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Studenti stampano Chimera in 3D: esposta a OroArezzo

Se la Chimera, quella originale, non torna ad Arezzo, ci pensano gli studenti dell'Itis a crearne un'altra. E' grazie ad un progetto elaborato per la XXVI edizione del Project Work Scuola lavoro, realizzato dalla Camera di Commercio di Arezzo che...

Se la Chimera, quella originale, non torna ad Arezzo, ci pensano gli studenti dell'Itis a crearne un'altra. E' grazie ad un progetto elaborato per la XXVI edizione del Project Work Scuola lavoro, realizzato dalla Camera di Commercio di Arezzo che i ragazzi dell'Istis Galileo Galilei hanno realizzato "Chimera o realtà" utilizzando una tecnica di Reverse Engineering.

Ma di cosa si tratta? "In seguito al gradimento dimostrato dal pubblico presente all’inaugurazione della Chimera Olografica svoltasi il 3 marzo al Museo Archeologico Nazionale, e prendendo spunto dalla richiesta di tanti aretini, di poter riportare anche materialmente la Chimera ad Arezzo - spiega il docente Massimo Gallorini - il gruppo si è rimesso al lavoro per realizzare una Chimera di oltre mezzo metro certi del fatto che la Chimera originale non ci sarà mai resa. Infatti è obbligo precisare che da quando Cosimo de’ Medici la portò a Firenze nel 1553, Arezzo non ne ha più avuto il possesso, ed attualmente è al numero “1” di inventario del museo Archeologico Nazionale di Firenze".

E cosi gli studenti, guidati dal professor Gallorini e, come tanti aretini desiderosi di riavere la Chimera, forti delle precedenti realizzazioni hanno deciso di fare una copia olografica. Per l’evento di marzo avevano realizzato in via sperimentale tre prototipi in piccola scal - “Un gioiello di Chimera” -- rispettivamente nelle dimensioni di 4 - 2,5 - 2 centimetri. "Sono un gioiello da tutti i punti di vista - spiega il docente - le abbiamo anche in oro e argento e sono le uniche Chimere in scala ridotta fedeli in tutto e per tutto all’originale!"

Per realizzare il modello da 55 centimetri hanno ripreso la prima scansione completa della Chimera realizzata grazie ai permessi e la disponibilità del Polo Museale Toscano e poi "hanno completato le elaborazioni automatiche svolte con i SW di fotogrammetria, con un lungo intervento manuale, presso i laboratori della Fondazione Arte&Co.Scienza con il confronto fra decine di foto scattate. Questo ha contribuito a definire i più minuti dettagli della Chimera, ottenendo così la prima copia digitale fedele all’originale e che permettesse anche delle stampe particolareggiate fino alla scala 1/2."

Gli intraprendenti studenti, però, hanno incontrato vari ostacoli sulla loro strada: "La Chimera da 55 centimetri non entrava nel piatto della loro stampante auto costruita, e nemmeno nelle stampanti commerciali più diffuse, quindi si è dovuti ricorrere al “taglio" in ben 14 elementi per ottimizzare la stampa". A questo punto per realizzarle hanno avuto la soddisfazione di utilizzare in buona parte la loro stampante, che hanno appositamente modificato sia dal punto di vista HW che SW, aumentando la capacità di carico per mettere nel piatto anche 5 pezzi assieme. Un lavoro lungo e meticoloso, che ha visto gli studenti particolarmente impegnati: "Finalmente quando tutta la fase preliminare è stata terminata, in buona parte presso i laboratori della fondazione, il team è andato in trasferta alla Fonderia Artistica Del Giudice in provincia di Firenze, con tanto di Chimera in valigia. Lì erano presenti ad accogliere i due titolari, con i quali si erano avuti già altri incontri preparatori. Lo stagista, guidato da mani esperte, ha potuto completare “gomme & gessi” del corpo della Chimera, e il pezzo difficile che andava “gommato” per forza assieme a loro. E finalmente seguire le operazioni di realizzazione delle cere che hanno portato al modello finale in cera pronto per essere fuso". Alla fine il modello stampato dagli studenti, completamente ricomposto, è stato confrontato con l'originale e poi finalmente nella prestigiosa sede di OroArezzo.
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