Sestino, nuova ambulanza e nuovi problemi per la Confraternita di Misericordia
La festa di San Sebastiano, patrono delle Misericordie, celebrata il 20 gennaio, è stata l’occasione per aprire un dibattito sulla situazione delle attività svolte dalla stessa a Sestino e sui problemi che devono essere affrontati.
E’ difficile oggi fare volontariato. La festa di San Sebastiano, patrono delle Misericordie, celebrata il 20 gennaio, è stata l’occasione per aprire un dibattito sulla situazione delle attività svolte dalla stessa a Sestino e sui problemi che devono essere affrontati.
Un bel traguardo raggiunto è stato l’acquisto, nell’anno trascorso, di una nuova e moderna ambulanza, benedetta per l’occasione della festività dall’assistente spirituale don Piero Mastroviti.
In una lettera indirizzata alle famiglie sono stati comunicati i dati della attività del 2018 e soprattutto le difficoltà che la Confraternita di Sestino attraversa. Grande e indispensabile, comunque, l’impegno della stessa: ”Durante l’anno appena trascorso – ha scritto il Consiglio, presieduto da 14 anni da Luciano Crescentini - sono stati effettuati 187 servizi di soccorso con l’ambulanza, percorrendo oltre 32.000 km, e 284 viaggi con i mezzi destinati ai servizi socio/sanitari con una percorrenza di circa 37.500 hm. A conti fatti abbiamo effettuato poco meno di 500 servizi, percorrendo quasi 70.000 km”.
Ma a fronte di questa “quotidiana” attività, la lettera fa un forte richiamo ai Sestinesi –una comunità , quella servita dalla Confraternita, di circa 900 unità - perché da tempo vengono meno l’adesione e la collaborazione. Sono indicate anche le cause: le distanze, l’invecchiamento della popolazione, l’aumento delle patologie, la difficoltà a ricorre alla rete famigliare, la solitudine delle persone, l’estrema utilità e comodità del servizio”: ma - riflette il presidente Crescentini – a fronte di una situazione di crescente lavoro, diminuisce l’adesione della gente, dei giovani, quasi che Sestino stia perdendo il suo “ethos”, il suo attaccamento a “pratiche” di “carità” e di reciproco sostegno, che da secoli sono state le fondamenta della vita della Confraternita e della comunità in quanto tale.
Accanto a queste considerazioni “dettate dal cuore”, problemi completamente nuovi concorrono ad un difficile espletamento oggi – dei servizi di volontariato, come “la scomparsa dalle ambulanze delle figure dei medici e degli infermieri”, per cui “il soccorso è quasi esclusivamente affidato al volontariato, il quale dovrà essere sempre più specializzato”.
Argomentazioni si accavallano - con una forte connessione negativa – spiega ancora il presidente Crescentini – perchè abbiamo un aggravio burocratico enorme, che tratta il “volontariato” come una qualsiasi industria, e vien fatto percepire- forse - che volontariato, oggi, significa “guadagno”. La Confraternita è nata per “fare carità” , per prossimità verso gli ultimi e i bisognosi: non siamo una industria: “Vogliamo evidenziare l’alto valore morale, civile e sociale che caratterizza il volontariato; un atto di profonda generosità nei confronti del prossimo, un atto che gratifica la persona che dà e quella che riceve, un atto di profonda crescita personale e sociale”.
In questo ambito i problemi sono evidenti. Il sindaco Marco Renzi ricorda – anche per la evidente situazione - che a partire dall’estate 2014 è stato lanciato il “Progetto aree interne”, che ha visto Sestino tra i protagonisti, in virtù del quale nel 2018 sono arrivati i primi finanziamenti. Sono attesi prossimamente altri finanziamenti per i settori sanità e sociale, con i quali alleviare le tante problematiche. In definitiva - afferma.- “ a Sestino non manca il lavoro ma i lavoratori, che richiedono le fabbriche del territorio. All’ultimo concorso per dipendente comunale ha partecipato solo un operatore, residente di Badia Tedalda e per il servizio civile vengono giovani dal comune di Piandimeleto, nelle Marche. Anche il chiostro del parco faunistico di Ranco Spinoso è stato gestito da personale di Badia Tedalda”.
La Confraternita ha sollevato problemi seri, che riguardano e vanno affrontati - in parte – dalla comunità. E allora potrà essere rafforzata la vitalità della comunità stessa. Ma un richiamo profondo non è mancato nell’intervento di don Piero Mastroviti :”Aiutare gli ultimi, i fratelli sofferenti, i bisognosi è aiutare Dio”.