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Cronaca Via di Poti

300 giovani identificati al rave party, ora le sanzioni. Ghinelli: "Un'operazione impeccabile"

Dopo 20 ore il raduno abusivo di Poti è stato sciolto senza criticità. Posti di blocco hanno impedito che arrivassero molti più avventori

Trecento giovani identificati, area sgomberata dopo 20 ore di rave party. Così è terminato il raduno non autorizzato di Capodanno al vecchio stabilimento dell'acqua Fontemuera a Poti.

Verso le 18 di ieri pomeriggio la musica martellante è calata, la strada si è sempre più liberata così come la struttura ormai da un paio di decenni abbandonata e piena di rifiuti anche pericolosi. Lì per molte ore consecutive a partire dalla tarda serata del 31 dicembre hanno ballato e si sono sballati circa 500 giovani arrivati da tutta Italia oltre che da Arezzo privi di ogni cautela e protezione anti-covid. 

Le forze di polizia erano in allerta da qualche ora per l'arrivo in massa di frequentatori di rave abusivi che si erano dati appuntamento in provincia di Arezzo e quando poi il movimento si è concentrato nella zona di Poti sono stati messi in atto i posti di blocco con il divieto di accesso alle strade che conducevano alla Fontemura. Al lavoro Polizia, Carabinieri, Municipale, Vigili del Fuoco, Guardia di Finanza e i soccorritori dell'emergenza-urgenza di Arezzo. 

La zona è stata cinturata e così sono iniziate le identificazioni dei presenti. Grazie all'azione di mediazione degli uomini della Digos della Questura di Arezzo le operazioni sono state portate avanti senza grosse tensioni. La strada "corta" di Pomaio è diventata però impraticabile per alcune ore, con mezzi pesanti intraversati e traffico totalmente bloccato. Un passante estraneo al rave è stato ferito nella mattinata di ieri in seguito a una discussione con un giovane avventore del raduno. Poi il resto è filato liscio, anche durante le operazioni di identificazione e di sgombero. Adesso le varie identità dei presenti e soprattutto di coloro che potranno essere considerati gli organizzatori, saranno utili per le successive contestazioni. Prima di tutto quelle amministrative per aver violato l'obbligo di uso delle mascherine anche all'aperto anche in zona bianca e poi quelle penali. Per loro infatti si prefigurerebbe il reato di invasione di terreni altri, come da articolo 633 del codice penale, che scatterebbe in caso di querela da parte del privato proprietario. In questo caso, vista la procedura fallimentare in corso da anni per la Fontemura, starà al curatore decidere se procedere o meno con la denuncia per la violazione della proprietà privata.

Il raduno abusivo allo stabilimento della Fontemura

Il plauso del sindaco Ghinelli

"Un'operazione impeccabile, che conferma la straordinaria professionalità delle nostre Forze dell’Ordine, Carabinieri, Polizia di Stato, Guardia di Finanza, i Vigili del Fuoco, la nostra Polizia Municipale e i sanitari dell’emergenza urgenza. Lo sgombero dello stabilimento della Fontemura a Poti è stato condotto con estrema responsabilità e competenza, quelle che hanno consentito di scongiurare possibili situazioni di criticità. Grazie a tutti coloro che ne hanno preso parte concludendo con successo un intervento estremamente delicato. Un ringraziamento particolare al Prefetto De Luca sotto la cui sovraintendenza si è svolta l’operazione."

Il commento della vicesindaca Tanti

"In meno di 20 ore è stata affrontata e risolta, con straordinaria professionalità una situazione difficile che avrebbe potuto avere conseguenze pesanti. Un lavoro paziente e coordinato da parte di Carabinieri, Polizia di Stato, Guardia di Finanza, Polizia Municipale, Vigili del Fuoco, e con loro i sanitari dell'emergenza urgenza, ha consentito di affrontare una situazione complessa e ripristinare l'ordine con pieno successo e modalità impeccabile. A loro, il ringraziamento dell'amministrazione comunale e dell'intera città". 

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