della Verna, Foiano della Chiana, Laterina Pergine, Loro Ciuffenna, Lucignano, Marciano della Chiana, Montemignaio, Monte San Savino, Poppi, Pratovecchio Stia, San Giovanni Valdarno, Talla e Terranuova Bracciolini. Perché potevano scegliere di essere garantisti, ma hanno scelto altro. Sarà una strategia politica, che sicuramente li premierà in futuro. Perchè nel presente non mi sembra stia andando benissimo. Dopo essere scesi al 15% a livello Nazionale, aver perso 16 Regioni su 20, Comuni, Province e partecipate in ogni dove, e avere ricevuto l’ottima Elly Schlein dalle Primarie, direi che la Caporetto dem è al completo. Ma questa è un'altra storia. Per quanto mi riguarda continuerò a lavorare fino alla fine del mio mandato in serenità. E senza alcuna preclusione. Senza barriere ideologiche, e senza pregiudizi. Per fare questo bisogna essere antropologicamente predisposti. E non è da tutti. Io non accetto lezioncine morali da nessuno. Soprattutto da chi non può darne."

"Alla fine di questa vicenda durata esattamente 1140 giorni, devo però ringraziare tante persone. A partire da tutti i sindaci, gli assessori, i consiglieri e gli amministratori che mi hanno sostenuto. Il mio partito (Lega) in tutti i suoi organi, dal segretario nazionale Salvini, alla senatrice Nisini, fino all’ultimo tesserato. Grazie all’avvocato Leone Provenzal che mi ha assistito nella fase iniziale di questa avventura, e grazie al mio collegio di difesa, gli amici Cacioli e Grassi, che mi hanno accompagnato in questi tre anni. Grazie agli amici e a tutti coloro che mi hanno sostenuto. Chi voleva danneggiarmi non ci è riuscito. Oltre alla presidenza di Arezzo Casa adesso faccio parte del consiglio direttivo di Cispel Toscana, ed insieme al presidente di Firenze rappresento tutte le agenzie della casa della Regione. Sono entrato a far parte di un organo che raggruppa 186 imprese, 12.000 addetti, e che ha un fatturato di 2.341 milioni di euro. Niente male per un incapace. A livello nazionale rappresento gli interessi di Arezzo e degli aretini in Federcasa, e ho traghettato la nostra realtà in Europa aderendo ad Eurhonet, il Network europeo che si occupa delle politiche abitative. E pensare che quando mi sono insediato sulla scrivania dell’allora presidente non c’era nemmeno un Pc. Ma il grazie più sentito, sembra strano, va a chi ha cercato di trasformarmi in un catalizzatore di odio. Senza di loro non sarebbe andata così bene. Grazie agli allora sindaci di  Bucine, Castelfranco Piandiscò, Cavriglia, Civitella in Val Di Chiana, Chitignano, Chiusi della Verna, Foiano della Chiana, Laterina Pergine, Loro Ciuffenna, Lucignano, Marciano della Chiana, Montemignaio, Monte San Savino, Poppi, Pratovecchio Stia, San Giovanni Valdarno, Talla e Terranuova Bracciolini. Grazie all’amico Francesco Romizi, e a tutti quelli che mi volevano cacciare. Perché a distanza di 1140 giorni “io sono ancora qua. È gia."

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