Zio Francesco e zio Pietro: "Quel parallelismo con la cultura congolese che incastra Gratien"

"Forse non lo sapete, ma in Congo l'appellativo 'zio' viene dato a chi si prende cura di qualcuno". Così l'avvocato di parte civile Giampaolo Leonardi, durante la sua arringa di ieri ha affrontato l'argomento "zio Francesco". Mentre padre Gratien Alabi ascoltava, seduto al banco degli imputati, il legale che assiste sorelle e zii di Guerrina Piscaglia, ha toccato uno degli elementi più delicati dell'intera vicenda - ovvero la misteriosa figura di zio Francesco - facendo riferimento alla cultura congolese.

"Ci sono elementi in questa vicenda che sono riconducibili direttamente a padre Graziano perché sono legate alle tradizioni del suo paese - ha proseguito il legale - ad esempio proprio zio Francesco richiama quello che in Cogno è Zio Pietro. Chi è? Una sorta di eroe nazionale: un italiano che lottò contro il colonialismo. La parola 'zio' in quella cultura rappresenta una persona a cui si viene affidati, che si prende cura di qualcuno. E così zio Francesco si sarebbe preso in carico Guerrina. Ed è un modo di esprimersi questo, che appartiene più a Gratien che a Guerrina".

Padre Gratien ha sostenuto di fronte agli inquirenti che Guerrina quel giorno del 1 maggio si sarebbe allontanata con questo personaggio del quale però al momento non sarebbero emerse tracce concrete. E se i parallelismi con la lingua francese - che i parla in Congo - degli sms inviati dal cellulare di Guerrina da tempo sono stati notati dagli inquirenti, la curiosità su questo modo di rivolgersi alle persone della cultura del paese africano non era ancora balzata alle cronache. Un dettaglio a dir poco suggestivo.