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"Stazione, disastro fermate bus: paline da contorsionisti, disagi per i disabili e zero pensiline"

L'attacco di Claudio Palazzi (Cobas): "E' pericoloso salire per le carrozzine, mancano le fermate rialzate. E poi non ci sono ripari, né dal sole, né dalla pioggia"

Proteste per la pensilina che non c'è alla fermata del bus. Ecco la nota della confederazione Cobas Lavoro Privato di Arezzo, firmata dal sindacalista Claudio Palazzi.

"Vogliamo segnalare la mancanza di adeguato riparo nell’attesa dell’autobus nelle fermate della stazione ferroviaria di Arezzo. Sono passati mesi, anni ormai, dalla inaugurazione della nuova viabilità e relative fermate, ma ancora oggi gli utenti devono attendere in piedi e senza nessun riparo né dal sole torrido né dalla pioggia. Una situazione ridicola e imbarazzante essendo la porta della città per i turisti che arrivano ad Arezzo in treno. Neppure la sistemazione degli orari nelle paline - tutt'oggi temporanee - agevolano la visione degli orari, posizionati in modo da far trovar difficoltà pure agli acrobati. Chi subisce di più le inefficienze sono gli utenti più deboli, persone anziane e disabili che si trovano tutti i giorni ad aspettare l’autobus in pieno sole o senza nessun riparo dalle intemperie. Nemmeno un briciolo di attenzione oltretutto per chi si sposta con la carrozzina, essendo stata progettata la fermata non con marciapiede rialzato, che avrebbe quantomeno facilitato così la salita nell’autobus. La fermata è ad altezza del piano stradale, complicando così l'operazione di salita/discesa. Benché gli autobus siano provvisti di pedane, la pendenza tra pedana e carreggiata è tale da rendere perfino pericoloso l’uso del mezzo pubblico a utenti in carrozzina. L’ autobus, per loro, è un mezzo fondamentale per muoversi liberamente ovunque".

Palina Stazione 1-2

Al grido di allarme di Cobas si associa anche Bruno Palmieri, utente di autobus con disabilità che porta la sua testimonianza evidenziando così la problematica.

"Bruno utilizza giornalmente l’autobus per spostarsi in città - conclude la nota - ma è costretto ad aspettare i mezzi in piedi e sotto il sole in questa già torrida estate. Condizioni che, per una persona costretta oltretutto a recarsi frequentemente in ospedale per ricevere delle cure non sono certo salutari".

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