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Cultura Centro Storico / Piazza della Badia

Guido d'Arezzo di nuovo alla Badia: ritratto torna all'antico splendore

L'opera raffigurante il monaco benedettino, ideatore della moderna notazione musicale, con la sistematica adozione del tetragramma, che sostituì la precedente notazione adiastematica

Quello custodito da oggi dento alla sacrestia della basilica di Santa Flora e Lucilla è una delle poche raffigurazioni su tela di Guido d’Arezzo, l’inventore delle note musicali. Il restauro del dipinto realizzato nel XVIII secolo da autore ignoto (170 per 120 centimetri) e raffigurante il monaco benedettino è stato svelato proprio in questi ultimi giorni. “Il dipinto - come fanno sapere dalla Diocesi di Arezzo Cortona Sansepolcro - presentava la tela allentata con una grande lacerazione in basso e una piccola verticale, lo strato pittorico appariva offuscato, il retro presentava una grande sgoratura causata da infiltrazioni di acqua e il telaio originale non risultava più idoneo alla sua funzione di sostegno. La cornice a cassetta infine, presentava alcuni danni alla struttura lignea ed erano presenti molti fori di tarli e abrasioni”.

L’intervento sull’opera è partita lo scorso autunno ed ha visto impegnata la restauratrice Manola Bernini nella velinatura protettiva della parte lacerata, montaggio del telaio, pulitura del retro e dei bordi da residui di vecchi stucchi. Il dipinto è stato pulito dai materiali di deposito, è stato stuccato delle mancanze di colore a gesso e colla eseguendo l’imitazione della superficie ed è stato oggetto di un’integrazione pittorica, ricostruendo le grandi lacune di colore e integrando parti svelate. Le parti lignee danneggiate della cornice sono state pulite dello sporco, stuccate delle abrasioni e dei fori di tarlo e ritoccato con colori a tempera.

“La chiesa della Badia è un posto eccezionale, non una semplice chiesa – afferma l’arcivescovo Riccardo Fontana - un punto centrale nella geografia, ma anche nella storia della città di Arezzo, scrigno di opere d'arte di altissimo valore. Con questa operazione il parroco padre Francesco Bartolucci è riuscito a fare una specie di ‘miracolo’ e un ringraziamento forte va a chi ha curato e permesso il restauro di questa tela che celebra una delle maggiori glorie della nostra città, mai abbastanza decantata. Abbiamo tante risorse artistiche e culturali, vanno riscoperte e valorizzate sia nei confronti degli aretini, che anche in un’ottica turistica”.

Il restauro è stato reso possibile grazie all’interessamento del Rotary Club di Arezzo. “Un dono alla città, che potrà riscoprire un’opera d’arte di grandissimo valore morale e storico - dichiara Oreste Tavanti, presidente del club - Per questo restauro dell’antico quadro che rappresenta una rara immagine del nostro Guido Monaco, ringrazio per l’importante contributo anche l’Inner Wheel Carf di Arezzo e, come presidente del Rotary, tengo a ringraziare tutti i soci per il loro particolare contributo alla realizzazione dell’evento”

“Don Vezio Soldani aveva collocato il quadro nel sottocampanile – racconta il parroco padre Francesco Bartolucci - Nel risistemare gli spazi e il materiale in esso contenuto, mi sono accorto che nell’epigrafe era scritto ‘Guido Monaco’ e che il soggetto raffigurato presentava la mano guidoniana. Così, per il valore e l’importanza che ha questo personaggio, si è deciso per il restauro. In parallelo, la bella sacrestia della Badia, è stata risistemata e ulteriormente valorizzata con questo e altri dipinti, con l’idea di renderla uno spazio visitabile anche ai turisti. Un piccolo segno di ripartenza che coincide con il risveglio spirituale che sta vivendo la parrocchia”.

“Siamo davvero onorate – conclude Erica Canocchi dell’Inner Wheel Arezzo Carf - di aver potuto contribuire al restauro di quest'opera prestigiosa”.

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