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Ancora disperso il pilota Massimo Giua, la polizia elvetica: "Ricerche ferme, corpo non individuato"

La dinamica dei fatti, i resti del velivolo e il passare delle ore fa pensare ad un epilogo tragico per il pilota Massimo Giua

La zona impervia, l'altitudine, le avverse condizioni meteo. Sono tanti i fattori che stanno impedendo le ricerche e l'eventuale recupero del pilota disperso nelle Alpi Svizzere che si affacciano sul Lago di Costanza, nei pressi del Santis. Il velicolo Cessna Carawan 208 da 15 posti che stava pilotando verso Arezzo è infatti improvvisamente precipitato poco dopo le 13,30 di mercoledì 30 marzo. Il suo segnale radar che aveva tracciato la rotta dalla partenza in Germania e fino a quel punto è scomparso e così è scattato l'allarme. In quelle ore sulla zona c'era una fitta nebbia e forse non c'erano le condizioni di visibilità adeguate per volare. 

Le prime ricerche con i droni sono state compiute nel tardo pomeriggio e fino a mezzanotte, intorno alle 18,00 su un'area di qualche centinaia di metri a 1700 metri di altezza sono stati i resti del velivolo letteralmente schiantato sulle montagne. 

Nessun segno della presenza del pilota il 63enne Massimo Giua residente in Umbria a Castiglion del Lago ma che era un abitué dell'aereoporto di Molin Bianco di Arezzo da dove era partito lunedì 28 marzo e dove avrebbe dovuto fare ritorno. La sua missione in Germania era stata condotta proprio per effettuare la manutenzione all'aereo che avrebbe tra poco ripreso i voli per i lanci dei paracadutisti. Una tappa programmata di quelle che si fanno come controllo di routine ogni 100 ore di volo. Giua infatti, oltre a saper pilotare in modo esperto vari modelli di aereo, portava ad altezza di lancio i paracadustisti sia nell'area di volo di Arezzo che in altre zone. All'aereoporto aretino tutti lo conoscevano, sia i membri dell'aereo club Centini, ma soprattutto quelli della scuola di paracadutismo Etruria. Qui il mezzo precipitato in Svizzera aveva il suo hangar dove veniva custodito durante la settimana quando i lanci non avvenivano. "Era un pilota esperto, non azzardava mai voli in condizioni non sicure" commenta chi lo conosce bene tra i quali il presidente dell'aereo club Etruria Gianluca Gaini. 

In Svizzera la polizia cantonale del San Gallo fa capire che le possibilità di ritrovarlo vivo sono praticamente nulle e le ricerche del corpo altrettano pericolose e non attuabili. Come riporta Sky News Ch, "nell'operazione di soccorso sono stati coinvolti vari specialisti come piloti di droni, investigatori e dirigenti della polizia cantonale, la loro task force alpina e il servizio di soccorso alpino nella Svizzera orientale con elicotteri specializzati. Come di consueto per gli incidenti aerei, le indagini saranno guidate dal procuratore federale. La determinazione della causa dell'incidente è responsabilità della SUST (Agenzia svizzera di indagine sulla sicurezza)."

Tutti i principali giornali italiani che si trovano in Svizzera stanno seguendo la vicenda. Oggi sulla zona dell'incidente è prevista neve e questo non potrà fare altro che aggravare una condizione ambientale già proibitiva. Hanspeter Krusi, portavoce della polizia cantonale del San Gallo, intervistato da 20minuten, ha dichiarato in merito che osservando i resti del velivolo "non si vede più che una volta era un aereo...c'è un 'area di detriti molto ampia. Il soccorso è molto difficile perché l'intero luogo dell'incidente è in una zona montuosa, il terreno è molto ripido, è innevato e ci sono pietre che cadono. Non possiamo portare nessuno lì né del nostro personale né dal Soccorso alpino. Il massimo che possiamo fare è far scendere qualcuno con una corda ma è troppo pericoloso ed è per questo che stiamo aspettando un tempo migliore."

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I resti dell'aereo si trovano sull'orlo di un precipizio e pare di capire che l'impatto si avvenuto in maniera verticale. Secondo quanto riporta la testata giornalistica elvetica TVO molte domande restano senza risposta, qualche ipotesi plausibile è tracciata proprio in un'intervista a TVO dall'esperto di volo Philippe Hauser.

"Quel giorno era nuvoloso e a quote più elevate è coperto. Posso ben immaginare che il tempo abbia giocato un ruolo decisivo in questo. Quando sei in una nuvola, non puoi vedere nulla. Non vedi alcun ostacolo arrivare sulla tua strada. Volare in una nuvola senza essere guidati da terra è molto pericoloso." E dalle informazioni in possesso dell'esperto potrebbe questa è stata la prima dinamica riscontrata: "Il pilota ha volato sotto la zona di controllo ravvicinato dell'aeroporto di Zurigo. Questo è molto lodevole. Pertanto non ha volato in uno spazio aereo controllato. Poi si alzò di nuovo. Tuttavia, questa salita non è stata sufficiente per sorvolare il massiccio del Säntis."

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