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Il Pd di Sansepolcro: "Aggressione a scuola, riduttivo parlare di episodio isolato"

Nota su quel che è avvenuto all'ingresso delle medie lunedì mattina. Una brutale aggressione, che ha visto coinvolti studenti di 14 anni

Intervento del Pd di Sansepolcro sull'episodio avvenuto all'ingresso delle medie lunedì mattina. Una brutale aggressione, che ha visto coinvolti studenti di 14 anni.

"Desta preoccupazione la notizia di una rissa violenta scoppiata tra minorenni all’ingresso della Scuola Secondaria Buonarroti. Si tratta di fatti gravi che scuotono le coscienze di una Città che ha nei giovani il suo bene più prezioso. Proprio per questo per affrontare questioni così complesse serve riflessione e responsabilità, che quasi mai trova alloggio negli spazi dei social network o nelle dichiarazioni a caldo. Non si può derubricare il gesto come un fatto isolato, perché aldilà del singolo episodio, traspare evidente un problema educativo e sociale. Purtroppo nella nostra città, non da oggi, mancano luoghi di aggregazione per i giovani, l’esperienza del centro giovani è stata chiusa cinque anni fa e quel vuoto non è stato colmato da nessun’altra proposta. Sembra che una fascia di persone, quelle più fragili in pieno sviluppo psico-fisico ed emotivo, non siano soggetti interessanti per chi amministra la “cosa pubblica”. Eppure, con le loro difficoltà e i loro sogni, gli adolescenti sono cittadini al pari degli altri, anche quelli che non possono vantare famiglie nate e cresciute a Sansepolcro, e hanno bisogno che le loro esigenze trovino una comunità in grado di accoglierle. Non fallisce l’integrazione, come qualche esponente istituzionale di questa nuova maggioranza denuncia sui social, se due ragazzini si prendono a botte davanti a una scuola, ma fallisce l’intera comunità che ha il compito con l’esempio, la responsabilità e le politiche attive di sostenere la crescita di quei ragazzini.

Purtroppo abitiamo in un deserto sociale, che qualcuno vorrebbe desertificare ancora di più perché le risorse vanno spese sempre su altro, in cui gli/le assistenti sociali sono carenti, quelle trasferite non sono state sostituite, i luoghi di aggregazione “non formale” mancano e non tutti accedono alle numerosi offerte sportive del territorio o agli importanti servizi portati avanti dai volontari dell’oratorio nel doposcuola. Non bastano le telecamere e il controllo ad arginare una emergenza educativa che rischia di allargarsi a macchia d’olio, servono servizi, operatori e professionisti che possano fronteggiare il disagio e sostenere la crescita dei giovani. Se ci interessa il futuro della nostra comunità, non c’è tempo da perdere".

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