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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cultura

La fisica Gabriella Greison ad Arezzo, evento alla Feltrinelli

Alle ore 17.30 presso la libreria Feltrinelli di Arezzo la fisica Gabriella Greison presenterà i due libri “L’INCREDIBILE CENA DEI FISICI QUANTISTICI” (edizioni Salani) e “SEI DONNE CHE HANNO CAMBIATO IL MONDO” (edizioni Bollati Boringhieri)...

Alle ore 17.30 presso la libreria Feltrinelli di Arezzo la fisica Gabriella Greison presenterà i due libri “L’INCREDIBILE CENA DEI FISICI QUANTISTICI” (edizioni Salani) e “SEI DONNE CHE HANNO CAMBIATO IL MONDO” (edizioni Bollati Boringhieri); modera Marco Caneschi.

Gabriella Greison si laurea in Fisica nucleare presso l'Università degli studi di Milano e frequenta anche per due anni l'École polytechnique di Palaiseau a Parigi. La sua tesi verte sullo studio sperimentale della propagazione di elettroni veloci in una camera a vuoto per la creazione di plasma ed è fonte di esperimenti e studi successivi.

Successivamente lavora come esperta scientifica al Museo della Scienza e della Tecnica di Milano. Ha conseguito anche due classi di abilitazione all'insegnamento, frequentando la Silsis di Milano, e praticato l'insegnamento della fisica e della matematica presso alcuni licei privati milanesi. Si è occupata di divulgazione scientifica per diversi programmi radiofonici, tra cui: la creazione e la conduzione di 42 - la scienza in cerca di domande. Nel 2001 è autrice e conduttrice della trasmissione radiofonica L'insostenibile leggerezza di Effenberg di Radio Popolare, in cui il calcio è un pretesto per raccontare storie di vita, valori, talenti geniali e sregolati. La trasmissione dà origine ad un suo libro omonimo, pubblicato con Bradipolibri Editore, che nel 2010 ottiene la menzione speciale nel premio letterario CONI, sezione saggistica. Nel 2002 passa a Rai Radio Due, a Caterpillar, come speaker e inviata in tutta Italia. Nel 2003 a Radio DeeJay, in qualità di giornalista e conduttrice radiofonica. Nel 2005 a Sky Sport 1, dal 2001 al 2007 è stata collaboratrice de Il manifesto, nel 2006 si trasferisce a Roma, e dal 2006 al 2010 è diventata una firma della Gazzetta dello Sport nelle pagine chiamate Altri Mondi. Ha collaborato con le riviste Linea bianca, GQ, e Traveller, con i settimanali il Ruvido e Focus, con i quotidiani Il Riformista e Pubblico. Dal 2010 al 2014 è firma di Vanity Fair, per attualità, cultura, cinema, politica, storie di vita; dal 2009 al 2014 è firma di Sportweek. Nella stagione 2012-2013 è opinionista e autrice di Rai Sport. Nella stagione 2013-2014 collabora in diverse trasmissione, come autrice e in video con Rai Due e Rai Tre. Nella stagione 2015-2016 collabora come autrice con Rai Due e Rai Italia. Dal 2013 al 2016 ha collaborato con Il Fatto Quotidiano, scrivendo reportage in giro per il mondo sulle tematiche più disparate, dal racconto della Silicon Valley a quello a Buenos Aires, al resoconto per le strade di Molenbeek-Saint-Jean, a tutto quello visto in Qatar sui Mondiali 2022, andando sul posto e raccontando quel che vede con i suoi occhi. Proprio da uno di questi reportage nasce il libro La guerra del pallone, con il chiaro scopo di raccontare tramite il calcio il sogno di una pace tra due paesi Israele e Palestina sempre in lotta, con un chiaro riferimento nel titolo all'opera di Ryszard Kapuściński, accompagnata dall'introduzione scritta con Roberto Vecchioni.Con Giancarlo Giannini ha lavorato per un anno alla scrittura del libro autobiografia, Sono ancora un bambino (ma nessuno può sgridarmi), in cui il più grande attore italiano si racconta in prima persona, nel personale viaggio della sua vita, tra aneddoti e ricordi. Il libro è pubblicato in Italia da Longanesi. L'autobiografia ha vinto il Premio Cesare Pavese 2015, nella sezione romanzi. Per tutta l'estate 2016 conduce su Rai Radio Due il programma quotidiano Colpo di sole (programma radiofonico). Da settembre 2016 collabora con RaiNews24 creando e conducendo le Pillole di fisica, mini-puntate