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Cronaca Bucine

Uccise la figlioletta, via al processo in Corte d'assise. "Ma non era capace di intendere e volere"

Inizia oggi il procedimento a carico dell'uomo che in una mattina di follia uccise la propria bimba di 4 anni, ferì il figlio maggiore e poi si buttò in un pozzo

Sarà in aula, seduto sul banco degli imputati, per essere giudicato per l'omicidio della figlia. Ma al momento del fatto non sarebbe stato capace di intendere e di volere e quindi l'assoluzione per lui è dietro l'angolo. 
Inizia oggi il processo in corte d'assise per Billal Miha, il 40enne che nell'aprile del 2020, in una mattina di follia, tolse la vita alla propria bimba di 4 anni, ferì il figlio maggiore all'epoca 12enne e poi si gettò in un pozzo. L'uomo, dopo le perizie psichiatriche disposte dal tribunale, è stato ritenuto in grado di sostenere un processo e questa mattina si presenterà di fronte alla corte presieduta dal giudice Filippo Ruggiero, con a latere Ada Grignani, e composto dalla giuria popolare. 
Il processo si preannuncia breve. La procura, rappresentata dalla pm Laura Taddei, chiederà l'acquisizione di una nutrita documentazione: dalle relazioni delle forze dell'ordine, alle parole della moglie dell'uomo pronunciate di fronte ai carabinieri, fino a quelle del figlio - sopravvissuto alla furia omicida - cristallizzate in incidente probatorio. E poi le perizie psichiatriche svolte dopo la tragedia e durante il periodo di detenzione in strutture Rems che hanno attestato l'incapacità di intendere e volere dell'uomo quando ha colpito a morte la figlioletta con un coltello da cucina artigianale. Il legale del 40enne, Nicola Detti, con ogni probabilità darà il consenso alle richieste del magistrato. Pertanto il procedimento potrebbe svolgersi senza che ci sia bisogno di ascoltare i testimoni. 
Secondo il gup che lo ha rinviato a giudizio e in base all'ultima perizia stilata dal consulente incaricato dal tribunale - lo psichiatra Massimo Marchi - , l'uomo sarebbe socialmente pericoloso: per questo anche se venisse pronunciata un'assoluzione dovrebbe trascorrere un ulteriore periodo in una Rems, dove continuerà ad essere seguito dai medici e curato.  

La tragedia in pieno lockdown

Il terribile delitto avvenne il 21 aprile 2021: l'Italia era in pieno lockdown. Quel giorno l'uomo rimase in casa , in via della Costituzione a Levane, con i suoi due bambini mentre la moglie uscì per fare delle spese.
Il 40enne pare si trovasse in una situazione psicologica molto complessa: aveva trascorso una notte insonne e agli inquirenti raccontò confusamente di aver sentito delle voci in testa. L'esplosione di violenza avvenne nella tarda mattinata: i bambini guardavano la televisione, forse a volume troppo alto, quando accadde l'irreparabile. 
Il padre prima aggredì il figlio maggiore, colpendolo alla testa. Il ragazzino, terrorizzato, riuscì a fuggire per chiedere aiuto e cercare di mettersi in salvo. A quel punto il 40enne si accanì sulla figlia, di soli 4 anni. I colpi fatali la raggiunsero al collo e al mento. Quindi tentò di  togliersi la vita gettandosi in un pozzo. 
A chiamare aiuto furono i vicini, che soccorsero il ragazzino in fuga. Billal fu estratto dal pozzo dai vigili del fuoco e arrestato.

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