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Martedì, 30 Aprile 2024
Giostra Saracino

Il nuovo Vedovini: "Da giostratore pensavo a me, ora devo pensare alla squadra. E voglio vincere ancora"

L'allenatore di Porta del Foro: "Questo è il quartiere giusto per mettermi in gioco. Contatti con Colcitrone ma non ho rimpianti, Sant'Andrea non sarà un avversario come gli altri. In allenamento tiro sempre, in piazza non lo farò mai più"

Come quei calciatori che appendono le scarpe al chiodo e si reinventano allenatori, non senza un travaglio interiore, Enrico Vedovini sta consumando la metamorfosi da giostratore di successo a preparatore. Non solo. Dopo una vita trascorsa con il biancoverde addosso, fino a diventare uno degli uomini più vittoriosi di sempre per Porta Sant'Andrea, ha cambiato colori e quartiere, approdando a Porta del Foro.

La novità è molto profonda. Come stai vivendo questo periodo?

Tutto sommato bene. Avevo riflettuto molto prima di decidere di smettere e ho scelto Porta del Foro con convinzione. Qui posso mettermi in gioco nel modo migliore, trasmettendo ciò che ho imparato in tanti anni. Ci siamo impegnati a fondo dal primo giorno, era importante che conoscessi il quartiere, i ragazzi, la squadra e che loro conoscessero me. 

Da San Giusto a San Lorentino. Com'è andata?

Sono stato accolto a braccia aperte e questo mi ha aiutato moltissimo. Il cambiamento di ruolo non è facile da assorbire ma piano piano mi sto calando nelle nuove vesti: da giostratore pensi molto a te stesso, da preparatore devi pensare a tutti, è più stressante. Ho spinto per avere le nuove scuderie il più presto possibile e il quartiere mi ha supportato: adesso abbiamo 13 cavalli che troviamo in loco per gli allenamenti, senza necessità di spostarli in continuazione. E' un grande passo avanti che ci consente di fare gruppo.

Ogni tanto sali in sella o gestisci tutto da terra?

Salgo sempre, ogni giorno. I cavalli li ho provati tutti e tiro regolarmente sul buratto. Voglio rendermi conto di persona di come vanno cavalcati, quali caratteristiche hanno, anche per consigliare i ragazzi sul lavoro da svolgere. E' l'aspetto del nuovo incarico che mi stimola e mi piace di più.

vedovini scuderie porta del foro

Chissà, un giorno tirerai di nuovo pure in piazza...

Quello no, è da escludere. L'ho detto, ci ho pensato a lungo prima di smettere e ho preso una decisione definitiva. La mia carriera da giostratore è terminata nel 2021.

La sera del 22 giugno come te l'immagini?

Bella. Io sono un emotivo, anche se non sembra. La vivrò bene, senza distrazioni particolari, anche perché penso che a Porta del Foro, in questi anni, sia mancata soprattutto un po' di serenità. Ed è quella che vorrei trasmettere gli altri. Da lì poi deriva pure la continuità nei risultati.

Sei stato vicino a Porta Crucifera a un certo punto, poi non se n'è fatto nulla. Il capitano rossoverde Branchi ha detto che non ci sono rimpianti.

Non li hanno loro e non li ho nemmeno io. E' giusto così.

E trovarsi a battagliare con Sant'Andrea che effetto ti farà?

Non voglio dire bugie: mi farà un effetto strano, gli avversari non sono tutti uguali. A Sant'Andrea ci ho trascorso tutta la mia vita giostresca, ho vinto 12 lance d'oro, i miei figli hanno il cuore biancoverde. Io so cosa mi ha dato e cosa mi ha tolto quel quartiere. Il passato non si può cancellare e nemmeno le emozioni che ho provato. Poi è chiaro che darò il massimo per vincere con San Lorentino.

Com'è Porta del Foro dal di dentro? L'ultimo periodo è stato molto turbolento.

Io ho respirato da subito un'atmosfera tranquilla, rilassata, favorevole. Le vittorie aiutano e le sconfitte avvelenano, lo sappiamo tutti. Voglio puntare sulla preparazione, sull'applicazione, sull'unità di intenti. Stiamo remando tutti dalla stessa parte, sono fiducioso e curioso insieme. La Giostra è imprevedibile ma di una cosa sono sicuro: il lavoro paga sempre. 

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