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Quale correlazione esiste tra gioco d’azzardo e disoccupazione? I dati sulla provincia di Arezzo

Quanto giocano gli italiani? Dove si gioca maggiormente? Esiste una correlazione tra reddito, disoccupazione e spesa dedicata al gioco d’azzardo? Queste sono le domande che ilSole24Ore ha scelto di indagare, grazie ad uno studio condotto con la...

Quanto giocano gli italiani? Dove si gioca maggiormente? Esiste una correlazione tra reddito, disoccupazione e spesa dedicata al gioco d’azzardo?

Queste sono le domande che ilSole24Ore ha scelto di indagare, grazie ad uno studio condotto con la collaborazione di Infodata. La scintilla, da cui sono scaturiti i quesiti, è stata l’osservazione che nel contratto di governo, steso dal nuovo esecutivo, è stato citato anche il gioco d’azzardo, con l’indicazione della necessità di introdurre misure volte a limitarne l’offerta, a contrastare il gioco patologico e a dare battaglia alle infiltrazioni criminali nel settore.

Incrociando i dati della spesa dedicata al gioco d’azzardo nel primo semestre del 2017, forniti dall’Agenzia Dogane e Monopoli, con quelli relativi al tasso di disoccupazione forniti dall’Istat per l’anno scorso, Infodata ha quindi creato una mappatura nazionale che consentisse di esplorare, dati alla mano, il fenomeno del gioco d’azzardo in collegamento con la capacità di spesa dei giocatori.

Prima di entrare nel dettaglio dei risultati dello studio, è utile rilevare che questo rapporto, a differenza di altri pubblicati in precedenza da altre fonti, prende in considerazione tutte le forme di gioco d’azzardo legale in Italia. Accanto alle più “tradizionali” forme di scommessa, rappresentate da Lotterie, Gratta & Vinci ed apparecchi slot, sono stati infatti inseriti anche i dati della raccolta dei casinò online e dei siti di scommesse. Le opzioni di gioco a distanza, infatti, stanno crescendo notevolmente nelle preferenze degli italiani, sia per la loro facile accessibilità che per la presenza di bonus senza deposito che consentono di giocare anche gratuitamente, e rappresentano una porzione non trascurabile del mercato.

I dati di riferimenti per la classificazione delle varie zone sono stati: il tasso medio di disoccupazione del 11,21% (nel 2017) ed il livello medio di spesa pro-capite nel gioco di 614,39€ e partendo da questi è stata creata una mappatura utile ad esplorare il concetto, sostenuto da molti, secondo cui molte persone possono utilizzare il gioco come una fonte alternativa di reddito, in mancanza di un lavoro vero e proprio.

Rispetto ai questi “paletti” dello studio, in quasi tutta la Toscana si registra una bassa raccolta a fronte di un basso livello di disoccupazione. Ad Arezzo, ad esempio ad un tasso di disoccupazione del 9,73% corrisponde una spesa pro-capite pari 559,4€, ed entrambi i valori si collocano sotto la media nazionale.

Vi sono però due province che fanno eccezione e sono Massa Carrara (disoccupazione 16,04% - spesa 722,8€) e Pistoia (disoccupazione 11,71% e spesa 664,6€), nelle quali alla mancanza di un lavoro corrisponde un alto livello di gioco. Per Lucca e Prato, invece, i dati fanno emergere un basso livello di disoccupazione con però un livello di spesa pro-capite superiore alla media nazionale.

I dati relativi a gioco d’azzardo e disoccupazione giovanile in Toscana e ad Arezzo, così come rappresentati dalla ricerca di Infodata, ricalcano quelli generali, non permettendo quindi di evidenziare fenomeni specifici di diffusione del gioco d’azzardo tra le fasce più giovani della popolazione, laddove trovare un primo impiego o un’occupazione stabile è un’impresa complicata.

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