della durata di 5 minuti, una alla settimana, in cui racconta un fisico, una morale, una storia, ogni episodio; le ambientazioni sono in strada, all'aperto, o in posti a tema, il montaggio è molto serrato, il linguaggio accattivante, la scrittura ad effetto: l'idea alla base è quella di portare la fisica tra la gente, utilizzando il lato umano dei protagonisti che l'hanno costruita. È la prima volta che in Italia va in onda un programma di questo tipo. Dopo un soggiorno in Belgio per fare ricerche, per la Hoepli scrive Dove nasce la nuova fisica, un libro che facendosi accompagnare da Poincaré fino ad oggi da Hawking, ripercorre le svolte della storia della fisica partendo dagli eccezionali ritrovi dei fisici a Bruxelles, alla corte di Solvay, che lo stesso Albert Einstein aveva definito i "witches' Sabbath". Una ricerca più approfondita su posto, e tutta dedicata all'anno 1927 in cui venne creata la fisica quantistica dai 29 personaggi ritratti in una famosa fotografia del V dei Congressi Solvay, Gabriella Greison ricostruisce una cena avvenuta tra i fisici più importanti del XX secolo, da Einstein a Marie Curie, da Schrodinger a Heisenberg a Dirac, e scrive un romanzo L'incredibile cena dei fisici quantistici, edito da Adriano Salani Editore. Prendendo spunto dal suo reportage a Bruxelles, crea il Monologo quantistico, un monologo che segue la tradizione del teatro di narrazione, con musica, foto e video, molto suggestivo, che porta in giro per le scuole, i festival, le librerie, i teatri di tutta Italia, raccogliendo moltissime partecipazioni di pubblico di ogni spessore, e creando tanta curiosità sugli aspetti umani, e poco raccontati, dei fisici che hanno fatto la storia, e che sono ritratti nella famosa foto datata 1927, scattata nella capitale belga, durante il più importante dei Congressi Solvay. Dalla stagione 2016-2017 diventa un vero e proprio spettacolo teatrale, che porta in giro nei principali teatri italiani, prodotto dal Teatro Menotti di Milano dal titolo 1927 - Monologo Quantistico. Parallelamente al suo romanzo, che sta avendo molte ristampe, i suoi due lavori a teatro e in televisione, con la creazione del programma Pillole di fisica (nuovo nel suo genere in Italia), si traduce nel primo sdoganamento ufficiale dei fisici del XX secolo, in cui le esistenze di un Dirac o di uno Schroedinger non hanno nulla da invidiare a quelle di Kurt Cobain o Keith Richards. La sua tecnica di messa in scena di questi racconti crea il teatro di fisica narrazione, di cui vanta la primogenitura, essendo donna ed essendo lei stessa fisica. Nel 2017, per festeggiare i 60 anni della casa editrice Bollati Boringhieri le commissionano la creazione di un nuovo monologo, chiamato 'L'alfabeto dell'universo', in scena al Planetario di Milano e al Salone del Libro di Torino, creando un grande seguito nel web e sui social network, e raccogliendo un folto pubblico. Per la stessa casa editrice, nella nuova stagione pubblica il suo nuovo libro "Sei donne che hanno cambiato il mondo", un saggio che racconta le scienziate che hanno segnato la storia. Il 7 novembre 2017, per festeggiare i 150 anni dalla nascita di Marie Curie, debutta il suo nuovo monologo teatrale, dal titolo Due donne ai raggi x, il sottotitolo è "Marie Curie e Hedy Lamarr, ve le racconto io": lo interpreta sul palco della Sala Umberto di Roma, con la regia di Giampiero Cicciò, è la vita della scienziata che ha vinto due premi Nobel e famosa per aver scoperto la radioattività, ma che in realtà in pochi conoscono dal punto di vista umano, per il racconto usa la vita di un'altra donna, Hedy Lamarr anche lei scienziata, inventrice del wireless moderno, attrice di Hollywood, e da tutti definita la donna più bella del mondo. E' curatrice del primo Festival del teatro-scienza interamente dedicato alla fisica a Milano, che ha chiamato "W la Fisica!", dal 20 al 28 marzo 2018 al Teatro Menotti di Milano, in cui riproporrà il suo 1927 - Monologo Quantistico e ospiterà altri spettacoli, incontri, dibattiti, libri solo con fisici e sulla fisica.

