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Andreani chiede di intitolare una parte della Fortezza al Viva Maria

Atto di indirizzo del consigliere comunale Egiziano Andreani per chiedere all’amministrazione comunale di intitolare un luogo significativo della città al “Viva Maria – Insorgenza popolare 1799/1800”. Lo ha presentato lo stesso Andreani nel corso...

Atto di indirizzo del consigliere comunale Egiziano Andreani per chiedere all’amministrazione comunale di intitolare un luogo significativo della città al “Viva Maria – Insorgenza popolare 1799/1800”. Lo ha presentato lo stesso Andreani nel corso di una conferenza stampa e lo illustrerà al prossimo Consiglio Comunale. “Il luogo potrebbe essere, per motivi di opportunità toponomastica, all’interno della Fortezza medicea, nella consapevolezza che le radici storiche di un popolo vanno preservate, devono essere studiate e conosciute per intero, senza apologie e senza omissioni” ha spiegato il consigliere che chiede anche: “la città di Arezzo e tutte le sue istituzioni favoriscano lo studio, l’approfondimento e la conoscenza degli eventi legati all’insorgenza del Viva Maria, partendo dalla conoscenza dei fatti storici che possono essere magari diversamente interpretati, ma che non dovrebbero essere mai ignorati o piegati alle ideologie del momento. L'insorgenza del Viva Maria è stato un fatto che ha determinato un patto di territorio in cui tutti gli aretini si sono ribellati ai francesi, alcuni perdendo anche la vita. E dobbiamo ricordare e portare rispetto a queste persone dedicandogli un luogo importante di Arezzo. Abbiamo scelto il 10 febbraio perché in questa data la nostra città, nel 1800, ha ricevuto, dal granduca Ferdinando III, il titolo di capoluogo di provincia e ha istituito anche il territorio provinciale proprio per i fatti del Viva Maria. La vera libertà e la vera democrazia le hanno portate gli aretini nei territori liberati grazie alla suprema deputazione aretina.

L'episodio rilevante, a proposito di ricerca storica, che è emerso negli ultimi anni grazie all’impegno di studiosi locali, è che i fatti di Siena in cui vennero uccisi 13 ebrei in un rogo sono ascrivibili a elementi locali e non agli aretini che anzi fecero di tutto per evitare tali violenze. Appurata l’estraneità del Viva Maria a quel tragico episodio chiederò pertanto che gli venga intitolato un luogo significativo della città”.

Giovanni Chianucci: “nel settembre del 2000, l’allora vescovo Gualtiero Bassetti richiese l’intitolazione di un luogo della città al Viva Maria della quale si era appena celebrato il duecentesimo anniversario. Anche a seguito di questa istanza la Giunta comunale nel 2002 intitolò al Viva Maria una piazzetta, posta nella parte superiore di via dei Pileati. Nel 2007 però, la nuova Giunta, da poco insediatasi, adducendo la motivazione del carattere antiebraico al Viva Maria per i fatti di Siena decise di variare l’intitolazione della piazzetta a Madonna del Conforto. Le motivazioni proposte per la rimozione di quella targa erano palesemente infondate: il Viva Maria è stata la pagina militare più luminosa della storia della nostra città, che ha coinvolto tutti i ceti. Fu un'insorgenza perché gli aretini videro mettere in pericolo dai francesi la loro civiltà, le loro tradizioni, il loro modo di vivere. È stato volutamente sottaciuto quello che in 120 giorni gli aretini hanno fatto liberando tutta la Toscana, arrivando fino alle porte di Roma, con il massimo rispetto per l'avversario che andavano a contrastare. I francesi a quel tempo erano l'esercito più potente d'Europa: questo vuol dire coraggio. Che si pretenda di dare una connotazione antiebraica a un moto come questo non è accettabile: è la storia che parla e racconta il contrario, se non ci fu un massacro superiore a Siena fu proprio grazie agli aretini. Gli imputati per quel violento crimine erano tutti senesi. Il Viva Maria non è stato un movimento di carattere economico, ma gli aretini hanno dimostrato che era una questione di civiltà. La rimozione della targa nella piazza che era stata intitolata al Viva Maria è avvenuta con un volgare ricatto. Auspico che gli venga intitolato un luogo importante della città”.

Santino Gallorini: “ anche storici contrari al Viva Maria si sono arresi, non avendo più argomenti a favore della loro tesi: gli aretini si sono solamente ribellati contro le violenze dei francesi. Il massacro di Siena è responsabilità solo dei senesi, di ladri che ritenevano ricchi gli ebrei, ma non si trova traccia di connessione con il Viva Maria. Stessa cosa per i fatti di Monte San Savino: un ebreo che venne bastonato e i documenti testimoniano che anche in questo caso non ci fu legame con il Viva Maria. L'Albergotti, uno dei leader del Viva Maria, quando arrivano i francesi e venne arrestato fu difeso dall'avvocato della comunità ebraica di Firenze. È evidente che gli aretini del Viva Maria non avevano sentimenti antiebraici”.

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