rotate-mobile
Giostra Saracino

Branchi: "Il 2024 sarà una battaglia, come piace a Colcitrone. Paffetti? Una sconfitta personale"

Meno di cento giorni alla Giostra, il capitano rossoverde ha le idee chiare: "Noi umili e sereni come sempre, l'ultima vittoria non ci ha cambiati. Questo quartiere è come una donna passionale e gelosa: chi tradisce, difficilmente viene perdonato"

L'ultima vittoria in piazza ha rimesso Colcitrone al centro della Giostra. Nonostante rivali più accreditati e più in forma, l'ha spuntata Porta Crucifera, a conferma del fatto che il quartiere, quando si trova sotto pressione, tira fuori il meglio. Con la sbornia da successo ancora in circolo, l'inverno sta scivolando via in un tepore insolito, anche se qualche secchiata d'acqua fredda c'è stata comunque. Ma pure questo, a ben vedere, fa parte della tradizione rossoverde, come può testimoniare il capitano Alberto Branchi.

Mancano poco meno di cento giorni al prossimo Saracino. Vi sentite la pancia piena oppure no?

Assolutamente no. Non siamo sazi, siamo sereni come lo eravamo l'anno scorso e l'anno prima, consapevoli che bisogna tenere la testa bassa e lavorare. Il percorso da fare lo conosciamo bene, distogliere l'attenzione da quello sarebbe un errore.

Cosa cambia, se cambia, rimettersi al pezzo con una vittoria alle spalle?

Le vittorie aiutano, inutile negarlo. Portano entusiasmo, danno fiducia al popolo. Ripeto, quel che conta è il progetto e noi ce l'abbiamo ben chiaro in mente. Quando si è aperto il mandato, avevamo l'ambizione di vincere non solo in piazza ma anche fuori, migliorando aspetti fondamentali per la vita del quartiere. Direi che ci stiamo riuscendo.

Qualche intoppo qua e là però c'è stato.

Gli intoppi fanno parte del gioco, ci saranno sempre. Possono cambiare gli attori, i risultati ma l'importante è che restino invariati gli obiettivi. Non tutti viaggiano alla stessa velocità, bisogna adeguarsi e tenere dentro più persone possibile.

In piazza Grande, con in mano la lancia d'oro appena conquistata, disse che la vostra era stata "la vittoria degli umili". Dopo essere tornati in testa all'albo d'oro, c'è il rischio di perderla questa umiltà?

Neanche per sogno. Umili lo siamo sempre stati, non cambieremo adesso. Oltretutto a giugno avremo una coppia di giostratori diversa da quella dell'ultima volta, non possiamo permetterci eccessi di presunzione. Quelli sono consentiti a chi ha un palmarès più ricco del nostro, noi dobbiamo darci dentro e crescere.

A proposito di intoppi. La rottura con Niccolò Paffetti, uno dei giostratori che hanno vinto l'ultima lancia, è stata improvvisa. Che cosa le ha lasciato: delusione, arrabbiatura, scoramento?

Una profonda delusione umana che mi ha molto infastidito. Ognuno è libero di prendere le decisioni che vuole ma per come la vedo io i rapporti personali dovrebbero stare sempre al primo posto. Per me è stata una sconfitta, Paffetti l'avevo creato io sotto tutti i profili. E' ancora sotto contratto tra l'altro ma Colcitrone è come una donna passionale e molto gelosa: chi tradisce, difficilmente viene perdonato. 

porta crucifera albo d'oro 2023 (5)

Non è stata possibile una mediazione?

Quando la ciccia non vuole il sale è inutile insistere. Comunque è acqua passata. Guardiamo avanti con fiducia e con tanto entusiasmo.

Un anno fa il quartiere preferì Paffetti a Bennati. Con il senno di poi si è pentito di quella decisione?

No, perché in quel momento era la mossa giusta per svariati motivi. Non sono pentito nemmeno di non aver preso Vedovini come allenatore. Le scelte difficili sono quelle più importanti, non bisogna averne timore.

E' un ruolo stressante quello del capitano?

Parliamo sempre di Giostra e di divertimento, sia chiaro. Però fare il capitano nel Saracino di oggi, a Porta Crucifera, è stressante sì. Se l'anno prossimo il nuovo consiglio mi confermerà in questo ruolo, ne sarò felice. Se tornerò a essere un semplice quartierista, anche.

Gabriele Innocenti, ex Porta del Foro, è entrato a far parte della vostra squadra tecnica. Cosa può portare a Colcitrone?

Esperienza, visto che ha già corso Giostra e ne ha vinta una. Impegno, perché si è presentato benissimo, con l'atteggiamento giusto e voglia di fare. Umiltà, dato che si è unito a noi prima che Paffetti lasciasse. E' passato un treno inatteso per lui e i treni vanno presi al volo.

Ezio Gori ha lasciato dopo 15 anni da rettore a Santo Spirito e 13 vittorie. Le mancherà?

A me manca la famiglia quando sto qualche ora senza vederla. Con Gori nel tempo ho scambiato solo un paio di brevi saluti, non posso dire di conoscerlo. Una cosa è sicura: considerando quanto ha vinto, mancherà al mondo della Giostra, questo è indubbio.

Che sensazioni ha per questo 2024?

Santo Spirito viene da un anno negativo, Sant'Andrea da una Giostra deludente e per me presa un po' sottogamba, San Lorentino con Vedovini non può non puntare a vincere. E noi vogliamo confermarci. Mi aspetto grandi battaglie, come piace a Colcitrone.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Branchi: "Il 2024 sarà una battaglia, come piace a Colcitrone. Paffetti? Una sconfitta personale"

ArezzoNotizie è in caricamento