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"Incuria al Campaccio degli ebrei di Arezzo, la targa è illeggibile"

La nota di Demos: "Il 27 gennaio si avvicina, serve decoro"

Riceviamo e pubblichiamo da Giuseppe Giorgi per conto di Demos.

La nota

Quel “luogo” della memoria fu riscoperto anche da un grande cattolico democratico come Alfredo Rossi, è l’ulivo del Campaccio degli ebrei, là dove venivano sepolti i componenti della piccola comunità ebraica aretina. Tutti gli anni le istituzioni, i rappresentanti delle associazioni, politici, cittadini comuni, il 27 gennaio Giornata della Memoria convergono al Campaccio, depongono fiori (da sempre l’Osservatorio Demos porta una rosa bianca con il nastro giallo) in una toccante cerimonia di ricordo e testimonianza. Il “luogo” è diventato parte dell’iconografia aretina, ben curato.

In queste ore, l’amministrazione comunale si è resa protagonista di un gesto significativo: l’apposizione di una targa a testimonianza del ritorno dell’acqua in Piazza Grande.

Nel suo viaggio nei quartieri di Arezzo l’osservatorio della rosa bianca pone in risalto le deplorevoli condizioni in cui si trova la targa che illustra l’itinerario ebraico del Campaccio. Un progetto quello di Arretium, le targhe esplicative e illustrative dei luoghi di memoria, che i cattolici democratici di Demos, tanti anni fa, appoggiarono e promossero a itinerario storico culturale della città dei Grandi.

Ora la targa del Campaccio degli Ebrei è illeggibile, rovinata, indecorosa e il 27 gennaio si avvicina: merita un completo restauro, semmai questa volta con adeguata protezione.

Quella targa così malridotta è un insulto. Abbiamo cura di Arezzo. Decoro per la città che vuole candidarsi a Capitale italiana della Cultura.

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