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Morbidelli contro Donati: "Non mi dimetto da Arezzo Innovazione, non ci sono le condizioni"

La risposta del consigliere provinciale dopo gli attacchi di Patto Civico

Marco Morbidelli, nel day after del voto al bilancio in Provincia, risponde agli attacchi di Patto Civico, formazione che fa riferimento a Marco Donati. Morbidelli, oltre che consigliere provinciale, è presidente di Arezzo Innovazione, fondazione da cui si è recentemente dimessa la direttrice generale Beatrice Berti.

"Non credo che le sorti della Fondazione Arezzo Innovazione - scrive Morbidelli - possano seguire le logiche di patto Civico, né tanto meno di Marco Donati che da una conferenza a un consiglio scalpita per avere un ruolo in commedia, ma non lo trova. Ieri ha avuto ancora una volta la risposta che meritava dalle forze politiche della maggioranza del 2021, quella eletta “regolarmente” nonostante la sua prima apparizione con la lista che era fatta apposta per creare problemi alla presidenza Chiassai. Come l’attacco gratuito al Polo Universitario e alla Fondazione Arezzo Innovazione sono l’espressione del disagio in cui versa quella formazione.  Le elezioni di primo livello faranno giustizia anche di questi inconvenienti della politica seria. Del mio ruolo nella Fondazione ne parlerò da Presidente insieme al Cda. Da consigliere provinciale dico che non dimetto dalla Fondazione perché lo dice Donati, anzi invito Donati a informarsi bene sulle procedure. Sono stato nominato dalla Presidente Chiassai per il mio curriculum che è pubblico in Provincia e nella Fondazione, come pure i miei colleghi del Cda. Prima di lasciare un incarico, peraltro gratuito, che ti investe con responsabilità personali e giuridiche, che incide sul bilancio della Provincia, bisogna che ce ne siano le condizioni. Quelle condizioni oggi non ci sono, abbiamo programmato un rilancio dell’Istituzione e i programmi passano per il lavoro dei dipendenti e le scelte di programmazione del Cda.  Le responsabilità non sono politiche, ma personali. Ritengo da sempre che certi incarichi vadano assolti nei modi consoni ad un’ amministrazione societaria e non in base ad altre logiche. Il gioco allo sfascio non mi appartiene da sempre, io sono un amministratore responsabile, faccio parte delle istituzioni e contribuisco da molti anni in ruoli di maggioranza o di opposizione a seconda delle vicende elettorali che ho percorso. Mi sono distinto sempre per responsabilità e impegno. La mia appartenenza politica ha solo determinato la visione con la quale si affrontano  temi e problematiche, il resto è farina del mio sacco, della mia esperienza nel mondo del lavoro, perché io differentemente da molti giovani professionisti della politica, ho lavorato duramente per 40 anni e di quel lavoro sono vissuto. Al tempo non c’erano gli stipendi, anzi, i permessi mi venivano detratti dalla busta paga senza avere un reale ritorno o compensazione economica a ristoro. Resto disponibile a qualsiasi confronto in materia di Fondazione, anzi invito Donati a studiare i bilanci delle controllate della Provincia così vedrà che i dati che spara nelle conferenze stampa sono assolutamente irreali. L’uso delle dimissioni nelle partecipate per forzare la mano alla politica, non lo condivido perché è offensivo della professionalità, dell’impegno e della dedizione del singolo e trascura le sue responsabilità civilistiche".

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