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Cronaca

"La Mara rivà al suo posto da pensionata". Macrì, per l'accusa, è il padre padrone di Coingas

Il ruolo con più sfaccettature dipinto dagli inquirenti sulla figura di Francesco Macrì, teso a controllare da vicino la gestione di Coingas per mantenere e/o accrescere il suo peso personale

Estra la regia, Macrì il dominus. L'obiettivo quello di mantenere il suo peso politico grazie ai patti parasociali con gli altri territori di riferimento della multiutility Estra. Anche a questo sarebbe servita la progettazione della quotazione in Borsa di Estra e quando il meccanismo si è inceppato per le segnalazioni di criticità del collegio sindacale sulle consulenze messe a bilancio di Coingas, sarebbero partite altre mosse. Il rischio che il bilancio non fosse approvato e che il castello di Coingas cadesse vittima della legge Madia e dovesse essere messa in liquidazione diventava sempre più alto, visto che i revisori Minetti, Polverini e Faralli non ne hanno voluto sapere di cambiare il proprio parere su consulenze ritenute non utili e troppo costose.

Questo il disegno che ha portato ad essere indagato da alcune settimane il presidente di Estra Francesco Macrì che ha subito precisato di non aver ricevuto l'avviso di garanzia. La Procura ha aperto un fascicolo con all'interno almeno nove nomi di personaggi di primo piano della politica e dell'amministrazione aretina che sono finiti sotto indagine. L'inchiesta è in mano al pm Andrea Claudiani con la Digos come braccio operativo.

Ultima in ordine di tempo è arrivata la notizia, forse più sorprendente, dell'indagine per favoreggiamento anche nei confronti dell'avvocato Stefano Pasquini, storico legale aretino, avvocato dello stesso Comune di Arezzo al quale è stato chiesto un parere sulla congruità delle consulenze oggetto delle critiche. Parere effettivamente firmato il 10 giugno senza nulla eccepire nei confronti degli incarichi a Marco Cocci e ai membri dello studio Rason.

Indagato per favoreggiamento anche l'avvocato del Comune

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L'indagine e il ruolo di Macrì nelle informative

Partita a fine marzo scorso con informazioni riservate arrivate da fonti considerate attendibili, l'indagine è stata portata avanti tramite intercettazioni, perquisizioni in aziende e nelle abitazioni. 

Per quanto riguarda Estra, la sede è stata perquisita il 2 luglio scorso, mentre il nome di Macrì compare in numerose pagine delle informative della Digos a Claudiani. 

Siamo ai primi di aprile, una fonte confidenziale ha già fornito le indicazioni di quanto starebbe accadendo intorno e dentro Coingas, e la Digos avverte che "intorno alla questione emerge una fibrillazione politica notevole perché c'è la consapevolezza che se le notizie confidenziali acquisite trovassero conferma ciò determinerebbe un effetto a catena che potrebbe coinvolgere anche l'amministrazione comunale e i vertici di Estra, il presidente, il noto Macrì Francesco."

Quando a fine gennaio, invece, arrivano le dimissioni di Sergio Staderini da amministratore unico di Coingas, secondo gli inquirenti la persona di Franco Scortecci come successore è scelta dal Comune di Arezzo, come socio di maggioranza, nelle persone del sindaco Ghinelli e dell'assessore alle partecipate Merelli (entrambi poi indagati, il primo per favoreggiamento il secondo per abuso d'ufficio) e dal presidente di Estra,  per tentare di sanare la gestione amministrativa dello Staderini stesso.

Gli inquirenti portano avanti più convinzioni sulla figura e sul ruolo reale ricoperto dal presidente Macrì. Da una parte l'accusa ipotizza e scrive letteralmente che in merito a "la sproporzione dei mandati professionali del 2018, in particolare quelli dello studio Rason, si può avanzare l'ipotesi per cui Coingas, a seguito di un accordo tra Macrì e Staderini, abbia pagato, alcune spese fatte da Estra, tra cui quella per l'ingresso in borsa di Estra a favore dello studio Rason. D'altra parte è notoria la forte influenza che il Macrì ha da sempre esercitato su Coingas, sia direttamente che attraverso Alberto Merelli, assessore al bilancio del Comune di Arezzo, legato al Macrì da una storia politica comune fin dai tempi di Alleanza Nazionale di Fini e Gasparri."