l’INCREDIBILE CENA DEI FISICI QUANTISTICI

Bruxelles, 29 ottobre 1927. Si è appena concluso il V Congresso Solvay della Fisica, che ha visto riuniti i fisici più illustri dell’epoca, gli stessi che ora si apprestano a partecipare a una cena di gala, ospiti dei reali del Belgio. C’è Albert Einstein, scherzoso come suo solito; Marie Curie, saggia e composta; Niels Bohr, che maschera bene la tensione sotto un’aria gioviale; e poi ancora Arthur Compton, William Bragg, Irving Langmuir… Menti eccelse e brillanti, ma anche uomini e donne con le loro debolezze e le loro piccole manie, che questo romanzo ci restituisce a pieno, mescolando abilmente Storia e storie, realtà e fantasia, fisica e pettegolezzi. Partendo da un fatto storico, Gabriella Greison conduce il lettore a quella tavola, tra porcellane finissime e luci sfavillanti, camerieri compassati e ottimo cibo, facendogli ascoltare le chiacchiere che si intrecciano da una sedia all’altra, e soprattutto l’acerrima discussione sulla fisica quantistica tra Einstein e Bohr, punto cruciale nella storia della disciplina. E così, tra una portata e l’altra, travolti dalla narrazione in presa diretta, ci troviamo come per magia a capire concetti complessi, ascoltandoli direttamente dalla voce di chi li ha ideati. E al termine di questa davvero incredibile cena, ci alziamo anche noi dal tavolo, divertiti e più colti di quando ci siamo seduti

“questo libro è un pasto suntuoso per la mente” Edoardo Boncinelli

SEI DONNE CHE HANNO CAMBIATO IL MONDO

I sei brevi romanzi in cui perdersi nel libro Sei donne che hanno cambiato il mondo – Le grandi scienziate della fisica del XX secolo (Bollati Boringhieri), firmato da Gabriella Greison, sono quelli di Marie Curie (1867-1934), Lise Meitner (1878-1968), Emmy Noether (1882-1935), Rosalind Franklin (1920-1958), Hedy Lamarr (1914-2000) e Mileva Marić (1875-1948). Per molti saranno nomi sconosciuti, eppure queste sei donne sono state delle pioniere. Sono nate tutte nell’arco di cinquant’anni e hanno operato negli anni cruciali e ruggenti del Novecento, che sono stati anni di guerre terribili, ma anche di avanzamenti scientifici epocali. C’è la chimica polacca che non poteva frequentare l’università, la fisica ebrea che era odiata dai nazisti, la matematica tedesca che nessuno amava, la cristallografa inglese alla quale scipparono le scoperte, la diva hollywoodiana che fu anche ingegnere militare e la teorica serba che fu messa in ombra dal marito. Le sei eroine raccontate da Gabriella Greison non sono certo le sole donne della scienza, ma sono quelle che forse hanno aperto la strada alle altre, con la loro volontà, la loro abilità, il talento e la protervia, in un mondo apertamente ostile, fatto di soli uomini. Sono quelle che hanno dato alla scienza e a tutti noi i risultati eclatanti delle loro ricerche e insieme la consapevolezza che era possibile – era necessario – dare accesso alle donne all’impresa scientifica. Non averlo fatto per così tanto tempo è un delitto che è stato pagato a caro prezzo dalla società umana. Sono sei storie non sempre sono a lieto fine, perché sono racconti veri, di successi e di fallimenti. Ma è grazie a queste icone della scienza novecentesca e al loro esempio che abbiamo avuto poi altre donne, che hanno fatto un po’ meno fatica a farsi largo e ci hanno regalato i frutti del loro sapere e della loro immaginazione.

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