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Facchinetti al Pd: "Giù le mani dal comunismo"

"In questi giorni assistiamo al tentativo di appropriarsi dell'eredità comunista da parte del PD, un tentativo evidentemente opportunista dopo la loro trentennale attività al servizio delle classi dominanti, delle banche, delle élite del paese"

"In occasione del centenario della nascita del PCdI il Partito Comunista di Arezzo ne rivendica con forza l'eredità culturale e ideologica, gli insegnamenti da Gramsci a Secchia e le lotte dei lavoratori che sono alla base del nostro essere comunisti."

Inizia così la presa di posizione di Alessandro Massimo Facchinetti, segretario provinciale del Partito Comunista di Arezzo.

"La lotta di classe è più attuale che mai, la finanza, il capitalismo e i padroni non hanno mai smesso di farla, infatti oggi assistiamo allo strapotere dell'economia sulla politica, quell'economia che detta le leggi sul lavoro e sulle privatizzazioni, in un contesto dove vede partiti come il PD, che hanno perso il contatto col mondo del lavoro, esserne il braccio, come braccio lo sono i finti sovranisti dalla Lega a Fratelli d'Italia, sui vertici del M5S ogni commento è superfluo.

In questi giorni assistiamo al tentativo di appropriarsi dell'eredità comunista da parte del PD, un tentativo evidentemente opportunista dopo la loro trentennale attività al servizio delle classi dominanti, delle banche, delle élite del paese, con la svendita di ogni conquista ottenuta in un secolo di lotte dai comunisti, questi che hanno inventato il precariato, disintegrato il mondo del lavoro, trasformato il diritto allo studio, ad abitare e a curarsi in un mercato per fare profitti; coloro che sono diventati più atlantisti della DC e che parteggiano quando per i golpisti come in Sud America, quando per i tagliagole islamisti come in Siria, quando per i nazisti come in Ucraina o in Bielorussia; coloro che in sede europea hanno votato all’unanimità l’equiparazione tra comunismo e nazismo; coloro che festeggiano con post la caduta del muro di Berlino e la dissoluzione dell’URSS; coloro che sono al governo grazie ai voti degli ex Forza Italia o della Polverini; coloro che rinnegano Marx e Lenin lascino in pace un partito nato per rompere con la deriva social democratica del PSI di allora, ben più a sinistra di quanto non lo sia il più estremista dirigente del loro partito. Ci spiace ma chi fino a ieri sosteneva il curatore fallimentare Monti, al servizio della trojka e delle banche, oggi non si capisce dove voglia andare a parare. Quando vorranno stimolare un dibattito siamo a disposizione, rubare un’identità è offensivo nei confronti di tutti i comunisti che hanno dato il sangue e talvolta la vita per un’idea, che non è quella del PD, e meno ancora di un certo Matteo Renzi.

Sono queste situazioni che continuano a creare quell'idea errata che il PD abbia a che fare qualcosa con il comunismo, sono i primi a fornire la sponda per delegittimarne le lotte e infangarne il nome, rivendicando un'eredità fuori luogo. L'unica equiparazione che doveva votare il PD è quella loro con gli altri partiti capitalisti, nessuna differenza. Giù le mani dal comunismo."

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