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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Monsignor Corazzesi, il prete mancato del Ciclone: "Aiutai Pieraccioni nella scena del matrimonio"

La serata dedicata al ventennale del film “Il Ciclone”, in programma a Stia il 24 agosto in piazza Tanucci, sta prendendo corpo mentre cresce l’attesa per un evento che sicuramente richiamerà un nutrito pubblico in Piazza. E fioccano i ricordi di...

La serata dedicata al ventennale del film “Il Ciclone”, in programma a Stia il 24 agosto in piazza Tanucci, sta prendendo corpo mentre cresce l’attesa per un evento che sicuramente richiamerà un nutrito pubblico in Piazza. E fioccano i ricordi di quell’estate così particolare per l’alto Casentino. Molto è cambiato anche da queste parti, e al di là dell’aspetto tradizionale - anzi rinnovato – con cui oggi Piazza Tanucci si presenta, non tutto è come nel 1996. C’è ancora ad esempio il bar davanti al quale sono ambientate diverse scene del film. Oggi si chiama – manco a dirlo – il Ciclone, è sempre al centro del “salotto buono” del paese, ha una nuova gestione e si è ammodernato per assecondare le mutate esigenze della clientela.

Andrea Bertini Mixer

Il barista di allora, che compare in alcune scene ma senza pronunciare battute, è Andrea Bertini. Stiano, già chitarrista nella band “Country Concert” (di cui faceva parte come sassofonista anche Luca Santini, oggi presidente dell’Ente Parco), si trovò inaspettatamente davanti alla macchina da presa. Lo spettacolo doveva averlo nel sangue se è vero che, lasciata la gestione del bar, oggi suona ancora la sua chitarra ed è soprattutto un apprezzato tecnico del suono, in questo periodo in tournée con Enrico Ruggeri. “Certo che me lo ricordo il Ciclone”, dice. “Per qualche settimana la troupe fu un’attrazione per tutti, anche se col tempo finirono per essere come ospiti di famiglia”. E cosa ricorda del suo ruolo cinematografico? “Che nacque per caso. Nel copione non era previsto che ci fossero scene dentro il bar, quindi un attore che interpretasse il barista non era nel gruppo. E non c’era nemmeno il tempo per trovare qualcun altro, le scene andavano girate al più presto. Mi chiesero se potevano girarle all’interno mentre io facevo il mio lavoro, risposi che dentro al mio bar io potevo fare cosa volevo”. Aneddoti particolari? “Soprattutto il clima di allegria che si diffuse nel paese”. Quel clima rievocato anche dal Parroco, monsignor Carlo Corazzesi: “Attori, tecnici, produttori, eravamo diventati una grande famiglia. Loro lavoravano sodo, ma trovammo anche il tempo per pranzare tutti insieme, in canonica”. E per farle mettere le mani nel copione, giusto? “Esatto, la scena del matrimonio, alla fine del film: loro non ne sapevano molto di liturgia, Pieraccioni voleva addirittura l’incenso, che con gli sposi non c’entra nulla. Diciamo che li aiutai a correggere qualche errore”. Ma lei non finì dietro la macchina da presa? “No, e il perché lo racconto nel filmato che sarà presentato in anteprima il 24 in Piazza”. Un motivo in più per andare il 24 a Stia a rievocare 20 anni del Ciclone.

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