Banca Intesa, firmato l'accordo per il contratto integrativo che tocca 650 dipendenti aretini. Continua la chiusura delle filiali
Dichiarazione di Fabio Faltoni, responsabile provinciale della FABI–Federazione Autonoma Bancari Italiani e coordinatore per la Toscana Sud della FABI in Intesa Sanpaolo
Sono 650 i lavoratori aretini ai quali fa riferimento il contratto integrativo aziendale di Banca Intesa. L'accordo e la firma sono arrivati nella notte fra martedì e mercoledì 8 dicembre. Hanno partecipato tutte le sigle sindacali. Si tratta del contratto di secondo livello che va a integrare e migliorare il contratto nazionale di lavoro. A darne notizia è Fabio Faltoni, rappresentante sindacale della Fabi e coordinatore dello stesso sindacato per la Toscana del sud di Banca Intesa. "Si tratta di un contratto che avrà una validità triennale fino al 2025 e che conclude il percorso di “armonizzazione” delle norme interne per il personale ex Ubi con quelle di Intesa Sanpaolo, dopo la fusione dell’aprile scorso. A livello nazionale riguarda circa 80mila dipendenti Intesa, compresi i 15mila della ex Ubi;, mentre a livello locale, i lavoratori coinvolti da questa nuova normativa aziendale sono circa 650 in tutta la provincia. Molte sono state le materie disciplinate nell’accordo dell’altra notte, concernenti il welfare aziendale, ruoli e percorsi professionali, conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, banca del tempo per dipendenti con familiari disabili o in stato di necessità, regole per i trasferimenti, formazione a distanza, permessi retribuiti per somministrazione del vaccino anti Covid -19, previdenza integrativa e altro ancora. Non solo, ma alla luce di quello che sarà il nuovo piano industriale di Intesa Sanpaolo, la cui uscita è prevista per il prossimo febbraio, sono già state fissate le ulteriori materie da affrontare fra sindacati e banca, nel primo semestre 2022; tra queste, le indebite pressioni commerciali sui lavoratori - tema sempre presente, anche in Toscana - e la cosiddetta Filiale On Line. E’ un ottimo accordo, su materie molto sensibili, che riguardano il lavoro in senso stretto e anche il welfare aziendale; è un accordo che porta finalmente a compimento l’integrazione dei dipendenti ex Ubi in Intesa e che getta le basi (avendo come scadenza fine 2025) per il futuro lavorativo di tante persone nella prima banca in Italia."
Intanto continuano i processi di chiusura e di accorpamento delle filiali. Tra pochi giorni toccherà a quelle più cittadine come via Montefalco, via Vittorio Veneto, Saione e viale Santa Margherita. I conti correnti saranno accorpati nella sede dell' ex Cassa di Risparmio di Firenze di Via Roma. Poi toccherà alla chiusura delle filiali di Olmo e Alberoro, che si accorperanno a Pieve al Toppo. La filiale ex Ubi di Capolona era stata già accorpata a quella di Subbiano nel mese di ottobre.