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Cronaca

Giustizia in videoconferenza, rompe il naso a un carabiniere: processato online per direttissima

Ieri uno dei primi casi: un 35enne di Sansepolcro arrestato per resistenza a pubblico ufficiale e processato per direttissima. In videoconferenza ha chiesto scusa ai carabinieri aggrediti

Udienze in videoconferenza, sulla piattaforma Microsoft Teams. Così la giustizia si fa 2.0 ai tempi del Coronavirus. Ad Arezzo i casi sono ancora sporadici, ma il Tribunale è in grado di portare avanti le udienze qualora le parti ne facessero richiesta e nei casi ritenuti urgenti. Come la direttissima che si è celebrata ieri in seguito all'arresto di un 35enne di Sansepolcro arrestato per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale.

Così si svolge un'udienza in videoconferenza

L'uomo è stato fermato martedì scorso dai carabinieri durante i controlli per il contenimento del contagio e non aveva con sé un'autocertificazione ritenuta convincente. Di fronte alle contestazioni il 35enne ha perso il controllo e ha aggredito i carabinieri (un militare ha riportato una micro frattura al naso). 

Ieri si è celebrata l'udienza telematica. Una direttissima alla quale ha partecipato il legale difensore, il pubblico ministero Bernardo Albergotti e il giudice Ada Grignani. 

Come stabilito dalla settima commissione del  Consiglio superiore della magistratura (Csm) lo scorso 26 marzo, infatti, le udienze di convalida dell’arresto e di celebrazione del giudizio direttissimo si dovranno svolgere in videoconferenza. Almeno fino al prossimo 11 maggio, data in seguito alla quale dovrebbero riprendere le attività (con possibili nuove regole di distanziamento sociale dettate dall'emergenza sanitaria) anche nelle aule. Nel frattempo però i tribunali sono stati messi in condizioni di poter lavorare in via telematica appoggiandosi alla piattaforma Microsoft Teams, che è stata fornita agli operatori dal Ministero della Giustizia ed è accessibile da utenti esterni, ovvero le forze dell’ordine e gli avvocati coinvolti. 

Non solo: l'accesso alle udienze telematiche è stato garantito anche ai detenuti, in quanto anche gli istituti penitenziari sono stati coinvolti e in caso di indisponibilità della piattaforma, potranno comunque utilizzare Skype in videoconferenza.

I casi discussi in videoconferenza presso il tribunale di Arezzo al momento non sono molti. L'emergenza coronavirus ha colto di sorpresa anche il mondo della giustizia: oltre alla piattaforma, tutte le parti in causa devono avere a disposizione dei device informatici che ne garantiscano l'accesso. Dunque la "tele-giustizia" trova spazio soprattutto nei casi più urgenti, come le direttissime. 

Quella di ieri, nella quale anche l'imputato ha potuto prendere la parola per chiedere scusa alle forze dell'ordine, si è conclusa con gli arresti domiciliari.

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