Il Comune di Arezzo accoglierà parte dei rifiuti delle zone alluvionate presso l’impianto di san Zeno. Questo fino alla fine dell’anno. Questo fatto ha prodotto una riflessione non secondaria che il sindaco ha fatto presente in una conferenza stampa sull’argomento.

Il trenta per cento circa di quanto acquistiamo in alimenti va a finire nella spazzatura, sia esso pane avanzato, cibo scaduto nel frigorifero di casa, qualcosa che non ci è proprio piaciuto ecc. Una parte ancora importante la fanno le confezioni, che nei cibi pronti sono ancora sicuramente migliorabili per quantità e qualità.

Siamo tutti coscienti che facendo la spesa al supermercato spendiamo in media un terzo di più che al negozio sotto casa?

Non si pensi ad un errore di chi scrive, si rifletta invece sul fatto che se usciamo per acquistare il pane o il latte, spesso torniamo a casa con molte altre cose che non avevamo previsto di acquistare.

Il supermercato è così, ha prezzi mediamente più bassi del negozio al minuto, ma ci invita ad acquistare molto di più di quel che ci occorre veramente.

E acquistare di più vuol dire scartare di più e produrre più rifiuti, soprattutto nell’indifferenziato e nell’organico.

Visto che ad Arezzo brilliamo per non essere troppo virtuosi nemmeno nella differenziazione dei rifiuti, il risultato è che abbiamo ampi margini di miglioramento, sia nella produzione che nello smaltimento di questi.

L’alluvione del nord della nostra regione è stata una disgrazia di notevoli proporzioni (purtroppo non sarà l’ultima, viste le sorprese che ci riserva il clima negli ulti mi tempi), ma si presenta l’opportunità di rispondere all’appello dell’amministrazione, che ci chiede di ridurre lo scarto almeno fino a fine anno.

Vediamo quanto siamo bravi.