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Cronaca

Crac Banca Etruria, partita l'istanza dei risparmiatori: "Rendete pubblici gli atti segretati della commissione d'inchiesta"

La lettera di tre aretini a Fico, Casellati e Ruocco: "Abbiamo seguito 100 udienze in 7 anni. Abbiamo diritto a conoscere la verità"

L'istanza è stata inviata: il mittente è quello di alcuni risparmiatori aretini che si sono costituiti parte civile nel processi per il crac di Banca Etruria, i destinatari invece sono i presidenti di Senato e Camera, Maria Elisabetta Casellati e Roberto Fico, e la presidente della commissione parlamentare d'inchiesta sul sistema bancario Carla Ruocco. A loro è indirizzata una richiesta che, se accolta, potrebbe anche riscrivere la storia della debacle dell'istituto di credito aretino, e potenzialmente potrebbe cambiare gli esiti dei procedimenti giudiziari attualmente in corso: chiedono infatti, come già anticipato da Arezzo Notizie, di dissecretare gli attu della commissione d'inchiesta.

"Scriviamo in qualità di azionisti ed obbligazionisti della Banca Popolare dellfEruria e del Lazio che è una delle quattro banche oggetto del provvedimento di risoluzione del mese di novembre 2015", scrivono Paola Cerini, Mauro Moretti e Angelo Caramazza, risparmiatori che hanno seguito udienza dopo udienza tutti i processi che sono stati celebrati in questi anni. 

"Immediatamente dopo la risoluzione abbiamo più volte dichiarato mediaticamente il disorientamento, la paura e l’angoscia perchè con la perdita dei nostri risparmi è scomparsa ogni sicurezza economica - spiegano nell'istanza -. Dopo questo primo
momento dì smarrimento ci siamo resi conto che l'indignazione non era sufficiente perchè come tutte le emozioni tende ad esaurirsi velocemente. Allora abbiamo deciso di intraprendere una strada diversa e sicuramente più difficile finalizzata a ricercare in tutte le sedi competenti la verità sul chi in maniera spregiudicata ha fatto fallire una banca esponendo migliaia di persone incolpevoli alla perdita dei loro risparmi".

I tre risparmiatori si sono costituiti parte civile in ogni procedimento penale relativo agli amministratori e ai sindaci della banca, "lottando - scrivono - per evitare che ci estromettessero. Abbiamo partecipato ad ogni singola udienza facendo fìnta di non vedere lo sguardo di fastidio e di scherno che ci rivolgevano gli avvocati degli imputati e anche qualche giudice nell'erronea convinzione che la nostra presenza fòsse un antidoto alla noia della pensione". 

I tre hanno seguito oltre 100 udienze e si dichiarano "pronti a rispondere al giudice quando fa l'appello" anche alle prossime udienze: "è il modo che abbiamo scelto per ricordare che la giustizia non è un qualcosa di astratto, ma si esercita in nome del popolo italiano e che noi che ne facciamo parte siamo persone in carne ed ossa con famiglie, dolori ed aspettative. 

E poi la richiesta, scritta nero su bianco:"Vi chiediamo nei limiti delle rispettive competenze che vengano dissecretati gli atti della Commissione dì inchiesta sul Sistema bancario del 2017 relativi alla Banca Popolare dell'Etrurìa e del Lazio con particolare riferimento all'audizione del presidente di Consob Giuseppe Vegas; è un nostro dovere pretendere che a distanza di sette anni la verità sui questo disastro bancario non sia parziale e tempestata da omis e parti segretate".
 

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