Sempre a Macrì sarebbe imputata la volontà e l'azione che ha provocato la modifica dell'organo di gestione di Coingas. In precedenza Staderini era infatti presidente di un consiglio di amministrazione a tre, poi sopraggiunsero le dimissioni delle componenti Carla Gigli e Rossana Fucini (per la Digos provocate dallo stesso Macrì) e così l'amministrazione divenne unica, in testa ad una sola persona, Sergio Staderini. Un'operazione che nelle carte dell'inchiesta viene identificata come necessaria per un controllo di Estra e in particolare di Macrì su Coingas, anche l'utilizzo di Mara Cacioli, storica dipendente di Estra per la tenuta della contabilità di Coingas a fianco di Franco Scortecci.

La presenza "fisica"

"L'influenza del Macrì pare esercitarsi anche "fisicamente", nel senso che Coingas ha un piccolo ufficio nello stesso edificio che Coingas stessa affitta ad Estra. Il Macrì controllerebbe le sedute assembleari di Coingas attraverso la presenza dell'avvocato Rason e delle segretaria di quest'ultimo" si trova scritto nelle carte.

Nell'informativa della Digos del 20 maggio si torna a parlare della quotazione in Borsa di Estra "il discorso è molto complesso" si legge. C'è una fonte confidenziale che racconta che la dirigenza di Estra Spa e quindi Macrì, fosse al corrente, fin dall'inizio, che non si sarebbe alla fine concretizzata, in tal modo avrebbe utilizzato l'attività dello Studio Rason, nelle trattative per la redazione dei patto sociali, al solo scopo di ottenere un peso maggiore nelle mani del presidente di estra espa Francesco Macrì. Nella relazione dello studio Rason, lui stesso indica come uno degli obiettivi fosse proprio quello di assicurare attraverso i patti parasociali, un peso maggiore per il presidente del cda di Estra spa Macrì.

Mara Cacioli è poi da considerarsi l'elemento di continuità tra Coingas e Estra e quindi patrimonio di conoscenze circa eventuali illeciti avvenuti durante la gestione Staderini che, come rappresentat, è stata caratterizzata dalla pressante influenza di Macrì.

Siamo alla fine di maggio quando la Digos scrive su Macrì un'altra informativa per "evidenziare in maniera più approfondita il suo ruolo al fine di consentire all'AG di valutare l'opportunità di procedere all'intercettazione delle sue utenze."

In una intercettazione del 23 maggio tra Mara Cacioli e Sergio Staderini si dice che si sta facendo di tutto per uscire "dalla situazione del ca..o che ha creato il Minetti". E la Digos commenta: "La Cacioli si muove in parallelo con Macrì che sta agendo verso la stessa direzione ed anzi ne è probabilmente il regista e cioè fare in modo di arrivare all'assemblea di approvazione del bilancio avendo la sicurezza di acquisire il risultato."

Tramite le telefonate viene portata avanti la tesi che il Rason possa essere stato imposto allo Staderini proprio da Macrì. Mentre Cacioli e Scortecci sotto la regia di Macrì e Merelli stanno ricostruendo la documentazione mancante a giustificativo dei compensi elargiti ai professionisti.

In una parte in neretto nelle carte depositate, c'è una sintesi introduttiva ad una intercettazione che vede protagonisti Francesco Macrì e Pier Ettore Rason. La Digos scrive:

"La telefonata tra Macrì e Pier Ettore Rason certifica il rapporto estremamente confidenziale tra Macrì e Rason, l'arroganza di Macrì che fa mostra di essere il padre padrone anche di Coingas potendo disporre a suo piacimento della sua gestione, che l'attività di Rason in Coingas corrisponde a parere di Mara Cacioli ad "aria fritta".

"La Mara Cacioli rivà al suo posto da pensionata" dice Macrì a Rason che gli ha appena raccontato la visita della funzionaria e come l'abbia alzata dalla sedia quando lei le ha fatto notare che le aveva pagato notule per "aria fritta."

"Perché è una donna - dice Rason - perché sennò l'avevo già presa a calci."

"Ma vedrai si supererà anche questa..." dice Macrì a Rason, aggiungendo "è cr...no il sindaco che ti devo dire."

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