CasaPound, Palazzini: "Immigrati chiedono soldi alla cooperativa? Non fa una grinza"

Niente cibo, vogliono direttamente soldi. E li chiedono alla cooperativa che li ospita nei centri di accoglienza che gestisce a spese dei cittadini italiani. E' una pretesa inaccettabile per qualunque cittadino, soprattutto per i disoccupati, per chi non ha una casa, per le famiglie che non riescono ad arrivare alla fine del mese.

“Ma è una richiesta che se rivolta ad una cooperativa che ospita immigrati non fa una grinza, si vede che anche loro hanno capito dove sta il business dell'accoglienza – dichiara Eugenio Palazzini, coordinatore regionale di CasaPound – visto che la Koiné riceve soldi pubblici per ospitare “rifugiati” ha adesso l'occasione di adempiere fino in fondo al suo scopo mutualistico”.

“Perché una cooperativa che si fonda sui principi della solidarietà e della mutualità, di fronte alla richiesta di immigrati scappati dalla fame, dovrebbe adesso rifiutarsi di adempiervi?”, chiede il coordinatore di CasaPound.

“E' questa la società che vorrebbero – prosegue Palazzini – nessuna distinzione tra italiani e immigrati, siamo tutti cittadini di un mondo fantastico senza frontiere. Qual è il problema allora, rendano i “rifugiati” soci della cooperativa e distribuiscano anche a loro i proventi dell'accoglienza che forse pensavano fino ad ora di tenersi in cassa. Oppure no, come intendevano investire questi soldi?”.

“Certo la Koinè potrebbe stupire tutti – conclude il coordinatore di CasaPound – magari deciderà di attivarsi per gli italiani in difficoltà economica. C'è solo un problema, dovrà attingere al proprio bilancio. Perché il governo per gli italiani indigenti ha deciso di non spendere un soldo”.